Sanità, troppe cose proprio non vanno

Sanità, troppe cose proprio non vanno Le denunce degli «operatori» Sanità, troppe cose proprio non vanno Medici scontenti, farmacisti polemici, unità sanitarie bloccate - Gli anziani sono ignorati Alcune centinaia di «operatori sanitari», come vengono chiamati oggi medici, infermieri, ostetriche, tecnici a qualsiasi livello, più amministratori di Unità sanitarie locali e uomini politici, intorno al letto della Sanità e studiarne diagnosi e terapia. Questo 10 scopo del convegno su «Le Unità sanitarie locali» come ce lo descrive il suo organizzatore Gabriele Lanzarotti responsabile delle edizioni «Giornale della sanità». Ad alcuni partecipanti abbiamo posto la domanda: come va la riforma in Piemonte? Ecco le risposte. I MEDICI — Il prof. Carlo Palenzona, vicepresidente nazionale della società di medicina sociale parla dal podio: 'L'impostazione generale della legge era più che giustificato, ma oggi bisogna riparare con urgenza, gli errori che essa contiene'. Ecco il fondamentale: «Il tutto gratis a tutti è fondamentalmente sbagliato». E allora? Tra le molte vie, che presentano tutte qualche rischio di penalizzare i più deboli, una appare subito applicabile: il «ticket dissuasivo». Quella farmaceutico, ad esempio, «è del 20% in Germania, una sterlina in Inghilterra, 30% in Francia; in Urss i farmaci sono quasi tutti a carico dell'assistito, sia pure con prezzi politici'. Dott. Giorgio Dami, presidente dei medici condotti. -Prima della riforma eravamo 600, con compiti di diagnosi e cura per tutta la popolazione della condotta, e di medicina preventiva (vaccinazioni, controlli). Ora ci sono rimasti i compiti preventivi; per 11 resto siamo come gli altri medici del servizio sanitario. La Regione ha accolto le nostre richieste per un servizio regolamentato del medico condotto e forse qualcosa migliorerà». E la riforma? «Il concetto generale è positivo: assistenza capillare e perequata, facile accesso all'utenza, partecipazione dei cittadini alla gestione. Ma questo spirito non è stato sufficientemente tradotto in pratica». FARMACISTI — Ci sono 16 mila specialità. La spesa sanitaria è cosi suddivisa: 55% spesa ospedaliera; 20% spesa farmaceutica ospedaliera, 15% spesa farmaceutica esterna. Il resto per assistenza generica. « Bisogna cominciare a razionalizzare e qualificare la spesa sia dentro che fuori gli ospedali» dicono i dottori Lomagno (responsabile farmaceutico di Chivasso, Usi 39), Infantino di Rivoli (Usi 25) e Morigi (presidente dei titolari di farmacia). Ma ci sono specialità che in farmacia non esistono. «Sono quelle non ancora registrate, ma che si rivelano valide per alcune cure specifiche, vedi i tumori. Oppure carissime e di uso limitato. Sono contenute negli "armadi farmaceutici" presso quattro ospedali: Molinette, Cuneo, Novara e Alessandria e a disposizione di tutti gli ospedali. Ma solo degli ospedali, quindi un malato deve essere per forza ricoverato. E aumentano le spese e i giorni di degenza. Perché in Piemonte non esiste un "day ospitai" che funzioni». LE 76 USL — Il presidente dell'assemblea di quella di Casale, Aldo Timossi, si fa portavoce delle lagnanze dei medici che dicono: «Con le vecchie amministrazioni ospedaliere avevamo un colloquio, oggi i Comitati di gestione delle Usi ci ignorano. E fanno ipiani senza di noi». Ci sono altri problemi, che riguardano il Piano sanitario regionale. Il quale, per esempio, ignora gli anziani. I bambini hanno cinque presidi sanitari: pediatra di base, consultori, asili-nido, ospedali o cliniche specializzate. Gli anziani solo il medico di base. E il Piano non parla di geriatria, mentre Veneto ed Emilia-Romagna, — dice Vittorio Beltrami, presidente della V Commissione del Consiglio regionale — prevedono posti letto pari allo 0,85 per mille abitanti. Conclusione? Porse quella del presidente Enrietti: «La riforma è un processo lungo, di organizzazione, integrazione, conquista giornaliera». Domenico Garbarino

Persone citate: Aldo Timossi, Carlo Palenzona, Domenico Garbarino, Enrietti, Gabriele Lanzarotti, Giorgio Dami, Infantino, Lomagno, Morigi, Vittorio Beltrami