Dal terremoto di Ruggero Conteduca

Dal terremoto Dal terremoto (Segue dalla l'pagina) ruzzo, la risposta è positiva. Per gli altri, no. C'è persino qualcuno che ha creduto fino a poco tempo fa che il terremoto ci sia stato preferendo, poi, pensare il contrario. E' il caso del proprietario di un grosso albergo che dà sul porticciolo di San Marco: tra i primi a lamentare danni allo stabile in conseguenza del sismo, è stato tra i primi a firmare la protesta contro la giunta sostenendo il contrario. Un suo terreno era rimasto incluso nella lista dei metri quadri da espropriare. -D'accordo. E' un tipico esempio di malafede — dicono alcuni paesani — ma non è la regola. Fra i firmatari dell'esposto ve ne sono tanti che non hanno nulla da perdere e che hanno agito per pura onestà». E citano un altro esempio: quello di due proprietari di uno stesso stabile. Il primo ha presentato la domanda di indennizzo, l'altro non solo si è rifiutato di farlo sostenendo che le crepe della casa erano preesistenti al terremoto, ma ha sottoscritto la lista dei 256 per dimostrare che in paese il sismo non ha prodotto danni. La stessa spaccatura si riscontra nella classe politica: non in quella degli amministratori locali che si mostra anzi abbastanza compatta all'infuori della de (una volta tanto all'opposizione e quindi aliena da colpe) ma in quella delle rappresentanze nazionali, dei parlamentari eletti in questo collegio. Anche loro sono in disaccordo: c'è per esempio don «Peppino» Manente Comunale, onorevole de. a detta di alcuni l'artefice dell'inclusione di Castellabate fra i Comuni terremotati, e c'è Bernardo D'Arezzo, senatore, fanfaniano di ferro, ex ministro al Turismo, che ha apposto la sua firma nell'elenco dei 256. Che cosa succederà ora? Bisognerà attendere l'esito delle denunce — dicono in paese — anche se nel frattempo pare che la Regione abbia già erogato un contributo di cento milioni da ripartire fra i 46 che hanno lamentato danni: -Sulla base di perizie private anche se giurate — precisano però gli oppositori — nessuno mai è venuto a controllare se tali danni esistessero realmente». E bisognerà attendere anche la decisione del magistrato investito da un esposto inoltrato dal vescovo di Vallo della Lucania contro l'esproprio del castello, di proprietà dei benedettini, destinato a diventare, nel progetto dei due architetti, un centro socio-culturale. Una nobile iniziativa che verrà a costare, da sola, 1 miliardo e 750 milioni: 500 per l'esproprio e 1 miliardo e 250 milioni per la ristrutturazione architettonica e urbanistica. Ruggero Conteduca

Persone citate: Bernardo D'arezzo, Manente Comunale

Luoghi citati: Castellabate, Vallo Della Lucania