L'assemblea del Corriere respinge l'autogestione di Marzio Fabbri

L'assemblea del Corriere respinge l'autogestione Anche oggi non escono i quotidiani del gruppo Rizzoli L'assemblea del Corriere respinge l'autogestione Prime divergenze tra i giornali interessati alla ristrutturazione e le testate non coinvolte nei tagli - Animate assemblee MILANO — Ancora una giornata senza che nessuno dei quotidiani del maggior gruppo editoriale italiano, quello Rizzoli-Corriere della Sera, compaia in edicola, ed è il quarto consecutivo. Ieri nella sede del Corriere, in via Solferino 28. si è svolta una assemblea affollatissima (centinaia di persone in strada perché la capienza dei locali si è rivelata ampiamente insufficiente) che ha messo in evidenza divergenze forse insanabili tra posizioni che. ufficialmente, ancora non erano venute allo scoperto. Gli interventi sono stati decine, tutti favorevoli ad una uscita dei quotidiani del gruppo anche contro la volontà dell'editore; una autogestione, dunque, anche se i diri- genti del sindacato non vogliono usare questa parola. E' parso significativo che nell'assemblea non si sia sentita nessuna voce di giornalista del Corriere della Sera. Solo un redattore dello sport è intervenuto a titolo personale spiegando di essere anche lui per l'autogestione; ha però voluto spiegare perché molti dei suoi colleghi sono contrari: il timore (almeno quello espresso ufficialmente) è quello di inasprire una vertenza già abbastanza difficile e di arrivare poi al punto in cui non sia più possibile sedersi a un tavolo di trattativa. E' per questo che un documento uscito dall'assemblea parla, un po' ermeticamente, di -diritto ad informare- ma ! anche di -diritto a trattareper significare che coesistono le posizioni di chi intende raggiungere i propri lettori costi quello che costi, e di chi preferisce non uscire. Appartengono al primo schieramento tutti i poligrafici, consiglio di fabbrica in testa (-siamo pronti a partire con le lavorazioni in qualsiasi momento, anche dal punto di vista tecnico- hanno detto) e i redattori dei quotidiani in chiusura o in liquidazione e cioè L'Occhio e il Corriere d'informazione. Contrari, a maggioranza, quelli del Corriere della Sera mentre i giornalisti della Gazzetta dello Sport si sono dichiarati disponibili all'autogestione pur sollevando parecchie perplessità se all'operazione non dovesse aderire la testata più importante del gruppo. - Comunque — hanno ricordato — siamo stati i primi a proclamare uno sciopero a tempo indeterminato-. Nel pomeriggio il via alle singole assemblee di testata mentre i poligrafici, licenziati e no. sedevano in permanenza. Scopo delle riunioni, come spiega il segretario della Federazione nazionale della stampa (il sindacato dei giornalisti) Sergio Borsi, -accertare la massima disponibilità dei corpi redazionali perché se usciamo vogliamo fare dei giornali veri, pieni di notizie e di servizi, non per dare solo informazioni sulle vertenze. Per realizzare questo obietti¬ vo ci vuole — ha aggiunto — l'accordo dei corpi redazionali per intero-. Certo, ha spiegato ancora Borsi. non è necessario che i giornali decidano tutti nello stesso senso. Primi ad esprimersi, ed in maniera non equivoca, i giornalisti dell'Occhio: se anche un solo quotidiano del gruppo sarà in edicola usciremo anche noi. è il succo della loro posizione del tutto analoga a quella dei redattori del Corriere d'Informazione. A porte sbarrate sono proseguite per tutto il giorno le riunioni al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport. Nel giornale sportivo si sono confrontate le diverse posizioni e alla fine quella favorevole all'autogestione è stata accantonata almeno sino a quando non sarà fatta propria da tutte le testate ; lo stato di sciopero ad oltranza è parso sufficiente. Al Corriere, invece, è stato subito chiaro che la stragrande maggioranza non voleva neppure sentire parlare di autogestione pur proclamando che il Corriere della Sera deve tornare al più presto in edicola. Anche chi proponeva uno sciopero non ha raccolto consensi e cosi i giornalisti hanno deciso per un'altra assemblea oggi auspicando una ripresa della trattativa. Per dare un'idea del clima nell'austero palazzo di via Solferino (anzi fuori visto che i cronisti degli altri giornali sono stati rigorosamente tenuti lontani dalle assemblee) bastano gli epiteti irriferibili rivolti dai giornalisti dell'Occhio ai colleghi del Corriere e un - un giorno o l'altro faremo i conti- denso di promesse lanciato da un tipografo al corpo redazionale del Corriere. Marzio Fabbri

Persone citate: Borsi, Sergio Borsi

Luoghi citati: Milano