Tuti sprezzante con Ordine nuovo «Stimo solo Concutelli e Freda» di Vincenzo Tessandori

Tuti sprezzante con Ordine nuovo «Stimo solo Concutelli e Freda» Italicus, concluso dopo tre giorni l'interrogatorio del superimputato Tuti sprezzante con Ordine nuovo «Stimo solo Concutelli e Freda» □AL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Intrighi, piani eversivi, deliri golpisti, sogni di potere, associazioni sovversive, organizzazioni criminali, nostalgie: del mondo underground nero, febbrilmente attivo con attentati e documenti nei primi Anni 70. Mario Tuti ha una pessima opinione. Deve rispondere con Luciano Franci e Pietro Malentacchi della strage sull'Italicus del 4 agosto 1974 e di partecipazione ad associazione sovversiva. Dichiara: «L'Italicus mi interessa: da questa accusa l'oglio essere assolto. L'associazione sovversiva la porto avanti. Del resto già nel 74 ero favorevole alla lotta armata contro il sistema. Ma un'organizzazione non c'era allora e non c'è oggi-. A suo agio, seduto davanti al pretorio. Tuti racconta la sua «verità». Parla con voce pacata, come gli accade quando si sente tranquillo, sicuro di sé. Attentati e stragi non furono opera di una variabile impazzita di estremisti neri, dice, e con abilità lascia cadere un sospetto: «Sono gli anni in cui i servizi segreti del regime fanno cose strane-. No. neppure Ordine Nuovo era una cosa seria, afferma. E' vero, lui aveva detto di militare nel gruppo al momento dell'estradizione dalla Francia, ma soltanto per «cercar di impressionare i francesi e ottenere asilo politico o almeno l'espulsione-. Perché Ordine Nuovo? Tuti aveva previsto la domanda dell'accusa e risponde pronto: «Era l'unico gruppo che lasciava scritte sui muri in Toscana ed era conosciuto anche in Francia, dove esisteva un'organizzazione simile-. Del resto, aggiunge, parlò anche di attentati mai avvenuti. La difesa è stretta, attenta. «Gli attentati compiuti da diversi gruppi non facevano parte di un unico piano. In determinati periodi di tensione ci sono anche mini-rivolte, incendi isolati-. Parla di Elio Massagrande. Salvatore Francia. Clemente Graziani. che furono considerati i capi di Ordine Nuovo. «Un tris di bischeroni». Poi aggiunge che oggi i militanti dei Nar e di Terza posizione danno, di quei tre, «un giudizio di piombo, cioè plumbeo-. Fra quelli indicati come gli ideologi, soltanto Franco Freda sembra godere la sua stima, anche se, e ci tiene a sottolinearlo, «lui ha le sue idee, io le mie; lui è contrario allo spontaneismo, per esempio, io invece lo esalto-. Pier Luigi Concutelli, l'assassino di Occorsio, gode al contrario di stima e amicizia incondizionate: «Era un'eccezione, in Ordine Nuovo-. Da un rapporto dei carabinieri di Milano del 22 luglio 1975 e arrivato, come informa stizzito il pubblico ministero, Luigi Persico, soltanto ora in mano ai giudici bolognesi, si viene a sapere di una riunione che sarebbe avvenuta il 22 aprile '74 a Vergnano di Monte San Savino (Siena) in casa di Augusto Cauchi: «Si incontrarono i responsabili della strategia del tritolo. Erano tutti presenti, ospite d'onore del convegno Giancarlo Esposti, che assicurò i finanziamenti. E Tuti. pure presente, assicurò l'ampia disponibilità di uomini-. Non sembra scuotersi neppure quando il pubblico ministero comunica che tra l'esplosivo trovato a Franci. presunto inventore della sigla Fronte nazionale rivoluzionario, c'erano detonatori jugoslavi non in vendita in Italia, «identici anche a quelli trovati a Claudio Pera e Marco Affatigato, processati a Lucca-. Ribatte Tuti: «Ignoravo questi particolari, certo se c'è un mercato clandestino è chiaro che le fonti devono essere comuni-. Niente sembra scalfire la sua sicurezza. Rimane impassibile anche quando lo informano che i messaggi giunti nel dicembre '74 alla sede dell'agenzia giornalistica Ansa di Milano e Genova, firmati dallo «stato maggiore di Ordine Nuovo» recavano sulla busta il timbro di partenza di Empoli, dove lui abitava. ..Non sono stato certo io a mandarli. Quella zona era un'ottima copertura, in comune dove lai'oravo pensavano addirittura che fossi un "cinese"-. Vincenzo Tessandori