Albertazzi: ed ora rinasco in Bottega

Albertazzi: ed ora rinasco in Bottega Articolo dell'attore maestro a Firenze Albertazzi: ed ora rinasco in Bottega Dopo l'articolo di Vittorio Gassman sulla Bottega teatrale di Firenze, che ha iniziato i suoi corsi il 2 dicembre, pubblichiamo oggi un intervento di Giorgio Albertazzi. Tra maggio e giugno, l'attore terrà ai giovani della Bottega una serie di lezioni sul testo e il mito di Amleto. Chi è fondamentalmente un maestro prende sul serio ogni cosa soltanto in reiasione ai suoi scolari: perfino se stesso. Non vorrei prendermi troppo sul serio, ma mi sembra che questa affermazione nicciana mi stia a pennello. Man mano die i ragazzi arrivavano alla Bottega per rincontro-audizione, circa un mese fa a Fireme (cento da sentirne e vederne per 25-26 da selezionarej, un gran senso di responsabilità aveva il sopravvento in me su qualsiasi tipo di pulsione esibizionistica. Sono stati dieci giorni molto intensi idi conoscenza e di gioco/. Non avevo nessuna voglia nemmeno di «fraternizzare», come si dice, ma piuttosto di amarli. E' diverso e l'ho detto. Il primo giorno ho fatto un discorsino: mi ritengo un contemporaneo, lio detto, dei giovani corpi presenti (non cioè un corpo storico) e poi, seguitando a citare semiserio Roland Barthes, ho aggiunto che 10 devo periodicamente rinascere, cioè farmi più giovane di quello che sono, e che quella della Bottega era un'occasione, die viene a proposito dopo il metaforico suicidio artistico di cui si è parlato l'anno passato u proposito del Re Nicolò di Wedekind e riparlato quest'anno a proposito del mio Enrico IV pirandelliano. C'è un'età in cui si insegna ciò die si sa, poi ne viene unallra in cui si insegna ciò die non si sa: questo si chiama cercare. E' questa la mia età. A maggio e fino a tutto giugno sarò alla Bottega con ì 30 ragazzi e ragazze (di numero quasi pari, un terzo di toscani) a lavorare su «Amleto», testo e mito, Amleto nella coscienza (tarlo e inciampo/ dell'uomo die siamo. Amleto è un universo di segni, una struttura linguistica, perfino discutìbile. La adopereremo come uncantiere, una selva selvaggia. Attraversarla significa lasciarci la pelle, forse, o ferirsi, smarrirsi. Ecco, questi shocks personali sono l'attore se li sa riferire, se riesce a impossessarsi delle proprie emozioni e riferirle, sema paura di sbagliare. Ci vogliono gli strumenti e le tecniche per farlo. Cioè la bottega. Questo vorrei tentare di fare a Firenze fra maggio e giugno dell'82: fare un viaggio dentro Shakespeare (che è il teatro) con i ragazzi della Bottega. Vedremo come ne usciamo: chi con le ossa rotte e chi ringiovanito, chi felice e chi sconfitto. Giorgio Albertazzi

Persone citate: Albertazzi, Enrico Iv, Giorgio Albertazzi, Roland Barthes, Shakespeare, Vittorio Gassman, Wedekind

Luoghi citati: Fireme, Firenze