E' finita la protesta di Pironi ma un altro riprende il digiuno

E' finita la protesta di Pironi ma un altro riprende il digiuno Fissato il processo, decide di alimentarsi uno dei detenuti di Parma E' finita la protesta di Pironi ma un altro riprende il digiuno Ciro Paparo, ricoverato a Milano, ha ricominciato a rifiutare il cibo - Valentino prosegue una dieta leggera - Offerto un comitato di garanti per la libertà provvisoria dei tre DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Al 73" giorno. Roberto Pironi ha sospeso lo sciopero della fame che conduceva dal 23 settembre scorso. La decisione è venuta ieri mattina dopo che uno dei suoi legali. Giuliano Pisapia. lo ha informato che il processo a carico suo (per rapina e tentata rapina) e di altri 25 è stato fissato dai giudici della seconda corte d'assise per il febbraio prossimo. -Ho deciso — dice Pironi in una lettera aperta — di accettare le cure e i consigli dei medici per affrontare con maggiore lucidità il processo. Al termine dei 72 giorni di digiuno — continua — voglio esprimere il mio affetto a coloro che hanno seguito il mio caso e ringraziare i medici e gli operatori sanitari dell'ospedale dì Parma oltre che ribadire di non aver mai avuto intenzione di porre ricatti a chicchessia». • La mia scelta — prosegue Pironi — era determinata unicamente da quanto ho visto e subito il 22 settembre scorso nel carcere di San Vittore e del terrore che ne è seguito; era tesa — dice ancora — a riaffermare i due diritti fondamentali di qualsiasi imputato: quello alla incolumità fisica e quello di potersi difendere in dibattimento senza marcire anni in carcere». Fin qui la vicenda di Pironi che pare essersi risolta felicemente per lui anche se prima che possa tornare all'alimentazione normale ci vorrà parecchio tempo. Giovanni Valentino, l'altro giovane con lui nell'ospedale di Parma, ha ricevuto ieri pomeriggio la visita del parlamentare radicale Marco Boato e dell'assessore alla Sanità del comune di Parma Mario Tommasini i quali, come del resto fanno continuamente la moglie e il personale sanitario, hanno cercato di convincerlo a smettere del tutto il digiuno. Un piccolo parziale risultato lo hanno ottenuto e Valentino prosegue una dieta leggera di mantenimento con bevande zuccherate, latte e orzo. Anche per quanto riguarda Ciro Paparo. l'unico dei tre rimasto all'ospedale Policlinico di Milano, -siamo nell'altalena più assoluta» come dicono i medici. Dopo avere preso qualche «pappa» di crema di riso per una settimana adesso Paparo è tornato al rifiuto totale di alimentarsi; medici e infermieri sono tornati alle affettuose insistenze perché prenda qualcosa, ma sino a tarda notte non c'erano riusciti. Intanto al palazzo di giustizia di Milano si sono recati i membri di un comitato spontaneo che si offre di garantire per i tre giovani ove fossero messi in libertà provvisoria. I componenti (personalità della politica e della cultura) hanno proposto ai giudici di rispolverare una figura del diritto caduta in disuso, la «malleveria»: si impegnano cioè a garantire che i tre. se verranno scarcerati, attenderanno il giudizio senza sottrarsi ai controlli. A loro ha però ribattuto il procuratore capo Mauro Gresti spiegando che nei reati connessi con il terrorismo non è possibile concedere la libertà provvisoria e quindi non ci può essere «malleveria». Il procuratore ha aggiunto che comunque una garanzia del genere non è necesaria perché la legge prevede forme di sorveglianza speciale.

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