La moglie sconvolta implora «Trattate Jim con umanità» di Giuliano Marchesini

La moglie sconvolta implora «Trattate Jim con umanità» La moglie sconvolta implora «Trattate Jim con umanità» Setacciati il Veneto e la zona del lago di Garda, ma gli inquirenti ritengono che i terroristi siano riusciti a portare lontano il prigioniero - Ricostruiti 4 identikit DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — -Mi rivolgo a voi che avete preso mio marito e il padre dei miei figli, per implorarvi di trattarlo con umanità. E' un uomo pieno di amore e di attenzione per tutti, che non ha mai fatto male a nessuno. Jim è importantissimo, è tutto per noi. Con tutto il cuore speriamo che ce lo restituiate sano e salvo. James, se tu vedrai questo sappi che stiamo bene. Cheryl è qui, aspettiamo il tuo ritorno e abbiamo bisogno di te. Le nostre preghiere e le preghiere di tutti sono per te. Torna a casa, ti vogliamo tanto bene-. E' l'appello rivolto alle Brigate rosse da Judith Dozier, la moglie del generale americano della Nato rapito da un commando nella sua abitazione di lungadige Catena. La signora lo ha lanciato con enorme fatica, dal salone d'onore di Palazzo Carli, sede del comando delle forze terrestri alleate del Sud Europa. L'appuntamento era fissato per le 12,30. Judith Dozier è uscita stravolta dalla porta di fondo, sorretta dall'interprete, percorsa da un tremito. Le era accanto la figlia Cheryl, 22 anni, arrivata dalla base della Air Force di Wiesbaden, dove presta servizio come sottotenente. La moglie del generale s'è fatta avanti lentamente, è apparsa quasi smarrita di fronte alla folla di giornalisti, sotto i riflettori della televisione. E ha raccolto le forze per mettersi di fronte al grappolo di microfoni. E' sembrato che la signora volesse consultarsi per un attimo con l'interprete, prima di affrontare quei momenti. Poi si è seduta sulla poltroncina, mentre la figlia le teneva stretta una mano. Ha parlato in inglese, qui e là interrompendosi per superare l'angoscia. E quando ha concluso il suo messaggio s'è rialzata spossata ed è scomparsa con Cheryl dietro la porta. E' rimasto l'interprete, a tradurre le parole pronunciate dalla moglie del generale prigioniero dei brigatisti. Poche ore dopo che da Palazzo Carli era partito quell'appello, è giunta la notizia del volantino sul sequestro, fatto trovare a Roma dalle Br. Centinaia di uomini delle forze dell'ordine stanno setacciando il Veneto, altri gruppi di carabinieri e agenti di polizia sono impegnati nelle battute in tutte le zone dell'Italia Settentrionale, nella speranza di trovare una traccia dei rapitori di Jim Lee Dozier. Le ricerche si sono fatte particolarmente intense sulle sponde del lago di Garda. Nelle operazioni sono impiegati elicotteri e cani poliziotti. Il questore di Verona. Pasquale Zappone, dice: -Abbiamo creato un centro di coordinamento, con l'intervento di funzionari inviati dal ministro dell'Interno Rognoni, per sviluppare le indagini, anche sulla base di informazioni che ci possono giungere da altre regioni. C'è una rete di posti di blocco, sono in corso decine di rastrellamenti. E istituiremo altri posti di blocco, per evitare che i terroristi abbiano la possibilità di trasferire il generale da un rifugio all'altro-. Il questore aggiunge: -Se l'ostaggio si trova ancora nella nostra provincia. Noi riteniamo, però, che il tempo intercorso tra il sequestro e lo scattare dell'allarme abbia consentito al commando di portare il generale fuori da questa zona». Intanto, si cerca di raccogliere il maggior numero possibile di particolari sull'incursione dei brigatisti in lungadige Catena. Nelle ultime ore. a quanto pare, si è aggiunta una testimonianza: qualcuno avrebbe visto quel furgone di colore blu, sul quale viaggiava un gruppo di componenti il commando, fermarsi davanti l'abitazione di Jim Lee Dozier. Non appena hanno fatto irruzione nell'appartamento, i brigatisti hanno acceso la radio nel salotto, coprendo cosi il trambusto. Poi, le drammatiche sequenze del rapimento del generale, l'aggressione alla signora Judith, imbavagliata e incatenata mentre il marito veniva infilato nel baule. Sembra anche che uno dei quattro componenti il commando, dopo aver messo a soqquadro l'alloggio, si sia impadronito di qualche anello. Nel vasto raggio delle ricerche, si moltiplicano anche i tentativi di arrivare a blocca¬ re i cosiddetti fiancheggiatori: in un piano come questo, si osserva, dovevano essere comprese diverse «collaborazioni». -Certo — dice il questore — ci sarà chi ha fornito appoggi ai terroristi». Anche in questa direzione, comunque, non sembra che finora il cammino sia stato confortante, malgrado la quantità di perquisizioni compiute l'altra notte e nella giornata di ieri. Non c'è un indizio, insomma, sui brigatisti che hanno colpito l'alto ufficiale americano. Pasquale Zappone comunque conferma che c'erano certe preoccupazioni dopo gli ultimi comunicati delle Brigate rosse. «Ma le inquie¬ tudini — aggiunge — erano sorte per le basi della Nato, non per le persone». C'è chi sostiene, tuttavia, che qualche tempo fa Jim Lee Dozier era stato fatto oggetto di qualche minaccia. Il questore smentisce: -Mai segnalato nien te». Tra le mani degli inquirenti, ci sono ora gli identikit dei quattro uomini che hanno compiuto il sequestro del generale. Forse, attraverso queste immagini, è stato possibile tentare qualche identificazione. -Dovrebbe trattarsi — dice Zappone — di personaggi noti». Ma per il momento, nomi non ne fa. Giuliano Marchesini

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