Come Einstein ebbe il Nobel

Come Einstein ebbe il Nobel Come Einstein ebbe il Nobel a: BRAHAM Pais, un noto fisico americano di origine olandese, mi ha gentilmente inviato copia di un suo articolo «Come Einstein ottenne il premio Nobel», pieno di aneddoti divertenti e anche dissacranti. Pais ha conosciuto personalmente Einstein durante la sua permanenza a Princeton, l'articolo uscirà prossimamente su «American Scientist» e contiene argomenti in parte trattati nel libro di Pais «Subtle is the Lord...», una biografia di Einstein (Oxford Press). Einstein ottenne il Nobel nel novembre 1922, dividendolo con Niels Bohr. Quale parsimonia! Giudicati secondo gli standard contemporanei, Einstein e Bohr ne meriterebbero assieme anche più di una dozzina. La motivazione ufficiale dell'Accademia Reale svedese assegna il premio ad Einstein motivandolo con il lavoro sull'effetto fotoelettrico, ma escludendo esplicitamente la relatività, di cui, secondo l'Accademia, non esisteva ancora prova sicura. Appena tre anni prima una spedizione di Eddington all'isola Principe aveva confermato la predizione einsteiniana per la deflessione della luce nel campo gravitazionale del Sole, l'impressione nel mondo scientifico era stata enor¬ me, dilagò investendo il pubblico non specializzato e fece di Einstein un personaggio alla moda. Per la prima volta, dopo secoli, veniva confermata una deviazione dalle leggi gravitazionali di Newton. Nonostante questo successo e naturalmente quello della relatività ristretta, l'Accademia non si commosse c rimandò la decisione a tempi migliori. Per queste ragioni non è mai stato assegnato il premio Nobel per la scoperta della relatività, uno dei contributi culturali, scientifici e anche tecnologici più importanti del nostro secolo. Pais ha potuto consultare gli archivi dell'Accademia e ha avuto la collaborazione di vari membri del Comitato Nobel e della Fondazione Einstein. La notizia del premio deve avere raggiunto Einstein quando era in viaggio per il Giappone, si sentiva al malsicuro in Germania durante gli anni tormentati della repubblica di Weimar. A Tokyo lo accolse una folla immensa a malapena controllata dalla polizia. Nel suo diario non esiste nessun accenno al premio, si sa tuttavia che, prima ancora di riceverlo, aveva già promesso la somma di denaro alla prima moglie, da cui aveva appena divorziato. Gente che può. Einstein era nato ad Ulma, nella Germania occidentale, ma era cittadino svizzero dal 1901. Alla notizia del premio, le autorità tedesche si affannarono, senza successo, in concorrenza con gli svizzeri, per attribuire l'onore del premio al loro paese. Una delle ragioni addotte era che Einstein, membro dell'Accademia prussiana delle Scienze, doveva per legge essere cittadino tedesco. In effetti Einstein aveva accettato di diventarne membro ponendo come condizione il mante- nimento della cittadinanza svizzera. Alla fine, il premio fu portato personalmente dall'ambasciatore svedese nella casa dello scienziato a Berlino. Ma veniamo dunque al procedimento usato dall'Accademia Svedese per assegnare il premio. Non esistono «candidati», si tratta di un abuso giornalistico senza valore legale o morale. I grandi laboratori, le Accademie, le istituzioni di ricerca riconosciute e di prestigio, gli stessi Premi Nobel possono proporre delle persone secondo il loro giudizio. L'Accademia nomina un comitato di cinque membri che opera una prima selezione e fa delle proposte all'Accademia. Indi la classe di Fisica (nel caso di Einstein), non legata dalle decisioni del comitato, vota su questa prima rosa di nomi. Segue infine il voto decisivo della Accademia «in pieno». Questa respinse nel 1908 tutte le raccomandazioni in favore di Max Planck ed assegnò il premio a Lippmann per un procedimento di fotografia a colori, ora abbandonato. Planck ottenne il premio solo nel 1918. Einstein fu proposto nel 1910, lo ottenne invece Van der Waals, per i suoi noti lavori sulle forze molecolari, importanti, ma non della classe di quelli di Einstein. Poincaré fu più volte nominato, ma sempre escluso, battuto sul traguardo dagli inventori, quali Marconi, i fratelli Wright ed il conte Zeppelin. Nel 1917 il premio fu assegnato a un certo Barkla, chi era mai costui? Negli anni seguenti i dubbi tormentarono i membri dell'Accademia. Nel 1921 fu nominato esperto di relatività un membro illustre, l'oftalmologo Gullstrand, che dovette «rifare» i calcoli di Einstein per con¬ trollarli. Li sbagliò e si pronunciò contro la teoria. Alla fine il premio fu assegnato ad Einstein per il suo lavoro sull'effetto fotoelettrico. Nella sua presentazione Arrhenius notò come la teoria della relatività fosse il soggetto di vivaci polemiche tra gli epistemologi. In particolare il famoso filosofo Bergson aveva attaccato la teoria nel suo libro «Durée et simultanéité: à propos de la théorie d'Einstein». Einstein conosceva e rispettava Bergson, ma qualcuno lo senti commentare sulla filosofia di questi con un «Gott versetti ihm» (Iddio lo perdoni). L'accoglienza dei filosofi era stata mista, c'era chi portava la relatività alle stelle, altri la giudicavano invece rozza e primitiva. Si può dire che l'Accademia abbia sbagliato nell'aggiudicare il premio per l'effetto fotoelettrico? Certamente no, si tratta di un lavoro fondamentale che ha aperto la strada alla moderna teoria dei quanti, conducendo alla scoperta del fotone, un lavoro veramente rivoluzionario le cui implicazioni non furono accettate dagli altri fisici, anche eminenti, quali Bohr e lo stesso Planck, se non molto più tardi. E' tuttavia vero che il premio negli anni seguenti è stato assegnato per lavori certo degni, ma che scompaiono di fronte all'edificio monumentale della relatività. Continuamente criticato, vilipeso, il premio Nobel continua a sollecitare tutti i vizi capitali, a esclusione forse della lussuria, e rimane imbattuto come prestigio. Non viene dato ai matematici. Nobel aveva una forte antipatia per Mittag Leffler, che quasi certamente l'avrebbe preso. Per essi esiste la medaglia Fiele! (l'ha presa il nostro Bombieri), ma nessuno sembra sapere che esiste, fa più rumore un premio di pittura nel Casentino. Eppure viene data solamente per contributi di alta classe, non controllabili neppure dagli oftalmologi. Tullio Regge Albert Einstein

Luoghi citati: Berlino, Germania, Giappone, Tokyo, Ulma, Weimar