Lama, Camiti e Benvenuto definiscono un progetto unitario

Lama, Camiti e Benvenuto definiscono un progetto unitario Lama, Camiti e Benvenuto definiscono un progetto unitario Il sindacato oggi deve decidere come frenare ifcosto del lavoro La proposta elaborata nel recente congresso Cgìl potrebbe costituire la base per l'accordo • Le resistenze della CisI - Mercoledì i leader s'incontrano con Spadolini ROMA — Nel tormentato cammino verso l'accordo sul costo del lavoro c'è oggi una tappa importante e forse decisiva: in vista dell'incontro di mercoledì con Spadolini, si riunisce la segreteria unitaria Cgil-Cisl-Uil. Dopo otto mesi di divisioni, i leaders sindacali cercheranno questa mattina di mettere a punto una proposta unitaria tendente a contenere gli scatti della scala mobile. L'intesa dovrebbe consentire, a Lama, Camiti e Benvenuto di aprire una nuova fase del negoziato con il governo e gli imprenditori, dando nel contempo maggior respiro alla discussione sulle piattaforme per i rinnovi contrattuali. Il segretario della Uil Benvenuto è ottimista e si dichiara convinto che la sigla del patto antinflazione ci sarà entro Natale. «Le basi per l'accordo tra di noi ormai ci sono. Si può giungere a una rapida conclusione. Certamente ognuno di noi avrà qualcosa da rimpiangere rispetto alle rispettive impostasioni congressuali. Qualcuno potrà anche dire che si poteva fare meglio e di più, ma a questo punto sarebbe imperdonabile perdere altro tempo». A raffreddare, però, l'ottimismo di Benvenuto ci pensa la Cisl che sembra voglia puntare i piedi. Lo lascia almeno intendere la dichiarazione del segretario confederale Paolo Sartori, il quale avanza 'molte riserve- sulla proposta della Cgil. Sartori, anzi, parla senza mezzi termini di «gretto corporativismo- della Cgil che -tende, con una massiccia fiscalizzazione degli oneri sociali, a privilegiare le imprese, addossando al bilancio dello Stato oltre ottomila miliardi, facendo così saltare il "tetto" dei 50 mila miliardi». Di conseguenza, è «una proposta iniqua) in quanto sottrae ancora una volta risorse per investimenti produttivi soprattutto al Mezzogiorno con grave danno alle categorie meno protette». , Quella di Sartori è una presa di posizióne isolata oppure è la nuova linea della Cisl che, in' sintonia con la de, vuol prendere le distanze da uno Spadolini troppo «morbido» verso il pei? La risposta si potrà avere soltanto al termine della odierna segreteria. L'accordo è a portata di mano, ma può bastare l'impuntatura dì uno solo dei tre segretari a rimettere tutto in discussione o. quanto meno, ad allungare ulteriormente i tempi dell'operazione. Molti osservatori sono comunque del parere che la svolta positiva si è avuta "al congresso della Cgil. «Fìnalmente — dicono — la Cgil ha accettato le compatibilità economiche e questo è un notevole passo in avanti». Il sindacato dovrà fare ora l'ultimo sforzo per trovare una proposta -unitaria e accettabile». La Cisl, sempre a detta degli esperti, potrà semmai, prendere le distanze e dare il proprio assenso «con risenta» a un'eventuale ipotesi unitaria. Nuove astensi Pierre Camiti (Cisl) A confronto ci saranno oggi due proposte: quella della Cgil, che dovrebbe costituire l'ossatura del progetto unitario, e la proposta «bis» (elaborata proprio in questi giorni) di Ezio Tarantelli della Cisl. La maggiore organizzazione sindacale accetta in sostanza il «tetto» del 16 all'inflazione e propone: 1) l'eliminazione completa del fiscal drag su oni, poi la «tregua tutti gli aumenti retributivi che rientrino nel tasso programmato di inflazione; 2) la fiscalizzazione aggiuntiva degli oneri sociali, sempre entro il tetto del 16%; 3) penalità fiscali per i lavoratori e le imprese per gli scatti di contingenza eccedenti i 45 punti, corrispondenti all'ormai famoso tetto. Tarantelli sostiene invece che l'inflazione già viaggia sul 16 per cento e che pertanto si dovrebbe abbassare il tetto al 13 per cento per l'82, pari a un massimo di 45 punti di contingenza. Nel caso di sfondamento del tetto, a fine '82 si avrà un conguaglio cosi studiato: dal 13 al 15 per cento, a carico delle imprese; dal 15 al 16, a carico dei lavoratori; oltre il 16, a carico dello Stato, salvo però gli aumenti di salario oltre il tetto. Toccherà ai leader sindacali tirar fuori una sola proposta da queste due ipotesi. Emuio Pucci » di fine anno?

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