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IlUn raccc Il Intorno agli Anni 40 Dylan Thomas, uno dei più grandi poeti del Novecento, collaborò frequentemente con racconti, conversazioni e radiodrammi al terzo programma della BBC. A questo periodo appartengono alcune delle sue opere più felici come «Molto presto di mattina» e «Sotto II bosco di latte». «Il mio Natale nel Galles», di cui pubblichiamo qui alcuni passi per concessione della casa editrice Emme e nella traduzione di Giulia Niccolai (pagine 64, lire 3500), fu scritto in quegli anni. Dylan Thomas ricorda in questo racconto l'atmosfera della vigilia di Natale: la neve che cade sopra le basse case del villaggio, l'attesa dell'albero, l'elenco del regali «utili» e di quelli «Inutili» che lo aspettano, la visita a vecchi zii, delicati come porcellane, le strade illuminate dalle lampade a gas, gli ululati lontani dei lupi nel boschi, il mare immobile, nell'abbraccio del gelo. OGNI Natale era così uguale all'altro, in quegli anni dietro l'angolo di quella cittadina di mare ora priva di qualsiasi rumore salvo quello di voci lontane che parlano e che a volte risento un a'ttimo prima di addormentarmi, che non riesco mai a ricordarmi se è nevicato per sei giorni e sei notti quando avevo dodici anni o se è nevicato per dodici giorni e dodici notti quando ne avevo sei. Tutti i Natali rotolano giù verso il mare dalla doppia lingua, come una luna fredda e impetuosa che si precipita per quel cielo che era la nostra strada; e si fermano sul bordo ghiacciato delle onde che congelano i pesci, e io affondo le mani nella neve e tiro fuori quello che trovo. * * Anni e anni e anni fa, quando ero bambino, quando c'erano i lupi nel Galles e uccelli del colore delle sottanine rosse di flanella sfrecciavano oltre le colline che avevano forma d'arpa, quando cantavamo e ci rotolavamo giorno c notte in caverne che avevano l'odore dei pomeriggi della domenica nei tinelli di case di campagna umide, e armati di mascelle di diaconi, davamo la caccia agli orsi e agli Inglesi, prima dell'automobile, prima della ruota, prima del cavallo con la faccia da duchessa, quando cavalcavamo senza sella per le folli e felici colline, nevicava e nevicava. Ma a questo punto un bambino dice: «Era nevicato anche l'anno scorso. Avevo fatto un uomo di neve e mio fratello l'ha buttato giù e io ho buttato giù mio fratello e poi abbiamo preso il tè». «Ma non era la stessa neve», dico io. «La nostra neve non veniva solo giù dal cielo da secchi di intonaco bianco, usciva dalla terra come uno scialle e nuotava e fluiva dalle braccia e le mani e i corpi degli alberi; la neve cresceva nottetempo sui tetti delle case come un muschio puro e bianco come un nonno, si posava minuta sui muri delle case come edera bianca e si posava sul postino. mentre apriva il cariceli sensibili, bianchi e strap «Cerano postini anch «Con occhi sprizzanti su piedi gelati e ben d portoni di casa e ci gu: bambini sentivano solo «Vuoi dire che il pos firmavano»? «Voglio dire che i Ci erano dentro di loro». «Io sento solo il tuon «C'erano anche le cai «Dentro di loro»? «No, no, no, nei cam chi come la neve, fatte

Persone citate: Dylan Thomas, Giulia Niccolai

Luoghi citati: Galles