Così arriva la droga in Italia nuovo supermarket dell'eroina di Giuseppe Zaccaria

Così arriva la droga in Italia nuovo supermarket dell'eroina Bilancio negativo nella lotta contro gli stupefacenti Così arriva la droga in Italia nuovo supermarket dell'eroina La Penisola è considerata dagli esperti la più grande «raffineria» d'Europa e un'importante centrale di smistamento - I trafficanti, dopo i colpi subiti nell'80, hanno cambiato i sistemi di trasporto: adesso si servono soprattutto delle navi e dei Tir ROMA — Che quest'anno le cifre rischiassero di non quadrare, i responsabili dell'Antidroga (la sezione del ministero dell'Interno che coordina polizia, carabinieri e Guardia di finanza nella lotta agli stupefacenti) avevano cominciato a sospettarlo agli inizi dello scorso settembre, tracciando un primo consuntivo. I morti per -overdosestavano aumentando, segno che lo stesso era accaduto per i consumi di droghe pesanti, e anche gli arresti di piccoli spacciatori mostravano un grafico in salita. Ma la droga? Se i successi raggiunti nell'80 (197 chili di eroina e 267 di morfina base sequestrati: un valore di decine di miliardi) avevano fatto merita, e ill'Italia il -compiacimento- dell'Onu, quest'anno le cose sembravano andare in maniera molto meno brillante. Che la geografia della droga, nel nostro Paese, stesse cambiando? Le verifiche sono cominciate da quel momento, prima attraverso le questure delle città più grandi, poi nei contatti con l'Interpol. E la risposta, oggi, non lascia spazio a dubbi: se di droga, in Italia, si riesce a recuperarne sempre meno è perché i sistemi di trasporto, i centri di smistamento, le organizzazioni in meno di un anno sono completamente cambiati. Proprio mentre, a giudizio di tutti gli altri governi del Mec. ci stiamo trasformando nella più grossa •raffineria- d'Europa, la mappa della droga nel nostro Paese deve essere completamente ridisegnata. Che città come Potenza, Catanzaro, Asti, siano state raggiunte da tempo dal «consumo» è un fatto che non può più stupire. Molto più interessante è però che altre città, egualmente periferiche, siano diventate negli ultimi mesi (soprattutto nell'Italia Nord-Orientale) centri di distribuzione a livello europeo. Dei nuovi, sorprendenti supermarket della droga. Il bilancio che 11 Viminale sta elaborando in questi giorni fornisce a queste impressioni un'ulteriore conferma. Quest'anno in Italia ha fatto ancora più morti (fino a ieri, 218, dieci in più rispetto all'anno scorso), ha provocato più arresti (oltre 8500, contro i 7700 dell'80): eppure dai consuntivi delle indagini i sequestri si direbbero scomparsi. Perché? «Due settimane fa — risponde Angelo Sanza. sottosegretario all'Interno — ne abbiamo discusso a Strasburgo, con i rappresentanti degli altri Paesi del Mercato Comune. Probabilmente tutto deriva da quel che abbiamo fatto l'anno scorso, e che ha costretto le organizzazioni dei trafficanti ad inventare nuovi canali. Anche noi siamo stati costretti a cambiare metodi d'intervento-. L'anno scorso, poco più di tre mesi furono sufficienti a scoprire sei enormi -rat'finerie- di eroina, alcune in Sicilia, una nel Trentino. Per individuare il primo anello della catena — dicono adesso al Viminale — decisiva si rivelò la collaborazione degli americani, sempre molto attenti a quel canale che da Palermo fa giungere l'eroina raffinata fino a New York. Dopo quelle importanti scoperte (che dai una parte svelarono ramificazioni fino a Roma, e dall'altraI in tutto il Veneto) oggi novali-1 tasei persone sono sotto pròcesso a Trento, e a Palermo: gli imputati sono quasi due-I centoventi. L'anno scorso in Italia (anche se da noi pochi se n'erano accorti) la battaglia contro la droga aveva f at- to segnare, insomma, uno dei maggiori successi raggiunti negli ultimi anni in tutt'Europa. Quello, però, è stato anche il momento che ha aperto la strada a tutta una nuova serie di problemi. Alcuni governi europei, quelli che da tempo sostenevano la necessità di creare un -cordone sanitario(fatto soprattutto di estenuanti controlli alle frontiere) intorno ai Paesi del Mediterraneo, hanno avuto la conferma che oltre alla Grecia, alla Turchia, alla Jugoslavia anche l'Italia andava considerata come .luogo pericoloso-. Esattamente nello stesso momento, altre organizzazioni decidevano che da noi — individuate certe reti, scoperti certi depositi — era il momento di cambiare sistemi, il che si è puntualmente verificato. In che modo? -Anzitutto attraverso un sostanziale mutamento dei sistemi di trasporto — risponde Alberto Sabatino, un siciliano di 50 anni che da tre coordina tutta l'attività in tema di stupefacenti —. Fino a non molti mesi fa, erano gli aeroporti i luoghi di più intenso passaggio di droga. Che arrivasse dal Centro America con la pasta di coca, o dall'Oriente con l'oppio grezzo, il "corriere" viaggiava di preferenza in aereo, seguendo strani itinerari. Il problema, in realtà, era soprattutto quello di aspettarlo e di scoprire come trasportava la merce-. •Purtroppo — continua Sabatino — da qualche tempo sembra che la via della droga abbia smesso di passare per gli aeroporti. Gli arresti, certo, continuano, molti corrieri vengono ancora individuati. Ma i nuovi canali, ormai, sono altri, e sempre meno controllabili. In un Paese come il nostro, soprattutto le navi, e subito dopo i Tir, quei camion dei trasporti internazionali che attraversano le frontiere senza reali controlli-. Qualche mese fa, a Bari, la Finanza scopri una nave carica di -hashish-: fino ad oggi. quello è rimasto purtroppo un caso unico. Quasi sempre, la «merce, è piombata dietro un'intercapedine: trovarla, anche per il poliziotto più accorto, si fa sempre più difficile. E dove attraccano queste navi? Probabilmente — rispondono al Viminale — non esiste porto che sia immune da questo traffico. Il record, però, spetta certamente a quello di Trie¬ ste, il più vicino al -centro di contrattazione- di Milano, e ai ghiotti mercati del NordEuropa. Subito dopo, vengono i trasporti via terra. Qualche settimana fa, a Gorizia, sono finiti in carcere dipendenti di un'azienda che mai fino a quel momento avrebbe potuto essere sospettata di traffici illeciti. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Alberto Sabatino, Angelo Sanza, Trie