Importanti documenti nell'auto dei tre bloccati in Valle d'Aosta

 Importanti documenti nell'auto dei tre bloccati in Valle d'Aosta Sono stati subito processati per il possesso di un'arma impropria Importanti documenti nell'auto dei tre bloccati in Valle d'Aosta Il pretore ne ha condannato uno (aveva una roncola) a 20 giorni e assolto gli altri due - Dopo la sentenza sono stati tutti arrestati per associazione sovversiva - Forse erano diretti a Parigi AOSTA — Due assoluzioni e una condanna per il possesso di arma impropria (una roncola), ma un nuovo ordine di cattura per associazione sovversiva spiccato dal procuratore della Repubblica di Aosta Giuseppe Toni: cosi i tre presunti fiancheggiatori del terrorismo, catturati al tunnel del Monte Bianco il 24 dicembre, definiti dagli inquirenti «appartenenti all'area dell'eversione», resteranno in carcere sino a quando la loro vicenda sarà chiarita. Assolti per insufficienza di prove Decio Rivellino. 30 anni, e Ermenegilda Caramia. 29 anni, la condanna a 20 giorni di reclusione con la condizionale è toccata a Giuseppe May. 42 anni, pubblicista, ingegnere chimico con studio a Milano. I primi due sono bergamaschi (lei è impiegata comunale, lui fa il rappresentante) e ieri mattina un gruppo di amici era giunto dalla citta lombarda appena saputo del loro arresto. A difenderli era l'avvocato Sergio Spazzali. Il May ha detto al pretore 'Giuseppe La Spina che la roncola trovata sull'auto era sua. «La portavo come regalo a un amico bergamasco-. Caramia e Rivellino hanno detto di non sapere dell'esistenza di quell'arnese -usato e adatto solo a chi lavora in campagna-. Al pretore non è rimasto altro che emanare la sentenza e ordinare l'immediata scarcerazione dei tre. A questo punto è scattato l'ordine di cattura per associazione sovversiva e il procuratore ha subito cominciato gli interrogatori. May. Rivellino e la Caramia erano stati fermati per un controllo la vigilia di Natale al posto di frontiera del tunnel del Monte Bianco. -Chi è Rivellino aveva domandato un agente dopo aver visto il passaporto del bergamasco. Rivellino si presentava e ve- niva arrestato. Il passaporto risultava rubato nel Meridione (poche ore dopo si scopriva che invece era autentico). Cominciava la perquisizione dell'auto su cui i tre viaggiavano: venivano trovati la roncola, oltre tre milioni e mezzo (il processo per esportazione illegale di valuta si svolgerà il 10 febbraio) e una ricca documentazione definita dagli inquirenti -interessante per le indagini sul terrorismo, con pagine da passare al microscopio, da leggere tra le righe per sapere se si tratta di un codice ci/rato o di frasi incomprensibili a prima insta e da decifrare-. La documentazione, secondo l'avvocato Spazzali, consisterebbe in una copia del Bollettino n. 3 del «Comitato per le libertà sociali politiche di Bergamo... che si occupa della «repressione ideologica nelle carceri» : in due copie del Bollettino n. 2, in cui si parla del processone di Bergamo contro Prima linea: in fotocopie e dattiloscritti che dovevano servire per la compilazione del Bolletino n. 4 (tra questi documenti c'è una lettera del brigatista Prospero Gallinari. in carcere): in una bozza di richiesta di scarcerazione per un detenuto di cui si ignora il nome. Se il dossier sequestrato si limita a quanto rivelato da Spazzali, potrebbe all'apparenza sembrare sproporzionata la motivazione della cattura con le prove addotte. C'è però da dire che Luigi May. fratello di Giuseppe, è colpito da un ordine di cattura per associazione sovversiva e per banda armata. Egli farebbe parte delle Br e si troverebbe attualmente — secondo gli inquirenti — in Francia, a Parigi. Di qui l'ipotesi che i tre si recassero da lui a portargli il denaro e a fargli vedere la documentazione prima di pubblicarla sul «Bollettino... Tutti gli atti ora sono stati inviati a Bergamo per il prosieguo dell'inchiesta, mentre i tre arrestati sono finiti nelle carceri di Novara e Cuneo. Sono incensurati. Soltanto il May ha detto di avere subito una condanna per diffamazione a mezzo stampa come direttore d'un periodico satirico-politico di Milano. Collegamenti dell'episodio con il sequestro del generale Dozier? Nessuno ne ha parlato: gli inquirenti tacciono, trapelano solo smentite. Enrico Martinet Decio Rivellino Ermenegilda Caramia Giuseppe May