Le «rettifiche» di Madrid di Ferdinando Vegas
Le «rettifiche» di Madrid OSSERVATORIO Le «rettifiche» di Madrid Il nuovo governo spagnolo di Calvo Sotelo, appena costituito, già viene considerato un governo di transizione. In che direzione? Verso quale diversa formula politica? La transizione, in generale, è l'aspetto fondamentale della storia spagnola degli ultimi anni: il lento processo di restaurazione della democrazia, cominciato con la morte di Franco, il 20 novembre 1975, è attuato in maniera ordinata, gradatamente. Il problema specifico che ora si presenta è appunto questo, della rettifica che si vorrebbe imprimere al processo di transizione. Dovrebbe essere una correzione a destra, che il rimpasto governativo di Calvo Sotelo non ha realizzato, ma che rimane per sempre l'obbiettivo finale cui tendono gli elementi più conservaiori del suo stesso partito, l'Unione del Centro Democratico (U.C.D.). E' questo, come si sa, un partito solo di nome; di fatto è una coalizione di gruppi di varie tendenze, dai cattolici conservatori ai liberali, ai socialdemocratici, non esclusi ex aderenti al defunto Movi/mento falangista. Una coalizione di interessi, insomma, aggregatasi per realizzare l'uscita indolore dal franchismo e tenuta insieme dall'abilità manovriera di Adolfo Suarez. il primo presidente del Consiglio non franchista, nominato da re Juan Carlos nel luglio del 1976. Per il fatto stesso di essere riuscito nell'impresa, la formula unitaria della U.C.D. si è venuta logorando, le componenti hanno cominciato a scollarsi. La crisi è giunta a maturazione con le dimissioni, nel gennaio di quest'anno, di Suarez. sostituito da un esponente conservatore. Calvo Sotelo. Quanto fosse grave la situazione sotto una superficie di apparente tranquillità lo si vide il 23 febbraio, proprio mentre le Cortes erano riunite per votare la fiducia al nuovo governo, con l'irruzione del tenente colonnello Tejero in un tentativo di golpe, fallito soprattutto per merito del re. Da allora la «sindrome golpista» incombe sulla Spagna, perché dietro Tejero stavano forze ben più consistenti e pericolose, come si è successivamente scoperto. La spinta a destra dei conservatori si spiega anche col il calcolo di prevenire un nuovo golpe, svuotandolo di contenuto e mantenendo le forme democratiche. A questo fine si vorrebbe realizzare la «grande destra» proposta da Fraga Iribarne, ex ministro franchista e leader della cosiddetta «destra civilizzata», con la consulenza dei cattolici della «piattaforma moderata». Di contro, una parte della componente socialdemocratica dell'U.C.D. ne è uscita, creando un «partito di azione democratica» che si prefigge «una politica di cambio effettivo, non di maquillage». La navicella governativa è dunque sballottata dai flutti e invano il re tenta di stabilizzarla con appelli al senso di responsabilità dei politici. Anche l'offerta di collaborazione del segretario del partito socialista. Gonzàlez. per la costituzione di un governo di coalizione anti-golpista. è caduta nel vuoto. Il partito comunista, infine, è in preda a una profonda crisi per il contrasto tra il segretario Carrillo, eurocomunista verso l'esterno ma stalinista all'interno del partito («eurostalinista» è stato chiamato), e i «rinnovatori», personalità come Azcàrate e altri, che sono stati espulsi. Sta intanto per attuarsi l'ingresso della Spagna nella Nato: un avvenimento storico, che potrebbe riflettersi beneficamente sul piano interno. Ferdinando Vegas
Persone citate: Adolfo Suarez, Carrillo, Cortes, Fraga Iribarne, Juan Carlos, Suarez
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