La Rete tre, culturale ma con saggezza di Ugo Buzzolan
La Rete tre, culturale ma con saggezza CRONACA TELEVISIVA di Ugo Buzzolan La Rete tre, culturale ma con saggezza Stasera mentre sulla rete 2 domina incontrastato Portobello tra compra-vendite, marchingegni bizzarri, casi col singhiozzo e orchestre femminili, e sulla rete 1 c'è un film di Mazursky. con un vecchio ottimista e un bel gatto, destinato ad attirare molto pubblico, la rete 3 offre il programma Gran serata futurista con testi e materiali anche inediti coordinati e presentati, in un gioco scenico, dai giovani attori dell'Accademia delle Belle Arti dell'Aquila. Domani ancora la rete 3 propone un film-documentario. La Roma di Fiatano, firmato da Suso Cecchi D'Amico e dal regista Luigi F. D'Amico: c'è un abbozzo di vicenda che serve per rivisitare i luoghi romani cari all'ironia e alla nostalgia di quell'acuto, mordente scrittore e sceneggiatore che è stato Ennio Flaiano. Tra gli interpreti c'è il critico Beniamino Placido che è spesso presente sulla rete 3. animatore con arguzia e intelligenza, senza mai salire in cattedra, di varie rubriche, ed è da citare almeno la serie dei collegamenti della Mostra cinematografica di Venezia (ora in parte replicati: anche domani, prima di Flaiano) dove con Isabella Rossellini. eccellente intervistatrice, e con Tommaso Chiaretti, ha dato vita ai migliori servizi sul Festival apparsi in tv. Torniamo indietro sempre con la terza rete. Domenica è partita una raffinata antologia di canzoni napoletane che compendiano un secolo di storia della città: lunedi con Giallo cronaca si è inaugurato un nuovo tipo di film-inchiesta su famosi casi giudiziari, a volte più sottili e diabolici dei thrillers di fantasia: martedì il concerto classico: mercoledì un film comunque intrigante come Confessione di un commissario ecc. ecc. di Damiani, e nel pomeriggio l'opera pop Orfeo 9 di Tito Sciupa jr.; ieri L'incoronazione di Poppea di Monteverdi. e Cesare Zavattini scatenato sul set del suo film La veritàaa! Il resto l'abbiamo visto. Da notare che le brevi pause fra una trasmissione e l'altra, invece che dalla pubblicità, vengono riempite da intermezzi con poesie e musica. Perché questo giro d'orizzonte? Non certo per fare un'elencazione di titoli, è chiaro, ma per segnalare una tendenza che da qualche tempo è sempre più spiccata sulla rete 3. la tendenza verso il programma culturale. Il che mi sembra rientri nella strategia di una rete che si sforza di differenziarsi in modo netto dalle altre due (e dalle tv private grosse e piccole), e che non è affetta dall'ossessione degli indici di ascolto. Tra l'altro, il filone che chiameremo culturale può coesistere bene con la struttura regionale di base; anzi, dovrebbe essere una cultura costantemente suggerita e alimentata dalla regionalità, come appunto si cerca di fare. L'importante è che non si cada nell'aristocratico cantuccio dell'intellettuale, che le scelte non siano astratte e sofisticate ma sempre agganciate alla realtà e all'attualità, e che si dimostri il maggior numero di volte possibile che cultura — intesa come spettacoli insoliti, rubriche impegnate, musica contemporanea, film muti ecc. ecc. — non significa noia e non vuole essere emarginazione per una parte della platea.
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