Scioperano 200 fabbriche Inviato del Papa dai generali

Scioperano 200 fabbriche Inviato del Papa dai generali Evitato per ora lo scontro frontale in Polonia Scioperano 200 fabbriche Inviato del Papa dai generali Agitazioni a Danzica, Katowice, Cracovia, Lublino, Breslavia, lavoro normale a Varsavia - La radio di Jaruzelski annuncia: «La maggioranza delle aziende funziona» - Il governo militare ha proibito le feste organizzate e i balli di Capodanno - Voci di un attacco cardiaco che avrebbe colpito Walesa - Processi sommari a sindacalisti VARSAVIA — Ha vinto la paura: lo sciopero generale non è riuscito. Il sindacato di Walesa, costretto alla clandestinità, decapitato e privato di mezzi di comunicazione, non è riuscito a organizzare la risposta dei lavoratori polacchi al «golpe» dei militari. Vi sono state agitazioni, ma isolate, a Danzica, Katowice, Cracovia, Lublino, Breslavia e alcune fabbriche hanno lavorato a ritmo ridotto, ma nel complesso la Polonia non si è fermata. In particolare la manifestazione di protesta non si è avuta a Varsavia, dove — secondo la radio del regime — si è lavorato anche alla «Ursus» e alla «Huta», le due fabbriche dove gli operai avevano opposto la più dura resistenza ai miliziani, fino allo scontro fisico quando Jaruzelski ha ordinato lo sgombero delle aziende occupate. «La calma regna nella maggioranza dei 49 voivodati e la maggioranza delle aziende funzionar., ha annunciato Radio Varsavia. Non ha però accennato alle miniere di carbone della Slesia e ai cantieri «Lenin», dove probabilmente le astensioni dal lavoro sono state massicce. Secondo la Bbc, le fabbriche in cui l'appello di Solidarietà è stato accolto sarebbero state duecento in nove province. Intanto il governo militare ha ordinato di annullare tutte le feste e le vacanze organizzate in occasione del Natale e i balli in programma per Ca.podanno. In compenso è stato aumentato a 3300 zloty il salario minimo a partire dal 1° gennaio ed è stata concessa una riduzione di due ore del coprifuoco nella maggior parte dei voivodati, esclusa la cit tà di Danzica, dove anzi è stato reso più pesante. I processi a Gierek e ai dirigenti silurati verranno anticipati. Un po' migliorata è la distribuzione di generi alimentari. Walesa rimane agli arresti domiciliari. Un cittadino francese giunto a Vienna da Varsavia ha detto di aver raccolto in «ambienti medici» non meglio identificati la voce secondo cui il fondatore di Solidarietà sarebbe stato colto da infarto, o quanto meno da una crisi cardiaca. L'ambasciatore polacco a Londra ha parlato invece di un «trattamento speciale» riservato a Walesa ed ha aggiunto che prosegue la sua trattativa con il governo militare. La repressione continua. Processi sommari ai violatori della legge marziale, altre ondate di arresti, minacce lanciate negli appelli radiofonici ufficiali. Tra gli ultimi arrestati, alcuni lavoratori che avevano organizzato la resistenza a Danzica, Radom e Lublino. I campi di internamento per gli oltre cinquantamila arrestati sono diventati tre: nei pressi di Varsavia, a Stettino e nella penisola di Hela. Qui è detenuto anche il novantaquattrenne professor Lipinski, membro dell'Accademia delle Scienze di Varsavia. Diciannove processi sommari si sono già conclusi con altrettante condanne. Un portavoce degli emigrati polacchi negli Usa ha detto che secondo le sue informazioni «molti attivisti di Solidarietà vengono deportati in Urss e in Cecoslovacchia". Ancora frammentarie le notizie sulle vittime degli scontri con i militari. Solo a Katowice risultano 66 morti, 30 a Wroclaw. Aiuti alimentari arrivano dalla Germania comunista: sono in viaggio tre convogli di camion con viveri, latte, indumenti e coperte. Prima del «golpe» Walesa — si è appreso ieri — aveva avvertito che non si dovevano inviare aiuti alla Polonia senza controllare che essi arrivassero direttamente agli interessati.

Persone citate: Gierek, Jaruzelski, Lenin, Lipinski, Walesa