Polonia, resa dei minatori Vaticano, caute speranze
Polonia, resa dei minatori Vaticano, caute speranze Il governo annuncia che saranno ridotte le razioni alimentari Polonia, resa dei minatori Vaticano, caute speranze Ieri sera la notizia di Radio Varsavia: «Il Comitato di protesta di Piast si è sciolto» - Notizie contraddittorie sull'uscita dai pozzi - La resistenza passiva nelle fabbriche si traduce in non produzione - Mons. Poggi ha riferito sulla sua missione a Papa Wojtyla: l'episcopato polacco affida a un «consiglio» di laici il compito di trattare con il governo - Ora la parola è a Jaruzelski NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — La Polonia è entrata nella terza settimana di «stato d'assedio» con il comunicato governativo di domenica 27 dicembre che annuncia la diminuzione della razione di carne. A partire dal 1" gennaio, la razione sarà di 2,5 chilogrammi al mese per la maggior parte dei polacchi; potrà essere mantenuta a 4 chilogrammi per gli addetti a lavori pesanti, le donne incinte e i bambini, -grazie alle forniture» dell'Urss e di altri Paesi del Patto di Varsavia. Secondo Radio Varsavia il «Comitato di protesta» della miniera di Piast. in Slesia, si è sciolto* ieri alle 18. e i minatori «risalgono a gruppi in superficie». L'emittente ha dichiarato che il lavoro deve riprendere alla miniera stamane e che i minatori sono tenuti a presentarsi al loro posto. La miniera era occupata da 15 giorni. Ma poco dopo la stessa Radio Varsavia ha detto che 900 minatori sono ancora nel sottosuolo e sono vittime di «atti di violenza» da parte di «elementi terroristi» di «Soli darietà». Le autorità annunciano pure che il lavoro riprenderà lunedi 4 gennaio nelle grandi acciaierie di Huta Katowice, sgomberate la settimana scorsa dalle forze dell'ordine e nella miniera di Ziemowit, che erano state occupate co me quella di Piast. La sezione di Varsavia di «Solidarietà» (Jarowsze) avrebbe chiesto ai suoi ade renti di limitarsi per ora alla resistenza passiva per rafforzare la posizione della Chiesa nei negoziati con l'autorità. Jarowsse cita come esempio gli operai della grande fabbrica di Ursus, vicino a Varsavia che durante la prima settimana dello stato d'assedio hanno prodotto un solo trattore. Invece, il bollettino numero quattro della sezione regiona le di Varsavia di «Solidarietà' (Mazowsze) in data 21 dicembre, arrivato a Vienna ieri precisava che erano in corso altri tre scioperi minerari nel la regione di Katowice di cui finora non si sapeva nulla. A Poznan si sarebbe mani testata una «nuova forma di resistenza», sempre secondo quanto afferma il bollettino con fabbricazione di prodotti difettosi e danneggiamento degli impianti. A Cracovia, mille persone hanno manife stato il 17 dicembre sulla Piazza del mercato. Sono sta te disperse dalle unità speciali di polizia, mentre i soldati «lasciavano scappare i manife stanti». Il 18 le acciaierie Huta Lenina e la fabbrica di mate riale per i trasporti W.S.K. erano ancora in sciopero. Quattro altre aziende erano state «pacificate» ma in una di queste è stata sciolta anche l'organizzazione del partito. A Wroclaw (Breslavia) lo sciopero che paralizzava la fabbrica Elwro (materiale elettrico) è stato stroncato, ma gli operai hanno restituito in massa la tessera del partito. Minatori e soldati sono rimasti uccisi il 26 dicembre durante lo sgombero di una miniera presso Katowice. L'impianto è stato inondato artificialmente. L'ha affermato la Bbc domenica, citando notizie che sono arrivate alla tv britannica dalla Polonia, senza tuttavia precisare il nome della miniera. La Bbc ha aggiunto che «alcuni minatori, che si trovavano in superficie, sono stati abbattuti dai soldati perché rifiutavano di tornare al lavoro». «Quando i minatori che erano sotto si sono precipitati verso l'uscita accorgendosi che i pozzi venivano allagati, i soldati li hanno accolti con raffiche di mitra, poi hanno ainmassato i corpi degli uccisi sugli autocarri e li ìianno portati in aperta campagna, dove li hanno sepolti» -Alcuni soldati hanno rifiutato di comportarsi in questo modo brutale e a loro volta so no stati uccisi e sepolti in aperta campagna». Si ignora ancora il numero delle persone uccise e di quelle incarcerate dopo il 13 dicembre. Copyright «l.v Monde» e per l'Itali;) «I ,a .Stampa» CITTA' DEL VATICANO — Giovanni Paolo II ha ricevuto ieri nella tarda mattinata mons, Poggi, reduce dalla missione a Varsavia. Pare che un primo colloquio tra il Papa e il suo «inviato speciale» fosse già avvenuto domenica sera. La sensazione che si raccoglie negli ambienti vaticani, peraltro estremamente riservati, è questa: dopo la missione di Poggi c'è una cauta speranza che la mediazione della Chiesa possa proseguire; ma ora la parola spetta al governo militare. Mons. Poggi ha raggiunto gli obiettivi «esplorativi» affidatigli: ha consegnato un messaggio del Papa al generale Jaruzelski, la vigilia di Natale; ha incontrato il ministro degli Esteri Czyrek, che in settembre era stato ospite di Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo; ha riannodato i contatti diretti con il primate Glemp. L'episcopato polacco ha affidato ad un «consiglio» di laici il compito di trattare con il governo, non appena Jaruzelski si era dimostrato disposto al dialogo. (Servizio di Lamberto Fumo a I pagina 4) Varsavia. Un'autoblindo sosta in un punto nevralgico alla periferia della capitale polacca
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Glemp, Jaruzelski, Lamberto Fumo, Papa Wojtyla
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