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«Dovevo uccidere» «Dovevo uccidere» . (Segue dalla l'pagina) Ha definito Reagan «un mentitore, un ignorante, che si comporta come un bambino», incitando il popolo americano «o rovesciarlo come ha rovesciato Nixon», perché «indegno di guidarlo... e dannoso al suo buon nome». .Vogliamo un'inchiesta, vogliamo vedere le prove di questi attentati», ha ribadito più volte Gheddafi. .Siamo sicuri che non esistono: la realtà è che il governò Reagan complotta contro di noi». Più avanti, dichiarandosi indignato delle .calunnie» e ironizzando sulla .paura» degli Stati Uniti, abitati da oltre duecento milioni di persone, nei confronti della Libia, che ne ha solo due milioni, il colonnello ha sottolineato che «noi siamo pronti a morire in una guerra con la superpotenza». A sua volta, egli ha accusato gli americani di voler fare «degli schiavi» dei libici, aggiungendo che Tripoli «é pronta a normalizzare i rapporti con Washington», ma che la cosa non è possibile finché non cambia il governo degli Stati Uniti. L'intervistatore, che in passato aveva avuto spesso contatti con Gheddafi, gli ha rivolto alcune domande sulla presenza, tra i gruppi terroristici in Libia, di ex .berretti verdi», specialisti cioè dell'antiguerriglia nel Vietnam. Il colonnello ha risposto che essi .non sono stati assoldati da noi, sono scappati dall'America alla ricerca della libertà». .In Libia — ha proseguito — hanno trovato la pace. Essi collaborano con noi». Ha messo in rilievo, tuttavia, che questi ex .berretti verdi» ed ex agenti della Cia che si trovano con loro «non sono le fonti dei nostri armamenti». Gheddafi ha rifiutato di scendere in particolari sui propri finanziatori e sui propri arsenali: ha riportalo invece il discorso su Reagan, dicendo che .soltanto uno stupido» potrebbe prestare fede alle dicerie di uomini come il presidente sudanese Nimeiri o il defunto presidente egiziano Sadat. Il canale Abc, nel corso della sua trasmissione, ha ricordato che i servizi segreti liba-' nesi sono stati addestrati da quelli della Germania Orientale «su ordine del Kgb sovie- tico;- Ennio Caretto