A Pisa nove i morti nella casa crollata per lo scoppio del gas d'una bombola di Franco Giliberto

A Pisa nove i morti nella casa crollata per lo scoppio del gas d'una bombola Il bilancio delle vittime è definitivo, alto anche il numero dei feriti: 21 A Pisa nove i morti nella casa crollata per lo scoppio del gas d'una bombola L'edificio era di quattro piani - A piano terra c'era un ristorante con una quindicina di clienti seduti ai tavoli: quattro sono deceduti sul colpo, sepolti sotto tonnellate di macerie - Immediati i soccorsi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PISA — Ieri mattina alle 6,45 è stata tratta dalle macerie la nona vittima, una donna, Maria Antonietta Domenici, 55 anni. Poi, per l'intera giornata, i soccorritori hanno continuato a rimuovere lentamente mattoni, travi, suppellettili fracassate, quintali di terra e frammenti di intonaco, senza più trovare, per fortuna, cadaveri. Il vecchio edificio di quattro piani sventrato da uno scoppio di gas nel centro storico di Pisa non è stato la tomba di tante altre persone, come si temeva domenica sera, prima di mezzanotte, quando le salme portate alla luce erano state soltanto due e correva voce che i morti dovessero essere almeno 20. Il prefetto Alessandro Giorni, vicecommissario per le zone terremotate e capo di gabinetto del ministro Zamberletti alla Protezione civile, conferma che il bilancio di morti e feriti — a 24 ore dallo scoppio — può considerarsi definitivo: 'Nove persone hanno perso la vita. Ventuno sono rimaste ferite, nessuna in modo gravissimo. C'è ancora un solaio, al primo piano, ricoperto di macerie che non abbiamo toccato: perché il cumulo di detriti poggia fra due grossi muri perimetrali pericolanti che quasi sicuramente crollerebbero con altro pericolo per gli edifici vicini e per i soccorritori sema una laboriosa opera di puntellamento preliminare. Ma si tratta di macerie che coprono il pavimento di un'unica stanza, abitata da due coniugi che si sono salvati. Ora quella coppia è in ospedale, ma sembra che non avesse ospiti in casa. Se è cosi, il bilancio tragico, seppur pesante, non è più destinato a salire. Buona sorte anche per due bambini dati per dispersi: non erano in casa al momento dell'esplosione. Sono vivi e vegeti». Ieri sera si cominciava dunque a fare il conto dei «fatti certU. Cominciando dalle cause dello scoppio. «Una bombola di gas liquido — dice ring. Massimo Berneri, comandante dei vìgili del fuoco di Pisa — che abbiamo trovato vuota e con l'erogatore aperto. Subirà una perizia tecnica, vedremo se è proprio questa bombola all'origine dello scoppio, ipotesi probabilissima. Questo tragico recipiente doveva essere in un appartamento del secondo piano. Lasciato aperto, per distrazione forse, ha saturato le stanze le cui finestre chiuse ermeticamente hanno contenuto la miscela esplosiva. Poi una scintilla (sprigionata da un campanello?) ha provocato la detonazione. Non è la prima volta che si assiste a disastri di questo tipo: edifici sventrati come fossero costruzioni di cartone, pavimenti che si afflosciano uno sull'altro, scale che crollano. Un potere devastante enorme, come di 20 chili di tritolo». — E' esclusa l'ipotesi dell'attentato? «E' esclusa assolutamente. Non c'è alcun rilievo tecnico né induttivo che potrebbe dar torto a questa illazione. Era corsa una voce del genere domenica, fra la gente che assisteva alle operazioni di soccorso, forse perché si era saputo che tra le macerie avevamo rinvenuto una pistola. Ma era la pistola d'ordinanza di un poliziotto che abitava qui con moglie e figli, nella casa sventrata'. L'edificio, a quattro piani, si affaccia su piazza Gambacorti, a 100 metri dall'Arno e ha alle spalle una stradina, via San Lorenzino, i cui vecchi palazzi — soprattutto all'altezza del fabbricato esploso — sono stati devastati nelle pareti esterne: ringhiere contorte, cornicioni, grondaie e finestre divelti. Dei 12 appartamenti colpiti direttamente dall'esplosione, invece, non ri¬ mane in piedi che qualche soletta, frammenti di muri perimetrali e alcune pareti divisorie interne, dove ancora dalla piazza si scorgono appesi o addossati quadretti, una libreria, un armadio portascarpe con un paio di guantoni da pugile, e su un muro dell'ultimo piano un grande poster di Marilyn Monroe, in vestito nero, sorridente. All'ultimo piano abitavano sei studenti universitari che fortunatamente avevano lasciato Pisa nei giorni scorsi per passare le feste natalizie a casa, in Lombardia e in Liguria. Al pian terreno, invece, c'era un ristorante sardo «Il Nuraghe». Lo scoppio è avvenuto alle 14,50 di domenica, quando metà degli avventori se n'erano già andati. Con i quattro titolari e gli inservienti, nella trattoria a quel¬ l'ora c'erano 15 persone circa. Quattro sono morte sul colpo, sommerse da tonnellate di macerie mentre mangiavano il dolce. I soccorritori li hanno trovati esanimi, ieri notte, accanto alla tavola imbandita che occupavano, frantumata. Gli altri clienti del ristorante si sono salvati: racconta una commensale, Irene Niosi, 26 anni: «Eravamo nella saletta a sinistra della cucina. C'erano, assieme a me, la baronessa Ostini, il marchese Bargagli, la signora Pasquinetti. Quando è successo il finimondo, fra il boato e una pioggia di macerie, ci siamo trovati accanto alla grande colonna dietro il nostro tavolo; colonna che nella sua parte inferiore ha retto ed è stata la nostra salvezza». Una serie di circostanze favorevoli, spiega il dott. Alessandro Giorni, «braccio destro» di Zamberletti. ha favorito lo sviluppo razionale dei soccorsi. «Subito dopo lo scoppio decine di volontari hanno dato una mano ai feriti che erano riusciti a divincolarsi cercando di raggiungere la piazza. Nel volgere di dieci minuti, paracadutisti di stanza a Pisa, poliziotti, carabinieri, guardie di finanza, vigili urbani hanno formato cinque colonne, come cinque catene umane, servendosi di 50 contenitori di plastica che un negoziante lì vicino ha messo a disposizione. Con una velocità incredibile (per l'angustia dei vicoli attorno alla piazza le grosse macchine non avrebbero avuto lo stesso effetto) quintali e quintali di macerie sono state portate a mano lontano dal luogo del crollo. 121 feriti sono stati salvati subito, nella prima ora. Per gli altri, purtroppo, non c'era nulla da fare: la violenza dell'esplosione ne aveva provocato la mortepressoché immediata-. Franco Giliberto Pisa. Vigili del fuoco, infermieri e volontari portano i primi soccorsi alle vittime (Tel.)

Persone citate: Alessandro Giorni, Berneri, Irene Niosi, Maria Antonietta Domenici, Marilyn Monroe, Pasquinetti, Zamberletti

Luoghi citati: Bargagli, Liguria, Lombardia, Pisa