E' stato svelato il segreto delle lame di Damasco

E' stato svelato il segreto delle lame di Damasco Alla ricerca di acciai superplastici E' stato svelato il segreto delle lame di Damasco DUE specialisti di metallurgia dell'Università di Stanford, mentre cercavano di produrre un metallo «superplastico». si sono forse imbattuti nel segreto dell'acciaio di Damasco, il leggendario metallo usato dagli antichi guerrieri per le loro spade, arrivato in Occidente con il ritorno dei Crociati. L'acciaio prodotto da Jeffrey Wadswort e Oleg D. Sherby rivela proprietà quasi identiche a quelle dell'acciaio di Damasco. Le notevoli caratteristiche di questo famoso acciaio cominciarono a essere apprezzate in Europa dall'inizio dell'undicesimo secolo. Le spade di Damasco potevano spaccare in due al millesimo una piuma e potevano mantenere la lama tagliente per molte battaglie fra cristiani e saraceni. Si riconoscevano facilmente dalla superficie ondeggiante, o «damascata., della lama. E' probabile che la formula sia stata tenuta segreta fin dal tempo di Alessandro Magno nel quarto secolo prima di Cristo dagli armaioli orientali. Poi con l'apparizione delle armi da fuoco il segreto andò dimenticato e perduto per sempre. Nel laboratorio di Stanford hanno capito che erano sulla strada giusta per scoprire il metodo, quando si è notato che il nuovo acciaio, come quello di Damasco, era molto ricco di carbonio. Cosi fecero analisi comparative con gli acciai delle armi antiche. Wadsworth è attualmente professore associato a Stanford e Sherby è uno scienziato autorevole sui metalli deformabili e lavora alla stessa università. Dopo essere stato moderatamente riscaldato, l'acciaio super-plastico può essere foggiato in forme complesse, per esempio gli ingranaggi di un'auto, con minimo impiego di macchine. Secondo il professor Wadsworth. si può ottenere un acciaio ancora più malleabile di quello di Damasco. L'elemento base è un alto contenuto di carbonio. Wadsworth e Sherby calcolano che il loro metallo ne contenga dall' 1 al 2 per cento, di fronte a frazioni di molto meno dell'uno per cento dell'acciaio comune. Un'altra caratteristica delle lame di Damasco sembra la bassa temperatura in cui l'acciaio è forgiato e battuto, circa 900 gradi. Dopo la forgiatura, le lame dovevano essere riscaldate alla stessa temperatura, poi rapidamente raffreddate immergendole in un fluido. Il segreto dell'acciaio di Damasco fu custodito particolarmente in Persia, dove furono prodotte le migliori lame. Era nella fase del raffreddamento che si credeva esistessero proprietà magiche. Helmut Nickel, del reparto Armi del Metropolitan Art Museum di New York, dice che la leggenda parla di un misterioso «sangue di drago» per il raffreddamento. Un pakistano gli ha raccontato di una spada appartenuta alla famiglia per generazioni, che era stata raffreddata nell'orma d'asino. Certi fabbri medioevali raccomandavano l'orina di ragazzi rossi di capelli o di una capretta di tre anni, che per tre giorni si fosse nutrita di felci. Per otto secoli, comunque, il segreto, non fu svelato. Si credeva perfino che una forma di raffreddamento del metallo incandescente consistesse «in un furioso galoppo su un cavallo veloce». Testi trovati in Asia Minore raccontano che per temperare una spada di Damasco occorreva scaldare la lama finché essa riluceva «come il sole che sorge nel deserto». Poi doveva essere raffreddata in un bagno di «porpora reale» e infine immersa «nel corpo di un muscoloso schiavo», affinché la forza di lui potesse passare alla spada. Negli antichi testi ci sono numerosi esempi di questi procedimenti omicidi. Molti metodi di raffreddamento erano basati sulla superstizione. L'acciaio di Damasco deriva da blocchi di « wootz». un tipo di metallo prodotto in India. Il mistero è quello di sapere come ricavavano dal «wootz» lame malleabili quando venivano riscaldate e durissime dopo il raffreddamento. Nell'800 anche lo scienziato del magnetismo. Michael Farady. figlio di un fabbro ferraio, e J. Stodart. un coltellinaio, avevano studiato la composizione del «wootz». Ma. sbagliando, avevano concluso che il segreto stava nel contenuto di silicio e di alluminio. I risultati delle loro ricerche furono pubblicati tra il 1820 e il 1822. Un altro scienziato. Jean Robert Bréant. aggiunse alla composizione di acciaio elementi diversi: platino, oro. argento, rame, stagno, zinco, piombo, bismuto, manganese, uranio, arsenico e boro. Il russo P. P. Anossoff provò con il diamante. Ma nessun tentativo ebbe successo. Ora si crede che il «wootz» fosse preparato in crogiuoli con ferro poroso e legna o car' bone di legna più il carbonio. Decisiva, dice Wadsworth. era l'alta temperatura (1300 gradi) alla quale il «wootz» veniva sottoposto. Mantenuto per giorni a quelle temperature, veniva lasciato raffreddare circa un giorno. Per mare arrivava nei porti del Medio Oriente, dove lo si lavorava a basse temperature, preservando abbastanza carburo (nel quale tre atomi di ferro sono mischiati a uno di carbonio). I grossi granuli di carburo davano alle lame il loro tipico disegno ondeggiante. L'acciaio superplastico creato a Stanford è stato mantenuto ad alte temperature per alcune ore, poi .raffreddato e riscaldato a moderata temperatura, quindi raffreddato definitivamente per fargli raggiungere un'estrema durezza. Questo processo, ha detto Wadsworth. produce parecchi piccoli granuli di carburo e da ciò derivano durezza e duttilità, anche maggiori che nell'acciaio di Damasco. Dice lo storico Nickel che un tempo la lama di Damasco veniva rozzamente forgiata con i martelli, poi se ne lavorava il filo tagliente. Le martellate sul filo creavano una curvatura dall'altra parte. Di qui l'origine della sciabola e della scimi- arra- Walter Sullivan Cop\ righi «Scienc«1ìmesNew York Times» e per l'Italia Stampa» Ai* oro. argento, rame, stagnozinco piombo bismuto Scimitarra del XVI secolo; particolare della lama e della damascarura (Armeria reale)