L'anti-Maggie all'arrembaggio

L'anti-Maggie all'arrembaggio OSSERVATORIO L'anti-Maggie all'arrembaggio Con l'arroganza tipica di tutti i partiti, in tutti i Paesi, che vedono minacciato il proprio potere, conservatori e laboristi continuano a trattare l'avanzata dell'alleanza socialdemocratico-liberale come un fenomeno tra il comico e l'effimero. ■E'un a creazione dei media», dicono i loro leader, insultando così l'intelligenza dell'uomo della strada, che, nonostante le illusioni dei giornalisti, vota nelle democrazie ascoltando i propri interessi e desideri più che quelli della stampa e della televisione. E' un po' patetica, quindi, questa boriosa ironia: è un diafano velo che tenta invano di celare paure profonde, conflitti tormentosi. I dubbi che circondavano la fondazione, in primavera, dtl Social Democratic Party, e che non erano stati del tutto dissolti né dall'alleanza con i liberali, né dall'adesione al nuovo partito di alcuni deputati laboristi, tutti questi dubbi sono evaporati sotto il soffio ardente di tre elezioni suppletive. Quella a Warrington, quasi vinta da Roy Jenkins; quella a Croydon, vinta per l'alleanza dal liberale William Pitt; e, la settimana scorsa, quella a Crosby, stravinta da Shirley Williams. Dopo quest'ultimo trionfo, il potere supremo cessa di essere monopolio dei due «grandi»: vi può aspirare anche il nuovo «centro radicale». Vero è che tutte le «midterm elections», qui come in America, deformano, ampliandolo, il malcontento popolare: tuttavia, il voto pro-alleanza in generale e pro-socialdemocrazia in particolare ha superato i limiti della semplice rabbia stagionale. E' un voto di protesta, è innegabile, ma una protesta che sembra riflettere trasformazioni vaste, geologiche nella società britannica e nei suoi atteggiamenti. Shirley Williams non ha distrutto a Crosby una maggioranza tory di ben 20 mila suffragi soltanto perché è simpatica («Shirl the Pearl», è il suo assonante vezzeggiativo, Shirley la perla) ma perché impersona il sincero desiderio di «new politici». L'Alleanza socialdemocratica-liberale è accusata dai suoi avversari di «offrire solo sentimenti e non programmi»: ed è una critica in parte valida . Shirley Williams e Roy Jenkins sono i primi a dire: «La nostra è una crociata... Le nostre idee sono quelle di un centro radicale, ma prima di convertirle in piani d'azione vogliamo conoscere meglio la gravità della crisi e i desideri della gente...». Lungi dal creare diffidenza, questa flessibilità ingolosisce il pubblico, stanco delle «formule magiche» e tory e laboriste. Da troppi anni i due grandi partiti continuano a dipingere terre promesse che si rivelano irraggiungibili. L'alleanza dispone adesso ai Comuni di 36 seggi (24 socialdemocratici, 12 liberali), ben piccola cosa in confronto ai 336 seggi conservatori e ai 245 laboristi. E' però un equilibrio che potrebbe scomparire dopo le elezioni generali dell'83 o dell'84. Anche ammesso che, per allora, l'Alleanza abbia perso parte del suo slancio, il sistema elettorale inglese potrebbe permetterle di divenire il secondo partito. Il più minacciato è il Labour Party, il cui futuro è fosco. I tories potrebbero essere costretti a invocare il sostegno del nuovo centro. Shirley Williams potrebbe anche sfrattare Margaret Thatcher Ha Downing Street. Mario Cirie 11 o Shìrley Williams: il «centro radicale» aspira al potere

Luoghi citati: America, Croydon