L'ultima ricetta del romanzo: spaghetti rosa di Renata Pisu

L'ultima ricetta del romanzo: spaghetti rosa Scrittrici esotiche «made in Italy» L'ultima ricetta del romanzo: spaghetti rosa C9 E' c/li dice non trattarsi di libri ma di «macchine del narrefatto», di inviti a sbrodolarsi tutti di rosa, il bel colore da femminucce: azzurro è il principe, rosa la favola in cui lui, il principe, non c'entra niente ma dà quella nota di colore, altrimenti il romanzo sarebbe monocromatico, stucchevole. Di rosa si veste Barbara Cartland, ottant'anni, nota oggi in tutto il mondo per essere la matrigna di Lady Diana, ma da cinquantanni già famosa come autrice di libri che garantiscono il sogno. Di Liala non stiamo neanche a parlare perché è un caso unico: si veste anche lei di rosa, ha anche lei ottant'anni e all'estero è ignota: ma in Italia registra un fatturato che non raggiungono neanche Borges, Canetti, Balzac messi assieme. Ora all'orizzonte si affacciano nuove reginette del genere: Elinor Childe (Gioco di specchi, Oscar Mondadori, lire 3500) e Ma¬ ria Walewska (Il giare*'' di Vienna, Sonzogno 10.000). Sono belli i loie «narrefatti»? Tecnicamente potremmo definirli perfetti: i personaggi non pronunciano mai una battuta o non compiono gesto che non venga minuziosamente descritto con un loro recondito pensiero: «"Voi non lo credete?" chiese Imogen con una singolare nota di ansia nella voce». O ancora: «"Temo di non comprendervi", mormorò lei tornando a chinarsi in avanti e fissandolo intensamente» (da Gioco di specchia. «"Prova a toccarmi con un dito e guai a te", disse Arianna e si senti perduta... Voltò la faccia e guardò il braccio di Pietro, teso, vicinissimo, nudo. La pella compatta era abbronzata e peli scuri e morbidi la ricoprivano diradandosi sul polso elegante e asciutto» (da II giardino di Vienna;. Elinor Childe, nella prefazione al romanzo, ci viene descritta come una giovane vedova inglese che ha paura dei fulmini e vive sola in compagnia di un gatto e un merlo. Di Maria Walewska il risvolto di copertina, detto anche in gergo editoriale «bugiardino». ci dice che è di padre polacco e di madre austriaca. Siamo andati a trovarle tutte e due e non è stato un lungo viaggio. Elinor Childe si chiama Anna Luisa Zazo. lavora in una casa editrice, non in Cornovaglia ma a Segrate; Maria Walewska è più prosaicamente Wanna De Angelis, non fa la spola sull'Oriente Express ma risiede stabilmente a Milano e scriiv da anni sceneggiature per fotoromanzi. La Zazo è graziosa ma poco vistosa, la De Angelis, chioma rossa e occhi verdi, è un tipo «cover girl». Entrambe sono delle vere professioniste del «narrefatto», il loro unico handicap è il nome, oiwero la nazionalità, le poverine sono italiane. Cosi, d'accordo e d'amore con i rispettivi editori, per allettare i nostri provinciali lettori che apprezzano soltanto atmosfere cosmopolite, si sono mimetizzate. Lo ha già fatto Sophia Loren che perdoniamo in quanto si è sbarazzata di Scicolone, cognome piuttosto brutto, ma si è messa un inutile «ph» nel Sofia, lo hanno già fatto Bud Spencer e Terence Hill, italianissimi Pederzoli e Girotti. La Zazo e la De Angelis seguono lo stesso cammino. C'è da giurare che i loro libri venderanno benissimo, come si sono affermati internazionalmente la diva Loren e gli «spaghetti-western». Gioco di specchi è molto più letterario, con citazioni raffinatissime e assai colte. Il giardino di Vienna è invece uno di quei romanzoni che ti fanno fremere a ogni pagina e sullo sfondo cam- peggio lui, l'uomo del centenario, Giuseppe Garibaldi, tra amore, morte, intrighi, spionaggio, rivoluzione. La ricostruzione storica è accuratissima, documentata: per i personaggi dei carbonari la De Angelis si è ispirata a protagonisti del '68. ormai mitico come l'epopea risorgimentale. Sono riconoscibili, se ci si vuol divertire nel gioco del «chi sarà mai questo qui?». Chi siano le due autrici lo abbiamo svelato e le esortiamo a giocare d'ora in aitanti a carte scoperte. Crediamo nel rosa, in ìnodo cieco, assoluto e appassionato, vogliamo godere di «spaghetti-rosa», sapendo di che ci nutriamo, ottima roba (atta in casa, il «narrefatto» italiano primo nel mondo. Renata Pisu Illusrrazione di JeiTrey Jones

Luoghi citati: Italia, Milano, Segrate, Sofia, Vienna