Domani vota il mondo della scuola Bodrato: è un'occasione di dialogo di Marco Tosatti

Domani vota il mondo della scuola Bodrato: è un'occasione di dialogo Si rinnovano gli organismi collegiali, tra contestazioni e diffidenze Domani vota il mondo della scuola Bodrato: è un'occasione di dialogo Campagna elettorale quasi in sordina - Una parte degli studenti rifiuta le elezioni e promuove comitati autonomi - Il ministro: «E' vero, la riforma è in grave ritardo, ma è importante tenere in piedi questo momento di partecipazione» - Resistenze alle innovazioni ROMA — Senza troppo clamore, dai quindici ai diciassette milioni di studenti, genitori insegnanti e altri lavoratori della scuola andranno a votare, domenica e lunedi, per il rinnovo degli organi collegiali. Consigli di circolo, consigli di istituto, consigli distrettuali e provinciali saranno rinnovati, in attesa della riforma, ferma al Parlamento, che dovrebbe garantire una più ampia e reale partecipazione del mondo esterno alla scuola. Si tratta della terza «legislatura» per questi organi di rappresentanza; e lo slancio di qualche anno or sono si è assai affievolito, spento dalle resistenze burocratiche, dalla difficoltà di tradurre in opere gli enunciati delle assemblee e delle riunioni, da un senso diffuso di inutilità. Ma. nonostante la prova non esaltante fornita finora, alcuni fra i maggiori partiti, sia pure con l'aria della «difesa d'ufficio», raccomandano di votare. Il perché di questo comportamento l'abbiamo chiesto al ministro della Pubblica Istruzione. Guido Bodrato. -E' una contraddizione naturale. Quando si critica il distretto scolastico, o il consiglio di classe, dal punto di vista della carenza di funzionamento, si esprime un'esigenza ideale, che è poi difficile far corrispondere con la realtà. E quando poi si traggono le somme di queste attese — ha proseguito ii ministro dell'Istruzione — ci si rende conto in definitiva che. malgrado le carenze che in concreto esistono, è però importante tenere in piedi questo momento di partecipazione». Queste elezioni — è il pensiero del ministro — esprimono l'apertura della scuola alla realtà esterna e sono l'occasione per un dialogo permanente, e qualificato, fra le diverse componenti. -E soprattutto dal punto di vista del significato politico, le elezioni rappresentano un modo di rendere vivo il problema della scuola, che altrimenti rischia di essere dimenticato per il prevalere di altre preoccupazioni: crisi economica, violenza politica, terrorismo, pace-. Lo scarso battage che ha ritmato fino al suo compimento il rinnovo degli organismi scolastici non è che un'ulteriore testimonianza dello scarso interesse di tutti i partiti verso i problemi dell'istruzione. Lontani i tempi delle n e e o o o o n a o e a o i o grandi battaglie sui progetti di riforma; persino una legge come quella per gli organi collegiali, sulla quale in partenza non c'erano grosse divergenze, s'è arenata in Parlamento, e attende la definitiva approvazione. -Vi era la convinzione che l'iter della nuova legge fosse rapido — dice Bodrato — e proprio per questo l'anno scorso si sono rinviate le elezioni. Poi sono emerse le difficoltà, in parte dovute alla situazione politica generale, con la crisi di governo e la prevalenza di altri problemi-. Il testo di riforma è a Montecitorio, pronto per essere votato dall'aula. Bodrato ritiene che il varo avverrà all'inizio dell'82 Ma si è preferito comunque indire le elezioni, e non correre il rischio di un altro anno trascorso inutilmente. Tutti riconoscono, in termini più o meno severi, che gli organi collegiali si sono impantanati. E l'accusa più ricorrente ne dà la responsabilità alle resistenze burocratiche. E' vero? E che cosa ne pensa il ministro? «Ogni innovazione incontra le resistenze delle strutture tradizionali. Penso che questa critica sia giusta. Gli organi collegiali — ha detto ancora Bodrato —. innovando rispetto alla scuola tradizionale, si sono urtati con diffidenze, resistenze e in qualche caso anche, certo, con delle ostilità, sia centrali che periferiche. Questa è una delle ragioni della crisi, anche se certamente non l'unica-. L'eccessiva politicizzazione («una tendenza latente anche nella vita scolastica-) è un altro serio motivo di preoccupazione, secondo il responsabile della Pubblica Istruzione. -L'esperienza che si sta aprendo con il voto di domenica deve fare tesoro del bilancio delle due prime legislature, evitare posizioni pregiudizialmente contrapposte per ragioni politiche. Il rilancio degli organi collegiali comporta anche il rilancio del dibattito sulla politica scolastica del nostro Paese-. Fin qui, il ministro. E gli altri — sindacati, partiti, studenti, genitori — che cosa dicono? E' un panorama assai vario di opinioni e tendenze. C'è un forte ritorno di impegno cattolico, con qualche punta polemica. I cristiani per il socialismo, a Roma, accusano il cardinale Poletti, vicario del Papa, di aver -inquinato la prassi democratica, dando direttive ai fedeli per la scelta del candidato alle elezioni scolastiche- . Per una partecipazione massiccia si è schierata la de: lo ha detto Piccoli, lo conferma Maria Sassoli, del movimento giovanile: -Solo così si può arrivare al più presto alla riforma della scuola, e risolvere il problema degli organi collegiali-. La de non presenta liste proprie ma appoggia quelle di ispirazione cattolica. Il partito comunista e la sua federazione giovanile vanno alle elezioni su posizioni diverse. La Fgci non ha presentato liste; è una critica verso la struttura attuale degli organi collegiali, condivisa d'altronde dai giovani repubblicani, che hanno annunciato l'astensione. -La nostra battaglia per sbloccare la situazione — ha detto Folena. della Fgci — la condurremo generalizzando la formazione di comitati studenteschi di istituto, e per il loro riconoscimento partitetico con quello delle altre forze del mondo della scuola-. Oltre ai comunisti e ai repubblicani, danno la loro adesione a questo programma gli studenti del pdup e del movimento federativo democratico. Ma a livello di genitori e insegnanti, il pei, per bocca di Alessandro Natta, ha raccomandato la partecipazione: -E' una delle strade decisive per ridare vita alla necessaria opera di rinnovamento. Solo ridando fiducia a quelle forze che hanno lavorato e lavorano per l'innovazione sarà possibile fare uscire il nostro Paese dallo stato di abbandono-. E se Bodrato parla di politicizzazione, a Botteghe Oscure si accusa il mondo cattolico di «ideologizzazione» di queste elezioni, ricordando il monito della Conferenza episcopale a non formare «liste unitarie». L'invito a votare viene anche, oltre che dal Coordinamento genitori democratici, dal psi: -La battaglia va impostata sulla linea della rivitalizzazione dei contenuti, in attesa della riforma — afferma Laura Fincato —. Bisogna sconfiggere l'immobilismo legislativo. Ecco perché chiamiamo al voto: dobbiamo appellarci al senso di responsabilità di quanti credono nella scuola pubblica, vogliono che rimanga pubblica, vogliono cambiarla e migliorarla-. Marco Tosatti Mdp—è

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