Il Giappone (quasi un altro mondo) prevede nell'82 sviluppo del 5,2%

Il Giappone (quasi un altro mondo) prevede nell'82 sviluppo del 5,2% Contro i pericoli di recessione le aziende lanciano nuovi prodotti Il Giappone (quasi un altro mondo) prevede nell'82 sviluppo del 5,2% NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TOKYO — Frenetica attività economica del governo giapponese. L'agemia per la pianificazione economica, che assieme al ministero delle Finanze ed al Miti (il ministero per il Commercio e l'industria), decide la politica economica del Paese, ha reso note le sue previsioni di sviluppo per l'anno prossimo. La commissione ministeriale per le misure economiche — li! Consiglio dei ministri in seduta ristretta — ha tracciato una serie di direttive per allentare la tensione commerciale tra Giappone, Stati Uniti e Europa. Il Consiglio dei ministri sta esaminando la proposta dì bilancio dello Stato per il prossimo anno pre¬ sentata dal ministero delle Finanze. Per il 1982 l'agemia per la pianificazione prevede una cresci ta economica del 5.2 per cento in termini reali, grazie a un aumento della domanda nel settore privato. «Attualmente l'offerta è superiore alla domanda — spiega il viceministro delle Finanze, Kiichi Watanabe — ma le ditte giapponesi, al contrario di quelle europee e americane, nei momenti di contrazione delle vendite investono massicciamente nella ricerca. Il prossimo anno l'industria immetterà sul mercato tutta una serie di nuovi prodotti che farà decollare i consumi». «Aumenteranno anche le importazioni — fa eco il Miti — per la precisione del 4.4 per cento, mentre le esportazioni aumenteranno solo del 5.8 per cento, contro un aumento del 17.2 per cento di quest'anno, a sfatare l'accusa che lo sviluppo del nostro Paese si basi soprattutto sulle vendite all'estero. A ciò contribuirà l'ascesa dello yen che renderà più conveniente vendere in Giappone". Il Giappone punta molto ad avvicinare, se non a pareggiare, la bilancia dei pagamenti con Stati Uniti e Europa. Le proposte della commissione ministeriale prevedono la riduzione delle tasse di importazione su 1600 articoli, la semplificazione dei test di importazione — le barriere non tariffarie — e prestiti agevola- ti in valuta straniera alle ditte giapponesi che intendono importare. «E' disponibile — annuncia il ministero delle Finanze — un fondo di 500 milioni di dollari rinnovabile ad esaurimento». «Si stanno facendo grossi passi avanti nella direzione giusta, i giapponesi sono consci del problema anche se le loro proposte sono per il momento insufficienti ad una soluzione» dice il direttore generale delle relazioni estere della Cee, Umberto Toffano, a Tokyo per preparare gli incontri di fine gennaio tra il Giappone e la Comunità. Meno ottimisti i giapponesi, i quali fanno notare che per attuare il direttivo della commissione si dovrà attendere il voto di fiducia del Parlamento. «Si ricomincerà a discutere in febbraio del prossimo anno — dice il ministero delle Finanze — e ogni cambio delle procedure delle importazioni prevede un disegno legge che dovrà essere approvato. La nostra posizione è di esaminare ogni singolo problema e decidere caso per caso». Sempre il ministero delle Finanze ha fissato un tetto di 49.600 miliardi di yen al bilancio dello Stato per l'anno fiscale 1982. E' un aumento del 62 per cento sul bilancio dell'anno corrente, ma è anche il tasso di crescita più basso da 26 anni a questa parte. Il ministero dice di voler riportare il bilancio in attivo. Ha già risparmiato 2000 miliardi di yen quest'anno. Guido Busetto

Persone citate: Busetto, Kiichi Watanabe, Umberto Toffano

Luoghi citati: Europa, Giappone, Stati Uniti, Tokyo