In coda 23 navi di grano americana (e Mosca non riesce a scaricarle)

In coda 23 navi di grano americana (e Mosca non riesce a scaricarle) Paralizzato il porto di Kaliningrad: mancano i vagoni ferroviari In coda 23 navi di grano americana (e Mosca non riesce a scaricarle) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Uno dei maggiori porti sovietici, quello di Kaliningrad sul Baltico, non riesce a smaltire i carichi di grano provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada, e c'è ormai una coda di 23 navi, alcune delle quali sono in attesa da dieci giorni. Le cause, sostengono fonti sovietiche, sono da ricercare nella mancanza di un numero sufficiente di vagoni ferroviari e nel cattivo stato di funzionamento di talune attrezzature portuali. Fonti diplomatiche occidentali danno invece alla vicenda una «spiegazione polacca», affermando che sul porto di Kaliningrad. situato a circa 40 chilometri dal confine con la Polonia, stanno confluendo anche navi che dovevano scaricare nei porti baltici della Polonia (il grano avrebbe poi raggiunto l'Urss per treno). Esse affermano anche che la mancanza di vagoni può essere spiegata con la necessità di maggiori forniture di carbone dall'Ucraina alle regioni industriali della Russia europea, dopo la sospensione delle esportazioni da Varsavia. In ogni caso la situazione è critica, tanto che i problemi di Kaliningrad hanno ricevuto l'attenzione dei mass-media sovietici, abitualmente restii a sottolineare le insufficienze programmatiche. Un articolo è comparso domenica sulla prima pagina del quotidiano «Sovetskaja Rossija», nel quale si affermava che le code a Kaliningrad si sono formate ormai da due settimane. Il giornale ci- tava anzi il capitano di una nave russa, la «Baltiskij-31». il quale affermava: -Siamo stanchi di attendere. L'intera operazione avrebbe dovuto richiedere 16 ore e siamo invece qui da dieci giorni». In questa stagione il porto di Kaliningrad è fra i più intasati, perché è uno dei pochi a non essere bloccato dalla morsa dei ghiacci. Nella zona, però, ci sono soltanto 350 dei 700 vagoni ferroviari che rappresentano il normale parco rotabile. «Sovetskaja Rossija» osserva anche che gli impianti di scarico e d'immagazzinaggio sono difettosi, e le operazione sovente sono eseguite a mano dai portuali. Sarebbe ragionevole — ha dichiarato al giornale un fun¬ zionario locale del partito — aumentare il numero dei vagoni. Invece, sebbene ci siano più navi del solito, i vagoni sono dtininuiti». Secondo fonti americane l'Unione Sovietica sarà costretta a importare quest'anno 43 milioni di tonnellate di cereali, per sopperire al terzo disastroso raccolto in anni consecutivi. Nel mese di dicembre erano attese massicce consegne dagli Stati Uniti e dal Canada, ma da Kaliningrad non si è avuta conferma che le navi in attesa — tutte sovietiche — provengano dai porti nordamericani. Le fonti sovietiche non precisano neppure quanto grano sia coinvolto nell'intasamento del porto baltico: si parla tutta¬ via di mezzo milione di tonnellate, il che ai ritmi attuali potrebbe richiedere un mese di lavoro. Quello che dicono i russi (ancora «Sovetskaja Rossija») è che il caos di Kaliningrad e già costato 300 mila rubli (circa mezzo miliardo di lire). Il direttore del porto. Arkadij Michailov. non ha tuttavia potuto confermare in una conversazione telefonica con giornalisti occidentali che alcune delle navi fossero dirette in origine nei porti polacchi. «Si tratta di un problema temporaneo», ha detto. Certo è che la crisi polacca, e il conseguente blocco ferroviario, hanno sconvolto i programmi dei pianificatori sovietici. f.Ral.

Persone citate: Michailov