Troppi Bot soffocano la Borsa
Troppi Bot soffocano la Borsa Lo ha detto il presidente Consob alla Commissione finanze del Senato Troppi Bot soffocano la Borsa «Gli azionisti — ha aggiunto Rossi — hanno scarse prospettive se si persiste nelle attuali decisioni finanziarie» I disegni di legge su fondi di investimento italiani e su agevolazioni fiscali per l'ampliamento del mercato ROMA — L'enorme richiesta di liquidità, da parte dello Stato che, attraverso il collegamento dei Bot, drena quote imponenti di risparmio è una delle ragioni della ristrettezza del mercato borsistico italiano. Lo ha detto il presidente della Consob, Guido Rossi, illustrando alla commissione finanze del Senato il punto di vista dell'ente di controllo sui mercati azionari a proposito della situazione delle borse e, in particolare, di due provvedimenti in discussione a Palazzo Madama. Si tratta dei disegni di legge che dispongono agevolazioni fiscali per l'ampliamento del mercato azionario e che istituiscono i fondi di investimento di diritto italiano. Secondo Rossi, l'attuale situazione delle borse favorisce le tendenze speculative. La Consob sta attuando — ha ag- giunto — un'opera di pulizia del listino; il necessario allargamento dei listini azionari dipende tuttavia dalla politiI ca economica del governo. Le Borse italiane — secondo Rossi — hanno scarse prospettive, se si persiste nelle attuali scelte economiche e finanziarie. Insomma, secondo Rossi, sono indispensabili provvedimenti tendenti a favorire il finanziamento delle attività produttive. Guido Rossi è poi passato ad esaminare i due disegni di legge, esprimendo critiche severe su entrambi. Quanto all'allargamento del mercato azionario, il presidente della Consob ha definito .paradossale» il fatto che vengano concesse agevolazioni fiscali solo a società che già hanno goduto in precedenza di analoghe facilitazioni effettuando scorpori. Relativamente all'istituzione ed alla disciplina dei fondi comuni di investimento mobiliare. Rossi ha definito una .vera aberrazione sia giuridica sia tecnica, la tassazione delle plusvalenze derivanti dalla compravendita delle azioni del fondo (plusvalenze che verrebbero soggette ad una imposta sostitutiva del 15 per cento). Il fondo — ha spiegato Rossi — è patrimonio comune dei partecipanti; non ha quindi alcuna personalità neppure a fini fiscali. Tassare le plusvalenze significherebbe, secondo Rossi, eliminare la funzione calmieratrice del fondo (non sarebbe più conveniente vendere le azioni nei periodi di rialzo) ed imporrebbe un identico trat¬ tamento dei fondi di diritto lussemburghese già operanti in Italia, spingendoli a lasciare il nostro Paese. « E' meglio non avere fondi di diritto italiano piuttosto che introdurre una disciplina aberrante', ha insistito Rossi. Egli ha proposto invece una ritenuta di imposta sui dividendi. Dopo aver lamentato che al controllo dei fondi sia preposta la Banca d'Italia anziché la Consob. Rossi ha fatto pre¬ sente ai senatori le più immediate esigenze della Commissione per le società e la Borsa. Occorre in primo luogo consentire alla Consob un completo controllo delle società fiduciarie; in secondo luogo, deve essere affrontato il problema del dilagare, nel mercato del risparmio, di forme di assorbimento del risparmio stesso, quali le fedi di deposito ed i certificati immobiliari, istituti poco controllabili. Guido Rossi
Persone citate: Guido Rossi
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