La tempesta rallenta I so€€orsl poche speranze per 30 naufraghi

La tempesta rallenta I so€€orsl poche speranze per 30 naufraghi La tempesta rallenta I so€€orsl poche speranze per 30 naufraghi Il «Marina di Equa» (178 metri, 33.000 tonnellate) è colato a picco a 280 chilometri dalla costa spagnola all'altezza del Golfo di Guascogna - Onde di 11-12 metri e vento a 140 all'ora hanno provocato il disastro - Ritrovati solo piccoli relitti e alcuni canotti pneumatici NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE LA CORUNA — In questa città che è fra le più settentrionali della Spagna, affacciata all'Atlantico subito sotto il Golfo di Guascogna, ieri al calar della sera s'erano molto affievolite le speranze di salvare i trenta uomini d'equipaggio del «Marina di Equa-, mercantile italiano spezzato in cTa&da un'onda gigantesca e affondato nell'oceano, 280 chilometri al largo della costa. Lo speaker di «Radio La Coruna», emittente che ogni dieci minuti si collega alla «Italmare shipping companydi Sorrento (società armatrice del mercantile affondato) sa che in Italia all'ascolto non ci sono soltanto i tecnici, ma anche la piccola folla dei parenti dei dispersi. Ed è sempre più imbarazzato nel fornire le notizie sulle ricerche, finora senza alcun frutto. Era in tempesta ieri l'Atlantico, fra le Azzorre e la costa occidentale spagnola. Ma martedì pomeriggio, quando il «Marina di Equa- è colato a picco, l'oceano sembrava ancora più arrabbiato: onde alte undici-dodici metri, come un edificio di quattro piani, e vento da nord-ovest a raffiche di 140 chilometri l'ora. Eppure il mercantile italiano non era un fuscello, con la sua stazza lorda di 33 mila tonnellate. 178 metri di lunghezza, imponenti fiancate — una cinquantina di metri fuori della linea di galleggiamento — e una fama di nave solida, non di vecchia carretta. Il mercantile trasportava (per la maggior parte del carico) fertilizzanti e altri prodotti chimici. Era in viaggio dall'Inghilterra agli Stati Uniti, avrebbe dovuto fare scalo a Houston. Al suo comando un giovane marittimo, il capitano di lungo corso Michele Massa, 38 anni, di Torre del Greco. Anche gli altri ventinove membri dell'equipaggio, sono campani, originari di Sorrento, Castellammare di Stabia, Procida. Ercolano. Alle 18 di martedì la prima, vera segnalazione drammatica: «Siamo stati investiti da un'onda enorme, di prua. Im¬ barchiamo acqua dalla stiva numero uno-. Era seguito, per qualche minuto, il lancio dell'SOS. con le coordinate: 45" e 41' di latitudine nord, 9" e 54' di longitudine ovest. Ma già due o tre ore prima il marconista del «Marina di Equaaveva lanciato delle segnalazioni che testimoniavano dell'estrema difficoltà di navigazione, segnalazioni raccolte dalle stazioni costiere spagnole e francesi. Alle 19 di martedì o pochi minuti dopo, quando il silenzio radio del mercantile è stato definitivo, dev'essersi verificata — dicono i tecnici del dipartimento marittimo a La Coruna — questa sequenza: «Probabilmente la nave, cambiando rotta per prendere {d'infilata il vento rabbioso 'che l'investiva, navigava "salendo e scendendo"sulle onde, macchine a buon ritmo per non perdere la posizione, rispetto alle forze avverse di mare e vento. Se in quella situazione si è aperta una falla (a un boccaporto di prua?) e la nave ha cominciato a imbarcar acqua, lo spostamento del carico ha impedito la sua ulteriore, già difficile governabilità. Mettendosi leggermente o (Continua a pagina 2 in quinta colonna)