Non parlare, il nemico ti ascolta di Francesco Santini

Non parlare, il nemico ti ascolta Dopo la denuncia di Piccoli i politici confessano; meglio telefonare dal bar Non parlare, il nemico ti ascolta ROMA — Dopo Andreotti e Craxi, il segretario del maggior partito italiano denuncia, in televisione, il sospetto dei telefoni controllati. Flaminio Piccoli dice: «Credo ci sia un grande ascolto telefonico da parte di non so chi». La denuncia è a Rognoni e l'Italia politica riscopre non la paura di parlare, ma il fastidio di un sospetto, di un impalpabile controllo. Piazza Montecitorio è inondata di luce in questo autunno bellissimo. Gli uomini dei partiti parlano, come sempre, un linguaggio cifrato. Per vezzo, per riservatezza, per amore del complotto. Poi vengono fuori gli aneddoti: Fanfani. le sue telefonate impor- tanti le faceva sempre da un bar di via Platone; Rumor, ministro dell'Interno durante il «caso Tom Ponzi», disponeva nel suo ufficio di un decodificatore. Dice De Mita: «Quando si ha un dubbio, si cerca di controllare». Dice Formica: «Su questo argomento bisogna essere molto cauti: a volte le linee telefoniche hanno i reumatismi. Io gli affari di Stato preferisco trattarli a voce: un contatto diretto evita di essere fraintesi». Massimo De Carolis, in odore di P2, è sbrigativo: «Ci risiamo, dopo il complotto massonico. Piccoli inventa il complotto telefonico». L'Italia via cavo usa da anni gli stessi soprannomi: ..il vecchio», «il piccolo», «l'avvocato», «quello di Avellino» e tanti altri, tutti decifrabilissimi, senza psicosi, senza nervosismi. Racconta De Mila «Ero ministro del Mezzogiorno quando un tecnico della Sip mi avverti: il suo telefono è controllato. Denunciai la cosa ai carabinieri e alla polizia: non trovarono nulla». Al telefono Benvenuto parla liberamente. «Un dirigente sindacale — dice — non ne può fare a meno, anche se sono convinto di essere coìitrollato. Cambio spesso numero: più che l'ascolto mi danno noia le minacce che regolarmente ricevo da parte di sconsiderati. Ci vorrebbe maggior attenzione: si ha troppo spesso la sensazione che l'intercettazione superi i limiti leciti della magistratura per essere usata nella degenerazione politica del nostro Paese». Sono accuse gravissime, pronunciate nella convinzione di un'inevitabilità fastidiosa, della rinuncia a un diritto che ormai, almeno per telefono, è cancellato. Alle spie tele foniche sono rassegnati persino in Vaticano. Il Romano Pontifici Eligendo, nel detta re le norme del Conclave, contempla, in lingua latina, l'accesso nelle stanze cardinalizie di tecnici che prima della chiusura debbono provvedere a «disinquinare» i locali da eventuali microfoni. Adesso l'uscita televisiva del segretario Piccoli offre il fianco a troppe supposizioni. C'è chi la interpreta come un invito al governo ad un maggior controllo sui servizi segreti e chi ipotizza sfiducia nel generale Lugaresi chiamato dal presidente del Consiglio alla guida del Sismi. Spadolini difficilmente si farà trovare impreparato: ha evitato di delegare ad un sottosegretario i servizi di sicurezza proprio perché ne conosce tutte le difficoltà. Come sempre, anche sta Francesco Santini (Continua a pagina 2 In settima colonna)

Luoghi citati: Avellino, Italia, Roma