L'album del dandy pentito

L'album del dandy pentito Popolarità italiana di Aubrey Beardsley L'album del dandy pentito La sua prima raccolta di disegni venne pubblicata nel 1897. Aubrey Beardsley. il piùgran disegnatore liberty inglese, aveva venticinque anni, sarebbe morto l'anno seguente a Mentone logorato dalla tubercolosi, e raccomandava all'editore: «La gente non deve pensare che io abbia 45 anni e lavori da 15. Deve avere l'impressione d'un ventenne che disegni da tre settimane: Impossibile: troppo sapiente. Più d'un secolo dopo, L'Album Aubrey Beardsley, Cento capolavori, pubblicato da Mazzotta, come le 383 incisioni pubblicate in Opere scelte a cura di Anne-Marie Boetti da Savelli, danno il segno d'un tentativo di rendere popolare l'artista sinora apprezzato in Italia da una élite, e soprattutto per lo snobismo ironico, per l'estetismo esotico e il barocco orientaleggiante, per l'erotismo viziato, la ferocia caricaturale, l'eleganza. Sarebbe giusto rendere Beardsley popolare. Nella sua furiosa attività durata appena cinque anni, il Dandy fu uno dei primi grafici e designer in senso moderno, illustratore di libri, art director di riviste d'avanguardia come The Savoy, autore di manifesti e programmi teatrali, di pubblicità efficace: la sua arte applicata e moltiplicata nutrì il primo consumismo culturale. Cento capolavori raccoglie alcuni tra i più famosi disegni di Beardsley: compresi quelli non finiti né elaborati e infatti rozzi, i bad drawings di cui l'autore aveva chiesto invano la distruzione, cosi come invano, convertitosi alla religione cattolica prima di morire, aveva scongiurato il suo etlP tore di distruggere i disegni erotici o osceni. Niente: anche in questo A l bum figurano le illustrazioni per Lisistrata di Aristofane, nelle due versioni quella censurata in cui i personaggi hanno i genitali coperti, e quella non censurata con i genitali scoperti. Ci sono le illustrazioni per i racconti di Poe; i Pierrot, quasi degli autoritratti, ragazzi fragili, troppo magri, ghignanti; le illustrazioni per I quaranta ladroni, col bellissimo Ali Babà obeso e inanellato, dalle immense cosce e dai baffi sottili. Le dame alla toilette, circondate da grovigli di nani, moretti, putti, diavoli, rose, serpenti, mostri. Santa Rosa da Lima accolta in cielo, da un Dio troppo bello dalle ciglia molto lunghe che stringe la Santa in tenero deliquio orgastico con un abbraccio eccessivamente amoroso. n ritratto di Oscar Wilde, bello perché del tutto finto: un'aria per bene da legalitario, le guance viziose divenute bonariamente avvocatesche o, professorali, e sulla parete di fondo lo sberleffo d'un quadretto di donna nuda. E i disegni osceni, lineari, ricchi di forza e turgore mediterranei: dominati da virilità trionfali, gigantesche, proterve come ossessioni. l.t.

Luoghi citati: Italia, Lima, Savelli