Il romanzo del dollaro di Marco Borsa

Il romanzo del dollaro Mentre la moneta Usa corre nuovi rischi Il romanzo del dollaro Milton Friedman e Jacobson Schwartz: «Il dollaro», ed. Utet, pag. XVI-492, lire 38.000. Quasi cento anni di storia monetaria degli Stati Uniti sono raccontati e analizzati nell'opera di Milton Friedman, il più famoso fra i monetaristi, e Jacobson Schwartz ora pubblicata in Italia sotto' il titolo II dollaro, di accattivante attualità. Un secolo nel quale la quantità di dollari in circolazione in America e fuori è cresciuta enormemente insieme con lo spettacoloso progresso economico del Paese e di tutto il mondo industrializzato. In meno di cent'anni la quantità di dollari in valuta detenuta dal pubblico americano è cresciuta di 50 volte, di 243 volte sono cresciuti i depositi presso le banche commerciali, e di 127 volte quelli presso le casse di risparmio. Tenendo conto che nello stesso periodo la popolazione degli Stati Uniti si è pressoché quintuplicata, si legge nell'introduzione, la quantità di moneta pro-capite si è moltiplicata quasi per 32 crescendo al tasso annuo del 3,7 per cento per effetto di tre componenti: tasso di aumento medio procapite della produzione (1,9 per cento all'anno); tasso di aumento dei prezzi (0,9 per cento all'anno); tasso di aumento del reddito destinato al risparmio (0.9 per cento all'anno). Mentre nel 1869 1 risparmi in denaro del pubblico non superavano i tre mesi di reddito, nel 1960 il risparmio superava i sette mesi di reddito. Un percorso naturalmente niente affatto lineare. Anzi, pieno di incidenti, fatti di contrazioni nell'attività economica, crisi finanziarie e bancarie che il libro descrive e analizza sempre avendo di mira l'obiettivo di individuare 1 fattori monetari all'opera nell'economia, la loro natura e la loro incidenza. Il più grosso di questi incidenti di percorso è indubbiamente la grande contrazione, come la chiama Friedman, del 1929-33, la più grave depressione economica del secolo che portò rapidamente a 15 milioni i disoccupati solo negli: Stati Uniti ma ebbe ripercussioni in tutto il mondo. Anziché però partire dall'approccio tradizionale del crollo di Wall Street che in quattro anni polverizzò oltre. 15 miliardi di dollari di risparmi (mentre il valore delle azioni ordinarie e privilegiate di tutte le società Usa diminuì di ben 85 miliardi di dollari) Friedman esamina a fondo la genesi e le conseguenze del panico bancario che portò al fallimento o alla sospensione dell'attività ben novemila istituti di credito. Le perdite, degli azionisti e dei depositanti insieme, non furono in assoluto enormi (2,5 miliardi di dollari) ma l'effetto sul sistema fu catastrofico perché fu a causa della crisi del sistema bancario che la quantità di moneta si ridusse di oltre un terzo, una deflazione cioè di portata senza precedenti. Si poteva evitare? Secondo Friedman si se in quel periodo il sistema della riserva federale americana fosse stato guidato dagli uomini che avevano fronteggiatole crisi degli Anni Venti e se non fosse stato lacerato da contrasti interni che indebolirono la sola fra le banche centrali Usa (erano 12 in tutto) in grado di assumere l'iniziativa, cioè la banca distrettuale di New York. Marco Borsa

Persone citate: Friedman, Jacobson, Jacobson Schwartz, Milton Friedman, Schwartz

Luoghi citati: America, Italia, New York, Stati Uniti, Usa