Vita privata delle balene

Vita privata delle balene I segreti dei più grandi animali mai vissuti nel pianeta Vita privata delle balene B ISOGNA proprio dire che l'uomo è un essere bizzarro. Va in estasi divanti alla ricostruzione dei giganteschi dinosauri vissuti nel lontano mesozoico da 225 a 65 milioni di anni fa e rimane insensibile di fronte al fascino dell'attuale Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) che batte in grandiosità e dimensioni i maggiori dinosauri (34 metri di lunghezza contro i 25 dell'Apatosaurus e forse i 30 del Brachiosaurus). Per l'uomo, questa creatura straordinaria, la più grande che sia mai esistita sul pianeta, pesante quanto 25 elefanti, cioè qualcosa come 130 tonnellate, è soltanto un enorme ammasso di ricchezze da sfruttare, una preda colossale da uccidere con armi di sterminio sempre più sofisticate. E sarebbe stata certamente annientata se le stesse compagnie baleniere non si fossero rese conto, a un certo punto, che stava per svanire per sempre un'insostituibile riserva di grasso e di carne. Nacque cosi nel 1946 la Commissione Baleniera Internazionale (International Whaling Commissioni cui aderiscono attualmente 27 Stati, che stabilisce anno per anno la quota delle balene delle diverse specie cacciabili. Ma quando il Wwf mondiale (Fondo mondiale per la natura) e l'Uicn (Unione internazionale per la conservazione della natura) proposero di comune accordo una sospensione della caccia a tutte le specie di balene per dieci anni a partire del 1979. la proposta fu respinta. I protezionisti hanno ottenuto soltanto due vittorie: la proibizione dei micidiali arpioni esplosivi che provovano nei cetacei colpiti una lunga straziante agonia e l'abolizione della caccia al Capodoglio nel Pacifico settentrionale. Il Capodoglio (Physeter catodon) non fa parte delle balene (è un «odontoceto» con tanto di denti, come il delfino e non un «mìsticeto» senza denti come le balene), ma condivide il loro tragico destino per il suo notevole interesse economico. I comportamenti Intanto, una cosa è certa. Per proteggere efficacemente balene e capodogli, bisogna conoscere più a fondo etologia e processi biologici di questi mammiferi meravigliosi, cosi perfettamente adattati alla vita acquatica. Le nostre conoscenze al riguardo sono estremamente modeste. Assumono quindi particolare interesse le ricerche più recenti condotte dagli studiosi che portano un contributo illuminante su qualche aspetto della loro biologia. Secondo il biologo giapponese Teizo Okawa. che ha studiato il cervello e il sistema nervoso dei cetacei, nel diagramma dell'intelligenza animale vi sono due punte massime, quella raggiunta dall'Homo sapiens e quella toccata dai cetacei. E' un'affermazione che trova conferma nella fantastica capacità di apprendimento dei delfini che imparano ad eseguire in tempi brevissimi ogni sorta di esercizi, anche i più complessi. Ma nell'immensa conca oceanica è difficile riuscire a spiare e seguire i movimenti delle balene. Emergono per brevi attimi per respirare o compiono talvolta strane esibizioni aeree e poi si rituffano nel loro mondo misterioso e quasi inaccessibile. Ma negli ultimi anni, alcuni ricercatori hanno cercato di sapere qualcosa di più sul loro conto. Roger Payne. della Società Zoologica di New York, e i suoi collaboratori hanno studiato in particolare la Balena australe (Eubalaena australis) in una zona di mare al largo della Patagonia, dove sverna un gruppo di individui di questa specie ormai rarissima. Nuotando in mezzo a loro. Payne ha potuto constatare che questi giganti lunghi fino a 17 metri sono generalmente molto mansueti. Alcuni. forse spinti dalla curiosità, si avvicinavano agli uomini e si lasciavano docilmente toccare. Payne e la sua équipe ebbero modo di assistere all'accoppiamento della Eubalaena australis. La femmina, che può accoppiarsi con due partners diversi nel giro di un'ora, se gradisce il corteggiatore, si dispone orizzontalmente in superficie per poter respirare. Il maschio invece, trattenendo il