Varsavia promette amnistie ma gli scioperi continuano

Varsavia promette amnistie ma gli scioperi continuano Jaruzelski alterna repressione e proclami distensivi Varsavia promette amnistie ma gli scioperi continuano Non cedono i minatori della Slesia • Un prete è sceso nei pozzi per trattare - Rilasciati alcuni intellettuali, forse libera a fine anno una parte degli internati - Prima riunione della direzione poup - Incombe la pressione russa VARSAVIA — Lenta normalizzazione in Polonia. Il governo Jaruzelski alterna il metodo violento della repressione con la promessa di attenuare la morsa. «Una parte» delle migliaia di persone arrestate e chiuse in quattro campi di.internamento dopo la proclamazione della legge marziale saranno liberate a fine anno: lo annuncia la «Tass». Significativamente l'agenzia sovietica è diventata la principale fonte di notizie polacche. Ma intanto la resistenza continua. Nella miniera di Piast sonò ancora asserragliati 1740 minatori, in quella di Ziemowit 1154. Rimangono occupate le acciaierie di Katowlce. Il governo militare ha fatto sapere che non ricorrerà alla forza per risolvere queste situazioni: lo affermano gli annunciatori di Radio Varsavia, che periodicamente rinnovano l'appello ai minatori perché trattino (si è appreso Ieri sera che anche nella miniera • Anna, ci sono minatori asserragliati). Che si voglia, dopo il sangue versato nei giorni scorsi, battere la strada della trattativa, si può dedurre anche dal fatto che ieri sera un sacerdote è sceso a parlare con gli scioperanti, accompagnato da alcuni familiari dei minatori. Incombe sempre la minaccia di un intervento sovietico nel caso che l'esercito polacco si dimostri incapace di controllare la situazione: lo ha confermato il portavoce di «Solidarietà» a Stoccolma, Swiecicke. Da alcuni giorni giungono voci insistenti di un atteggiamento «tiepido» dell'esercito nelle azioni repressive. Evidentemente i soldati polacchi sono intimamente contrari alle operazioni che vengono loro imposte dal Consiglio militare di salvezza nazionale. Corrono anche voci, rilanciate dalla Bbc di indebolimento di Jaruzelski tra i 21 componenti del Consiglio di salvezza nazionale. Il Comitato centrale del poup sì è riunito ieri a Varsavia (a quel che si sa è la prima seduta dopo la proclamazione della legge marziale) per discutere la situazione. In particolare, ha riferito Radio Varsavia, si è parlato del molo del partito nelle condizioni attuali. Dall'emittente polacca si è appreso che il Parlamento ha sottoposto alle commissioni le bozze di otto disegni di legge. Un progetto riguarderebbe l'autogestione operaia. La repressione segue linee contrastanti. Radio Varsavia ha annunciato la scarcerazione di alcuni intellettuali: lo scrittore Bochenski, l'accademico delle scienze Ilerczysk, il regista Markuzewski e alcuni altri. Un prete polacco giunto ieri sera a Parigi ha però parlato di decine di arresti tra i sacerdoti, alcuni dei quali sono stati duramente picchiati. Gli arrestati, secondo stime di «Solidarietà», sarebbero complessivamente settantamila, mentre Radio Varsavia parla di cinquemila. I morti negli socntri dovrebbero essere almeno duecento, ma le fonti ufficiali hanno fermato il loro conto ai sette minatori uccisi nella Slesia in una carica dell'esercito. La repressione rimane totale nel campo dell'informazione, con l'obiettivo di mantenere la Polonia nei massimo isolamento. Ieri è stato annunciato che il 25 e II 26 dicembre, mancando per le feste di Natale il personale addetto alla censura, verrà chiusa l'unica linea telex collegata con l'Occidente. Nel tentativo di giustificare gli eventi polacchi, l'altra sera il portavoce del governo Jerzy Urban in una conferenza stampa ha detto che «senza legge marziale il Paese sarebbe arrivato alla guerra civile, destabilizzando la situazione europea». Urban ha anche detto che lo stato d'assedio sarà abolito appena possibile e che già a Natale finiranno 1 alcune restrizioni, mentre per fine anno saranno rilasciate alcune delle cin quemila persone internate (questa la cifra ufficialmente ammessa). r. est. Varsavia. Due giovani sindacalisti di Solidarietà attendono di essere interrogati dopo il loro arresto alla stazione di polizia della capitale. La foto è stata scartata da un altro membro del sindacato polacco, anche lui arrestato dopo il colpo di Stato militare (Telefoto Uni ted Press)

Persone citate: Bochenski, Jaruzelski, Jerzy Urban, Urban