Breznev con gli inviati del Papa ha parlato di pace (e di Polonia?)

Breznev con gli inviati del Papa ha parlato di pace (e di Polonia?) Breznev con gli inviati del Papa ha parlato di pace (e di Polonia?) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Una delegazione della Pontificia Accademia delle Scienze, formata dall'esperto di genetica fondamentale professor Jerome Lejeune e dal chimico professor G.B. Marini Bettolo, è stata ricevuta ieri al Cremlino da Breznev, al quale è stato consegnato il messaggio del Papa sulle «conseguenze dell'uso delle armi nucleari», corredato dagli studi svolti dall'Accademia Pontificia su quell'attuale e delicato tema. L'incontro, a quattro giorni dal 75° compleanno del leader sovietico, si è svolto — secon do il comunicato diramato dall'agenzia Tass — «in uno spirito di reciproco rispetto e buona volontà». Si ignora se, a 48 ore dall'introduzione della legge marziale in Polonia, gli inviati di Giovanni Paolo II fossero anche incaricati di . rivolgere appelli al capo del \ Cremlino o di consegnargli messaggi relativi alla grave situazione verificatasi a Varsavia. Parrebbe tuttavia di poterlo escludere in quanto, si fa osservare, l'incontro era già programmato da alcuni giorni secondo precìse linee. I due inviati del Vaticano hanno comunque preferito evitare qualsiasi incontro con i giornalisti occidentali, probabilmente proprio in previsione di insistenti domande sul tema più scottante del momento. Avvolti dalle misure di sicurezza che il Cremlino adotta per gli ospiti di riguardo, sono stati irreperibili. Né la Tass, nel comunicato, accenna alla questione polacca. Quello che la Tass mette invece in risalto è il discorso che Breznev ha rivolto ai visitatori, nel quale il capo del Cremlino ha intravisto l'occasione propizia non solo per ribadire i concetti di pace e di condanna della minaccia nucleare (gli stessi, sostanzialmente, che il Cremlino ripropone periodicamente), ma anche per riavviare con un intervento personale la macchina diplomatica del Cremlino, scrollandole di dosso un eventuale senso di introversione suscitato proprio dagli ultimi sviluppi polacchi. Le apprensioni vaticane per le tragiche conseguenze di una guerra nucleare hanno trovato nelle parole di Breznev un consenso pieno. «Per questo — ha detto il capo del Cremlino dopo un rapido riferimento alle iniziative sovietiche di pace — quanto più è udita l'autorevole e saggia opinione degli scienziati, tanto più milioni di persone si impegneranno per conseguire quell'obiettivo». Nonostante le diverse ideologie, Ita proseguito, Stati, partiti e organizzazioni sociali devono formare un fronte unico «per cercare di salvare l'umanità dal pericolo che la sovrasta». E' suprema responsabilità dei capi di Stato prevenire la guerra nucleare: «A questo fine — ha aggiunto — l'Unione Sovietica subordina la sua politica estera». Breznev ha concluso affermando che c'è posto per tutti — Stati grandi e piccoli, forze politiche, sociali, scientifiche e religiose — nel dialogo «diretto a migliorare il clima politico mondiale e a rafforzare la pace». f.gal,

Persone citate: Breznev, Giovanni Paolo Ii, Jerome Lejeune

Luoghi citati: Mosca, Polonia, Unione Sovietica, Varsavia