Scala: il «Lago» di Ciaikovski con la Savignano, cigno triste di Luigi Rossi

Scala: il «Lago» di Ciaikovski con la Savignano, cigno triste Scala: il «Lago» di Ciaikovski con la Savignano, cigno triste MILANO — Un altro cigno è approdato alla Scala dopo quello del «Lohengrin» inaugurale. La nuova produzione del balletto di Ciaikovski sarà il «clou» della stagione coreografica alla Scala, poiché è l'unico spettacolo a tutta serata previsto, tra proposte miste con l'opera specialmente programmate per il centenario di Stravinski. Ma questo Lago dei cigni nasce da una soluzione di compromesso tra una vecchia coreografia di Nicholosas Beriozoff e un nuovo contenitore scenico firmato da Joseph Svoboda e la coabitazione non sembra sempre agevole. Il famoso scenografo cecoslovacco ha pensato un allestimento come sempre particolarmente affidato a proiezioni e ad effetti luministici, ma non ha potuto curarlo perso nalmente e proprio le luci sono state il momento più debo le dello spettacolo. Molta magia dell'atto bian co è andata perduta sotto crudi fasci di riflettori fissi che hanno tolto ogni aspetto di «reverie» romantica alla favola del giovane Siegfried e della Principessa cigno. Inol tre Svoboda ha costruito una scena apparsa più espressio¬ nista che romantica, con nere rocce che delimitano il lago proiettato sullo sfondo. Un lago corrusco nel momento della tempesta e poi quietamente riflettente un fantomatico castello. Nella scena del secondo atto le rocce si girano e diventano elementi della corte, mentre nella proiezione appare un sontuoso interno barocco. Su questo «plafond» scenografico, abbastanza inedito rispetto alla tradizione neo romantica dei Benois o simili (e anche i costumi, a volte po¬ co funzionali, di Jan Skalicki abbandonano piume e scarnificano i tutù) Beriozoff sovrappone la sua coreografia, o meglio la sua ..riproduzione » da Petipa e da Gusev. Il duplice personaggio di Odette-Odile. che la nostra grande danzatrice Pierina Legnani creò a Pietroburgo nel 1895. è oggi la pietra di paragone di ogni grande ballerina accademica. Apparentemente non è dunque nelle corde di Luciana Savignano. grande danzatrice moderna. Tuttavia l'ètoile della Scala è molto affezionata a questo ruolo che affronta per la seconda volta, maturandolo ulteriormente. Il suo Cigno Bianco non possiede il lirismo di taluni archetipi famosi, ma presenta subito la drammatica tristezza della predestinazione. Tuttavia vola con vibratili braccia e poggia su una tecnica salda, anche quando deve affidarsi al virtuosismo puro come nel tremendo «pas de deux» del Cigno Nero. Buona la prova, con qualche inevitabile acerbità del giovane Marco Pierin nel ruolo del principe. Luigi Rossi

Luoghi citati: Milano, Pietroburgo