Questa passione Bach l'ha trascritta ma non gli assomiglia di Giorgio Pestelli

Questa passione Bach l'ha trascritta ma non gli assomiglia Un'incisione della «Lukas Passion» Questa passione Bach l'ha trascritta ma non gli assomiglia LA collana Ars Nova ha messo in circolazione la Passione secondo Luca attribuita problematicamente a Johann Sebastian Bach, rendendo un servizio importante ai bachiani e ai cultori della grande arte oratoriale barocca. Il quesito centrale posto da questa Lukas Passion è quello di esserci pervenuta in una redazione autografa di pugno di Bach e nello stesso tempo di presentare caratteri formali e stilistici così lontani dalle abitudini di Bach (in particolare dalle due grandi Passioni secondo Giovanni e Matteo) da farla ritenere opera spuria, da assegnare ad altro autore e semplicemente copiata da Bach per qualche pratica necessi¬ tà. La redazione del manoscritto risale al 1712, agli anni di Weimar, quando il genio bachiano raggiunge una impetuosa maturità in ogni genere musicale, ponendo le basi per quasi tutto il successivo svolgimento creativo. I fautori dell'autenticità dell'opera, come Philipp Spitta, patriarca degli studi bachiani, facendo leva sulla data weimariana la caratterizzarono come opera giovanile, primo passo, timido tentativo in un terreno che avrebbe un giorno prodotto i frutti delle due grandi Passioni. Ma questa ipotesi evolutiva contrasta con la constatazione dell'assoluta perfezione formale mostrata già dai primi lavori di Bach, anche da quel¬ li scritti molto prima degli anni di Weimar. Mendelssohn non ebbe dubbi nell'escludere la paternità bachiana; di altro autore la ritenne anche Albert Schweitzer. intravedendo però la mano di Bach in alcuni particolari e ritocchi; lo Schmieder la include nel suo catalogo bachiano (BWV 246), ma esprime forti dubbi sull'autenticità: autenticità che oggi anche Alberto Basso esclude con certezza. In sede di ascolto discografico, le uniche argomentazioni possono essere quelle stilistiche, e chiunque può provarsi con frutto in questo esercizio attributivo. Manca del tutto l'architettura delle Passioni secondo Giovanni e Matteo che alternano sapien¬ temente cori, recitativi, arie e corali; qui le arie sono solo sette, tutto il testo (Luca, 22-3 e un poeta rimasto sconosciuto) procede sui canali di recitativo alternato a corali; l'armonizzazione di questi ultimi è spesso debole e ripetitiva, mentre talvolta ricorre a una tecnica responsoriale o a interventi solistici del tutto estranei alle abitudini di Bach. Anche i recitativi non hanno il vigore plastico delle contemporanee Cantate di Weimar (e non ricorre che debolmente il simbolismo individuato da Jacques Chailley nel suo libro sulle Passioni). Un'aria, la n. 13. «La tua carne, manna della mia anima», sembra in tutto e per tutto opera di Haendel; ma la n. 45, «Quando Mose colpì la roccia», è squisitamente bachiana. con appena qualche ridondanza nello strumentale. I problemi e le sollecitazioni sono quindi continui, e proprio nella vigile attenzione reclamata all'ascoltatore sta il pregio di questa rara incisione, diretta da George Barati con sicura professionalità, e con il concorso di solisti eccellenti come Kurt Equiluz (Evangelista), Franz Wimmer (Cristo), Christiane Sorell, Maura Moreira. Giorgio Pestelli Disco: J. S. Bach. Lukas-Passlon BWV 246. Akademie Kammerchor e Orchester der Wiener Staatsoper diretti da George Barati, tre dischi ..Ars Nova» AVST 36169 Stereo.

Luoghi citati: Passioni, Weimar