Mille insegnanti per 23 quartieri

Mille insegnanti per 23 quartieri Cambia la professione del maestro Mille insegnanti per 23 quartieri Rimasti senza allievi, saranno utilizzati per tenere corsi (musica, foto) aperti a tutti Gli studenti diminuiscono, dopo gli aumenti tumultuosi che hanno messo in crisi le strutture della scuola. Il calo tocca in particolare le elementari: nel '75-76 gli iscritti erano 82 mila, le classi oltre 3600; nell'81-82 72 mila gli iscritti, le classi 3350 (e si calcola che nell'84-85 i primi scenderanno a 62.800 e le seconde a 2890). In passato, il problema edilizie ha richiesto impiego di parecchi miliardi e anni di lavoro per eliminare i doppi turni. Lo Stato ha inserito nuovi maestri di ruolo con leggi e sanatorie, ma anche l'amministrazione locale ha dato il proprio personale. Un intervento indispensabile per affiancare al tempo pieno statale, concesso con il contagocce, il tempo integrato e offrire così ad un maggior numero di allievi la possibilità di restare a scuola mattina e pomeriggio. Per fare questo in pochi anni sono state assunte circa mille persone. Il problema oggi è: che cosa fare di questo personale che cresce e degli spazi che già cominciano a restare vuoti per la diminuzione di allievi? L'assessore all'istruzione Artesio ha proposto un primo progetto per riconvertire uomini e strutture. Nel futuro torinese si vedono laboratori di quartiere inseriti nelle scuole dove esistono locali liberi. Scopo: far confluire una serie di «attività guidate» dagli insegnanti comunali e rivolte ai ragazzi delle scuole, ma anche a tutta la popolazione di zona. Il progetto è all'esame dei quartieri e degli insegnanti comunali. Si stanno delineando due filoni diversi che nei prossimi giorni verranno discussi con l'assessore Artesio. Il primo lo illustra Franco Tridente, maestro della Don Milani, del quartiere Santa Rita. •Possiamo offrire un servizio molto importante come educatori di laboratorio o come assistenti di appoggio per gli alunni handicappati. Ma è necessario che entro il prossimo giugno ci sia un preciso piano per individuare le strutture dove far nascere i laboratori e per dare inizio a corsi di riqualificazione del personale, in modo di poter avviare la nuova attività nel 7985». «Il laboratorio potrebbe assumere un importante ruolo, ma soltanto per la scuola e non per il quartiere. Si pensa che gli educatori dovrebbero lavorare dalle 8,30 alle 18 con docenti ed allievi per ricerche ed attività speciali. Ad esempio corsi di botanica o di fotografia, di lingue o di musica. Dovrebbero anche ospitare le cosiddette "fasce di rischio", cioè bambini che necessitano di particolari attenzioni per essere inseriti: Il secondo filone lo illustra il maestro Innocenzo Ambrisi della Aldo Moro, quartiere Vallette. 'Siamo maestri, abbiamo sempre insegnato accanto ai colleghi statali. Ritengo che sia giusto lasciare facoltà di scelta. Chi vuole faccia pure l'educatore di laboratorio, ma si dia la possibilità a chi lo desidera di passare allo Stato senza perdere i diritti acquisiti. Ora questo è impossibile. Occorre una legge speciale». Spiega: «Non siamo contrari in assoluto ai laboratori di quartiere, ma comunque questi dovrebbero limitare l'intervento sui bimbi che fanno il tempo pieno per evitare che diventino dei parcheggi per coloro che altrimenti nel pomeriggio rimarrebbero incustoditi». In sostanza sono tutti d'accordo a migliorare la qualità della scuola, ma intendono anche salvaguardare gli interessi dei mille maestri che da anni lavorano inseriti nei ruoli comunali. ni. vai.

Persone citate: Aldo Moro, Artesio, Don Milani, Franco Tridente, Innocenzo Ambrisi