Zanone: «Nuove elezioni darebbero maggior forza ai quattro partiti laici» di Luca Giurato

Zanone: «Nuove elezioni darebbero maggior forza ai quattro partiti laici» Presto alle urne per un mucchio di voti in più? Zanone: «Nuove elezioni darebbero maggior forza ai quattro partiti laici» «In opi caso è il momento di verificare se è possibile un governo di legislatura» ROMA — Onorevole Zano- | ne, si riparla, con grande insistenza, di elezioni anticipate. Ma quali problemi potrebbero risolvere? «Probabilmente, pochi o nessuno. Ma il rischio c'è e non si scongiura con gli esorcismi. Prevedere le elezioni j anticipate non significa volerle provocare. Solo nella cultura degli stregoni si crede c) le prevedere la pioggia equivalga a far piovere». — Lei è uno stregone che vuol far «piovere» sul Paese un quarto scioglimento anticipato delle Camere? «No. Assolutamente, anche se non abbiamo nulla da temere perché, in fondo, otterremmo un beneficio che ci farebbe assai comodo come rappresentanza del pli in Parlamento». — Ma per un mucchio di voti in più, quale leader politico se la sente di bloccare nuovamente tutto per mesi e mesi? «Se il termine di paragone è quello delle elezioni del '79. gli spostamenti, probabilmente, sarebbero un po' più larghi e segnerebbero un rafforzamento dei quattro partiti laici. A meri interessi di parte, noi anteponiamo però il vincolo istituzionale. Abbiamo una Costituzione che stabilisce la rigidità temporale delle legislature. Vogliamo operare in questo quadro. Se deve continuare, la legislatura deve però avere un indirizzo politico». — Da Cossiga a Spadolini, attraverso Forlani, questa legislatura non ha avuto indirizzo politico? «Senza andare troppo indietro nel tempo, prendiamo la vicenda di questi mesi, dal luglio in poi, da quando c'è il pentapartito Spadolini. Questa esperienza dimostra che i programmi a breve hanno una efficacia che è. oggettivamente, delimitata. Se vogliamo bonificare lo Stato, è venuto il momento di cercare un'intesa per il resto della legislatura fra i cinque partiti che oggi sostengono il governo. Dall'esito di questa ricerca dipende tutto il resto». — Anche la crisi e le elezioni? «Naturalmente. Con governi che vivono come le farfalle — una estate, una stagione — si può fronteggiare solo l'emergenza, ma non intraprendere azioni di effettivo risanamento dello Stato». — Quando comincerà la vostra ricerca, questo famoso negoziato? «Subito, a gennaio. Prima si fa. meglio è. L'esperienza della legge finanziaria dimostra che un programma di urgenza non basta a frenare il dissesto, e quindi l'inflazione. Il tetto del disavanzo a 50 mila miliardi è già vicino alle stelle: eppure, nessuno ci crede. Non ci credono né il ministro del Tesoro Andreatta, né il ministro dell'Industria Marcora. Non so quanto ci speri davvero il presidente — Per trovare una intesa per il resto della legislatura lei propone un governo senza Spadolini, Andreatta e Martora? «No. Almeno all'inizio, il negoziato tra i cinque partiti deve affrontare le questioni di sostanza, correggendo, alla radice, le leggi di spesa che producono il dissesto». — Quali leggi? «Bisogna rivedere le pensioni di invalidità concesse a milioni di persone per favoritismi elettorali; riformare la riforma sanitaria per evitare che le unità sanitarie locali sponsorizzino squadre sportive con i fondi messi a loro disposizione; rivedere la finanza regionale e locale. Altro punto importante: riformare npquhszsdnmvqcmohs la cassa integrazione »• — Volti nuovi al governo non darebbero positivi impulsi vitali? «Finora, è giusto dire che questo governo, con tutti gli uomini che ne fanno parte, ha cercato di far fronte alla situazione con serietà e dedizione. Si possono sollevare riserve sull'eccesso di polifonia dei ministri economici, che non sempre concertano armonicamente i loro punti di vista: qualche stonatura, qualche steccata, ogni tanto c'è. Ma il problema, in questo momento, non è la crisi. E' l'intesa di legislatura». — L'ultima pena di Spadolini è la trattativa sul gasdotto con l'Urss. Lei è f avo-evole o contrario? «Dal marzo '81 i 1 jerali hanno presentato una interpellanza sul problema del gasdotto. Già allora, chiedemmo al governo chiarimenti sui delicati aspetti economici e finanziari dell'operazione, e sugli ancor più delicati aspetti politici. Io sono per una pausa di riflessione nella trattativa, perché non mi sembra, soprattutto dopo il golpe in Polonia, che sia prudente lasciare in mano ai sovietici il pulsante per il rifornimento dell'energia. Dobbiamo evitare che il tubo del gasdotto diventi un tubo scorsoio». Luca Giurato

Persone citate: Andreatta, Cossiga, Forlani, Marcora, Spadolini, Zanone

Luoghi citati: Polonia, Roma, Urss