Il primate Glemp nella sua omelia « Pregherò perché vinca la ragione »

Il primate Glemp nella sua omelia « Pregherò perché vinca la ragione » Il primate Glemp nella sua omelia « Pregherò perché vinca la ragione » VARSAVIA — «Non Vi è bene più grande della vita umana: per questo farò appello alla ragione, anche a prezzo di ricevere insulti; e chiederò, anche se dovessi farlo in ginocchio, e a piedi nudi, che un polacco non lotti contro un altro polacco»; questo appello è stato rivolto ai polacchi dal primate, monsignor Jozef Glemp. nell'omelia pronunciata domenica sera nella chiesa dei gesuiti a Varsavia. • Radio Varsavia ha diffuso a più riprese una registrazione di 15 minuti dell'omelia, e nei due ultimi notiziari, questa mattina, questa ha preceduto tutte le altre comunicazioni. • Monsignor Glemp ha duramente condannato il ricorso allo stato di assedio, -violazione dei diritti civili e umani». -La Chiesa — ha detto — desidera comprendere tutti gli uomini. E' per questo che prova grande dolore per l'interruzione del dialogo, che era stato annodato con tanta difficoltà, e per questa svolta sulla strada della forza, qual è lo stato di assedio, che colpisce i principali diritti dei cittadini-. -Ciò comporta, in molti casi, che la dignità umana sia calpestata, che gente innocente sia arrestata, che uomini di scienza e di cultura siano maltrattati (...). I rappresentanti della Chiesa esigeranno incessantemente, nella misura delle loro possibilità, la liberazione dei cittadini ingiustamente arrestati, il rilascio dei malati, dei padri di famiglia...-. • Dopo avere accennato a «interventi, già compiuti dalla Chiesa nella giornata di domenica, grazie ai quali -si può sperare almeno nella liberazione di numerose personalità del mondo della cultura», il primate ha aggiunto: -Resta però la cosa più importante: salvare le vite umane ed evitare lo spargimento di sangue (...) Non importa se la Chiesa l'iene accusata di codardia, di temporeggiare, di voler fare abbassare la tensione. La Chiesa vuole difendere ogni vita umana, e perciò in questo regime di legge marziale la Chiesa farà appello, dovunque sarà possibile, alla calma, alla fine della violenza, alla fine di lotte fratricide, se esse dovessero avvenire. • -Non offrite le vostre te¬ ste, fratelli operai e lavoratori delle grandi aziende, perché il prezzo della vita umana sarà molto basso. Ed ogni testa, ogni paio di mani, saranno preziosi per la ricostruzione che seguirà la fine dello stato di assedio. -Nei prossimi giorni noi ci riuniremo, fedeli di Gesù Cristo, nel santuario della Madre generosa, patrona di questa capitale, con la fede della speranza. Pregheremo Dio misericordioso perché prevalga la ragione, perché le forze dell'ordine rispettino i cittadini, perché gli operai comprendano la gravità dell'ora, perché tra i giovani prevalga la saggezza. • -Lo stato di assedio — ha detto ancora il primate —è uno stato di leggi nuove e severe che sospendono numerose libertà civili. L'autorità ha cessato di rappresentare il dialogo per i cittadini o. in ogni caso, per la maggioranza dei cittadini. Essa diventa un'autorità dotata di mezzi di temporanea costrizione e che esige di essere obbedita-. -Non ascoltare le decisioni delle autorità nelle condizioni delio stato di assedio potrebbe provocare l'imposizione del¬ l'obbedienza con la costrizione e con spargimenti di sangue, perché le autorità hanno le forze armate a loro disposizione. Possiamo indignarci e gridare contro l'ingiustizia di questo stato di cose, protestare contro la violazione dei diritti civili e dei diritti umani, ma ciò potrebbe non dare i risultati sperati. Infatti le autorità dello stato di assedio non sono, per lo meno nella maggior parte e lo sottolineo, autorità del dialogo-. • Il primate di Polonia ha cosi proseguito: -Le autorità ritengono che le misure eccezionali della legge marziale siano dettate da una più alta necessità, siano la scelta del male minore. Presumendo che tale ragionamento sia corretto, l'uomo della strada accetta la nuova situazione.Ha molte persone si sentono colpite nelle loro aspirazioni, e colpite dal sentimento doloroso dell'ingiustizia. E allora, senza considerare il rapporto di forze, vogliono opporsi alla situazione attuale, a questo male che si è manifestato-, ha concluso il primate, rinnovando quindi il suo appello alla calma affinchè siano risparmiate vite umane.

Persone citate: Glemp, Jozef Glemp

Luoghi citati: Polonia, Varsavia