Aalto, l'audacia di un architetto tra arte, natura, qualità della vita di Angelo Dragone

Aalto, l'audacia di un architetto tra arte, natura, qualità della vita A TORINO UNA MOSTRA CHE FARA' IL GIRO D'EUROPA Aalto, l'audacia di un architetto tra arte, natura, qualità della vita TORINO — Ripresa da una iniziativa finlandese dovuta ai Musei di Jyvaskyla e di Pori, ieri sera è stata inaugurata a Torino, nelle sale della «Promotrice», al Valentino, una esposizione di Alvar Aalto (1898-1976), ch'è stato une dei «grandi» dell'architettura contemporanea e quello che più di ogni altro, forse, s'adoprò per mettere in luce e soddisfare esigenze da sempre vive nell'uomo. Organizzata in collaborazione con l'Assessorato regionale per la Cultura, la mostra è stata realizzata dall'Istituto «Alvar Aalto» di Torino che. fondato nel 1970 da Leonardo e Laura Mosso, da oltre un decennio opera nel campo dell'architettura come centro internazionale di documentazione e di promozione culturale. Ordinata su progetto del Mosso stesso, la rassegna — che nel gennaio-febbraio prossimi passerà a Lugano e a Zurigo, prime tappe d'un circuito centro-europeo — si articola in due sezioni. La prima, che si sviluppa soprattutto nel salone, costituisce una proposta di lettura visiva dell'opera di Aalto. presentata per temi messi via via a fuoco attraverso oltre 400 immagini fotografiche, cui si affianca una scelta di schizzi, disegni e di documenti riuniti per «insiemi» problematicamente caratterizzati. L'opera del Maestro finlandese vi viene infatti riesaminata nelle sue tematiche, fondamentali per la stessa vita dell'uomo moderne di cui toccano da vicino anche interessi spirituali e culturali. A emergere sono i rapporti tra «qualità» abitative e di vita, il senso della comunicazione sociale e le relazioni con le istituzioni negli edifici e negli spazi pubblici, i caratteri del lavoro produttivo ed ancora il rapporto tra natura e cultura storico-costruttiva: insomma l'autentica portata di quell'architettura che Aalto aveva cosi bene inteso come mediazione tra natura e società. Favorita da questo tipo di approccio, la seconda parte della mostra potrà rivelare una presa anche più immediata sul visitatore, per la suggestiva presenza di materiali ed elementi propri dell'architettura aaltiana: oggetti sperimentali (come i legni compensati o massicci variamente lavorati per aumentarne la resistenza nella flessione o consentire nuovi tipi di giunzione tra gambe e piani orizzontali) ma anche esempi di arredamento, dalle lampade ai vetri e alle stoffe, dai mobili alle ceramiche e ai laterizi da Aalto utilizzati nel contesto delle sue opere. Si tratta a volte di veri e propri «pezzi staccati» provenienti in certi casi anche da edifici, purtroppo, di recente rimaneggiati (per non dire manomessi) a cominciare da quel capolavoro del «razionalismo» architettonico che è il Sanatorio di Paimio (1928-1933) ideato, come aveva voluto il suo autore per -proteggere quanto più è possibile e servire, con i mezzi dell'arte del costruire, il piccolo uomo, in questo caso perfino infelice e ammalato-. Ed eccone. quasi reliquie, le maniglie delle porte studiate in modo da evi- tare il facile impigliarsi degli indumenti, e il lavabo delle camere di degenza in cui l'acqua poteva scorrere silenziosamente, senza disturbare i vicini. Nel contesto dell'esposizione è stato allestito anche un «laboratorio Alvar Aalto» nell'intento di fornire strumenti per un personale approfondimento delle tematiche aaltiane. in particolare sotto il profilo educativo. Ed è quanto ha messo molto bene in evidenza Francesco de Bartolomeis nel suo contributo al volume-catalogo della mostra che, curato da Leonardo Mosso (Studio Forma. Torino), è stato arricchito da altri interventi specialistici di Paolo Portoghesi. Laura Castano. Markku Lami e Satu Mattila. Ciascuno ha avuto modo di far sentire quanto di vivo tuttora conservi l'esperienza esemplare di Aalto: un Maestro che aveva saputo cercare e trovare nuove ed audaci soluzioni costruttive nell'uso più appropriato dei materiali, preferibilmente locali, ma soprattutto nel perseguire, attraverso un'architettura -fatta pei l'uomo e non viceversa-, un ideale di semplicità e di purezza, che nasceva dal sue amore per la natura da una radicata fiducia nella vita intesa nei suoi valori più squisitamente umani. Angelo Dragone

Luoghi citati: Europa, Lugano, Torino, Zurigo