respiro, scivola sotto di lei in posizione dorsale e i due bestioni si abbracciano dolcemente con le grandi pinne. Quando, circa un anno dopo, la balena diventa madre, tratta il suo piccolo con squisita tenerezza e nel nuotare si trascina dietro il figlioletto attaccato alle mammelle che la natura, per comodità dell'usufruttuario, ha situato nella regione inguinale materna. Con una tecnica molto simile a quella usata daPayne. Dorothy Spero, direttore della Stazione di ricerche di West Quoddy. ha studiato quest'estate con la sua équipe una specie affine, anch'essa gravemente minacciata di estinzione, la Balena glaciale (Eubalaena glacialis). Considerata estinta in seguito ai massacri dei secoli passati, si è avuta la sorpresa tempo fa di vederne ricomparire alcuni esemplari che sono stati messi immediatamente sotto tutela e oggi la sua popolazione totale si valuta sui 150 individui. Troppo pochi ancora per poter dichiarare la specie fuori pericolo. L'equipe della Spero ha scelto per le sue ricerche la Baia di Fundy nell'Atlantico settentrionale, un habitat particolarmente tranquillo dove i branchi di balene giungono in primavera per trascorrervi la stagione calda. Qui si accoppiano e l'estate successiva nascono i piccoli. Anche la Spero ha installato stazioni di avvistamento in terraferma col¬ legate via radio con il battello di ricerca. Il battello spegneva il motore, si avvicinava quanto più possibile agli animali, calando in acqua macchina fotografica. cinepresa e idrofono, un apparecchio che capta i suoni subacquei. I risultati definitivi della ricerca saranno resi noti tra qualche tempo, ma intanto gli studiosi hanno fatto qualche anticipazione alla stampa. I significati Spettacolo abbastanza frequente quello di una balena che solleva in alto verticalmente nell'aria la sua enorme coda larga sei metri e poi la rituffa in acqua con grande fragore e un ribollire di schiuma all'intorno. Cosa vuol significare questo comportamento? Dorothy Spero ritiene che sia un segnale di aggressione, ma potrebbe anche essere, secondo lei. una maniera per segnalare la propria presenza, come se la balena dicesse ai suoi simili o a chiunque altro: «Bada che quaci sono io-. Non è raro poi che gli animali saltino fuor d'acqua con tutto il corpo con un balzo vigoroso che solleva nell'aria una massa di molte tonnellate e si riimmergano subito dopo con il fragore di un tuono. Lo fanno per stordire i branchi di pesci? Per liberarsi dai parassiti che si insediano sul loro capo? O semplicemente per gioco? E' un rebus ancora da risolvere. Capita anche che le balene sollevino solo la testa fuor d'acqua, quasi volessero spiare quel che succede all'intorno. Probabilmente è semplice curiosità, è forse quel comportamento esplorativo che si riscontra in molti mammiferi. Roger Payne vide una volta una balena avvicinarsi ad un fotografo agitando freneticamente la testa in un mare di schiuma e lo interpretò come un atto di intimidazione minacciosa. Ma è l'unico episodio di violenza registrato sinora tra le pacifiche balene. L'equipe della Spero ha osservato che l'accoppiamento è preceduto da una cerimonia di corteggiamento, durante la quale la coppia esegue movimenti sincroni a fior d'acqua e le due teste si vedevano emergere appaiate l'una accanto all'altra. E una volta che riuscirono ad assistere ad un lieto evento, notarono che immediatamente prima del parto la balena eseguiva il tipico lancio della coda fuor d'acqua, mentre una compagna incrociava negli immediati dintorni come per allontanare gli eventuali disturbatori. Appena il piccolo venne alla luce, la madre lo sorresse amorosamente a galla con la coda per consentirgli di compiere i primi respiri, quelli essenziali per la sopravvivenza. Partorire in superficie è quindi una necessità vitale per un mammifero come la balena che respira come noi l'aria atmosferica. I. Lattes Coifmann Mercoledì 23 dicembre «I dialetti delle balene» UTS GRAPHIC DIVISION

Persone citate: Capodoglio, Lattes Coifmann, Payne, Roger Payne

Luoghi citati: New York