Tempesto/ poche speranze per i 30 naufraghi

Tempesto/ poche speranze per i 30 naufraghi Tempesto/ poche speranze per i 30 naufraghi (Segue dalla 1* pagina) completamente di traverso al vento e alle onde, il "Marina di Equa" dev'essere stato squassato come dai colpi di un maglio mastodontico. E non molto più tardi si dev'essere spezzata in due, affondando». Nessuno può dire quanto tempo sia trascorso fra il momento della «ingovernabilità» della nave e il suo affondamento. Ma se è stata sballottata per qualche decina di minuti, pur fra le immaginabili difficoltà di manovra, qualche scialuppa di salvataggio dev'essere stata calata in mare. Alle ricerche, fin dalla serata di martedì, hanno partecipato mezzi militari francesi, inglesi e spagnoli. Un mercantile tedesco orientale di centomila tonnellate. il «Theodore Fontane», che navigava nella stessa zona della nave italiana, per otto ore durante la notte ha incrociato nel tratto dell'affondamento, illuminando con potenti fari il mare in tempesta. Ha avvistato soltanto dei rottami: salvagenti, pezzi di legno, contenitori di latta e altri oggetti leggeri. Ieri mattina, per qualche ora. s'era riaccesa la speranza. Un aereo militare francese aveva comunicato d'aver individuato in mare una piccola luce e una fumata bianca. Più tardi, altri velivoli hanno visto cinque o sei battelli di gomma alla deriva, vuoti. Ma non è certo che appartengano al «Marina di Equa», perché nella notte fra martedì e mercoledì alcuni aerei di soccorso inglesi e spagnoli avevano lanciato nella zona, appunto, dei gommoni di salvataggio. Si ha notizia anche di un pilota francese che al momento dell'affondamento avrebbe sorvolato il mercantile italiano, senza poter intervenire naturalmente, sia per il fortissimo vento sia per l'oscurità. Ora le operazioni di ricerca sono coordinate dal comandante della zona marittima del Mar Cantabrico, che ha sede a Capo El Ferreol, non lontano da La Coruna. Il cacciatorpediniere «Churruca* ha localizzato un battello semidistrutto, senza nessuno a bordo e un «consistente rottame della nave*. Un Fokker dell'aeronautica spagnola (che segue degli itinerari coordinati con altri aerei, inglesi e francesi, mentre quat¬ tro navi militari navigano nella zona) ha compiuto ieri ricerche fino all'imbrunire, mantenendosi a 340 metri di quota. La temperatura del mare è intorno ai dieci gradi, il vento soffia un po' meno forte, a circa 80 chilometri l'ora. Si continua a cercare e, nonostante tutto, a sperare. f.B- , l dice di aver scorto qualco- sa...». Sono queste notizie sussurrate a mezza voce che all'improvviso illuminano volti tesi, occhi gonfi e disfatti, nella piccola folla raccolta in silenzio in via delle Rose, a Piano di Sorrento, davanti agli uffici della «Italmare Shipping», la società di navigazione proprietaria del mercantile «Marina d'Equa», affondato nel Golfo di Guascogna, Un lutto che ha colpito la penisola sorrentina, con Meta, Piano, Massa, Vico Equense, Castellammare, Torre del Greco, Procida (uno soltanto dei naufraghi è di Chioggia), 'ma che si ripercuote su altri centri costieri per gli stretti legami di parentela e di amicizia che uniscono la gente di mare. Un dolore comunque contenuto, composto. Questa volta non è affondata la solita vecchia «carretta», ma una supernave da 33 mila tonnellate di stazza, tecnicamente all'avanguardia, in perfetta efficienza, costruita nel 1972

Persone citate: Ferreol, Theodore Fontane

Luoghi citati: Chioggia, Guascogna, Massa, Meta, Piano Di Sorrento, Procida