C'erano 600 mila picchiatori pronti a soffocare Solidarietà

C'erano 600 mila picchiatori pronti a soffocare Solidarietà C'erano 600 mila picchiatori pronti a soffocare Solidarietà L'ala dura del poup li aveva organizzati nei «Gruppi d'azione comunisti» - La Giunta ha voluto evitare scontri più gravi? - La drammatica riunione del Consiglio di Stato Questa corrispondenza dell'ufficio Ansa di Varsavia, datata 16 dicembre, è giunta ieri all'Ansa di Parigi per vie private. VARSAVIA — Lo «stato di guerra» è soltanto un espediente per consentire ad una giunta militare di prendere il potere e di distruggere insieme con .Solidarietà» anche quanto restava del poup. In questi giorni a Varsavia circola la voce che la giunta abbia preso il potere per impedire che nel Paese scoppiasse la guerra civile. Ma da tempo si sapeva che l'ala ortodossa del partito, capeggiata da Olszowki e Grabski, aveva creato i «gruppi d'azione comunisti» composti da circa 600 mila giovani pronti a tutto, anche ad ingaggiare una lotta con il sindacato. Alcuni ritengono che l'intervento dell'esercito abbia inteso scavalcare quest'azione dei membri più decisi del partito, cercando di prevenire eventuali scontri. Il risultato è che il poup si trova oggi senza prospettive, e che questi 600 mila attivisti sono molto inquieti. Di conseguenza, lo «stato di guerra» divide ulteriormente la società polacca. C'è molta preoccupazione per il fatto che l'apparato poliziesco sembra prendere il sopravvento sull'attività della stessa giunta. In attesa di conoscere quale orientamento assumerà questa azione di polizia senza precedenti nella storia, bisogna sottolineare che vittima di essa non sono soltanto esponenti di «Solidarietà» e delle organizzazioni non riconosciute ufficialmente, ma anche deìi'intellighentia cattolica, della cultura laica e soprattutto dello stesso partito. Non sono infatti stati internati soltanto i -responsabili degli errori della passata ge- stione», ma anche gli elementi più attivi nel rinnovamento del partito dopo gli scioperi dell'estate scorsa. Non si contano gli esponenti locali del poup che sono stati e vengono ancora internati, e si cerca ormai di decapitare quel poco che restava della tradizione del pps (partito socialista polacco) nel partito. Si hanno ora alcuni particolari sulla dinamica di questo intervento preparato da mesi, con perfezione straordinaria. La notte di sabato scorso è stato riunito d'urgenza il Consiglio di Stato (presidenza collegiale della Repubblica); i membri del Consiglio sono stati trasportati in una località imprecisata da automezzi militari, ed è stato loro ordinato di approvare lo «stato di guerra» perché ormai tutto era già stato deciso. A questo punto, vi sono due versioni: secondo la prima, si sarebbero opposti tutti i membri del Consiglio di Stato meno il presidente ed il vice presidente: secondo l'altra, si sarebbe rifiutato solo Ryszard Reiff, presidente del gruppo cattolico d'ispirazione marxista Pax. La giunta avrebbe inoltre detto che non vi sarebbe stato bisogno dell'unanimità, ma che sarebbero bastate le firme del presidente e del vice presidente. Il fatto è che il decreto termina con la scritta «// presidente», ma senza la firma. La decisione di dichiarare lo «stato di guerra» ha suscitato contrasti anche nell'Ufficio Politico del poup. del quale, si sa da fonte comunista, si è astenuto lo stesso generale Jaruzelski. mentre hanno votato contro Kazimierz Barcikowski, il negoziatore di Stettino, e Jehieronim Kubiak, incaricato nell'Ufficio Politico dei problemi della cultura. Questo indica in un certo senso come la decisione costituisca un duro colpo anche per esponenti di primo piano. Fermento c'è anche tra la gioventù del partito, che ieri avrebbe mostrato l'intenzione di manifestare, in occasione dell'anniversario dei sanguinosi avvenimenti sulla costa baltica avvenuti il 17 dicembre del 1970, con gli altri studenti in una piazza del centro di Varsavia. A mano a mano che passano le ore il Paese sembra risvegliarsi dallo choc iniziale, e appare sempre più evidente lo sconvolgimento che questa decisione ha suscitato nella base del poup.

Persone citate: Jaruzelski, Kazimierz Barcikowski, Reiff

Luoghi citati: Parigi, Stettino, Varsavia