Fiducia al governo su fame nel mondo Nuove difficoltà per la legge finanziaria

Fiducia al governo su fame nel mondo Nuove difficoltà per la legge finanziaria Un fine anno molto insidioso per il presidente del Consiglio laico Fiducia al governo su fame nel mondo Nuove difficoltà per la legge finanziaria A Palazzo Madama atmosfera nervosa - Andreatta urla al relatore de: «Sei un servo dei comunisti» - Chiaromonte annuncia opposizione dura «per l'avvento di un governo migliore» - Spadolini: «Bene, aspettiamo il governo migliore, ma ora ci battiamo per la legge finanziaria» - Intanto al Senato passa un emendamento del pei ROMA — Il governo ha ottenuto ieri sera la fiducia alla Camera con 338 si e 233 no. I votanti erano 572; un deputato si è astenuto. In questo modo Spadolini è riuscito a concludere, senza danno per il bilancio dello Stato, il dibattito sulla fame nel mondo, diventato più insidioso del previsto. Il voto di fiducia è infatti riuscito ad impedire che venisse approvata la mozione radicale che proponeva per il 1982 un aumento di circa 5000 miliardi degli stanziamenti a favore dei Paesi in via di sviluppo. Mozione che era riuscita a raccogliere l'adesione di più della metà dei deputati democristiani fra cui Andreotti, di diversi socialisti (tra i quali i vicesegretari Martelli e Spini) e che avrebbe ottenuto, su diverse parti, anche il voto dei comunisti. Uno schieramento assolutamente inedito in Parlamento, che ha colto di sorpresa il governo mettendolo in serio imbarazzo. Fra i 58 parlamentari assenti, 16 erano firmatari della mozione radicale. -Molti deputati della maggioranza hanno firmato la mozione radicale solo per mettere in difficoltà Spadolini e ricordargli che il suo è un governo a termine» sosteneva ieri sera il capogruppo del pdup Milani. Può essere una spiegazione plausibile della strana e confusa situazione che si sta creando in Parlamento. Anche al Senato, infatti, Spadolini non ha da star tranquillo. Ieri è stato proprio un democristiano (Carollo) a respingere la richiesta del governo (presentata dal ministro de Andreatta) di chiudere in mattinata il dibattito sulla legge finanziaria. Un rifiuto che accoglieva una richiesta avanzata dai comunisti. Sempre al Senato, il governo è stato messo in minoranza ieri nella votazione di un emendamento ad un decreto all'esame di una commissione. Uno stillicidio di episodi che rivelano come la maggioranza sia attraversata da inquietudini che, per il momento, non si manifestano con uno sbocco politico chiaro, ma che inevitabilmente logorano il governo. Un'agenzia vicina alla segreteria democristiana profetizzava ieri il rischio che d'ora in poi «all'interno della maggioranza si verifichino di nuoro, in occasione delle più importanti votazioni in Parlamento, i due fenomeni dell'assenteismo e dei cecchini, che logorarono prima il governo CossigaepoiForlanU. E Spadolini ha capito il pericolo. Mercoledì sera, dopo che la Camera aveva respinto la richiesta del governo di rinviare la votazione sulla fame nel mondo, il presidente del Consiglio aveva detto: «Speriamo solo che non sia un antipasto-. Quando ieri ha letto il duro intervento del comunista Chiaromonte al Senato, ha commentato irritato: -Bene, aspettiamo un governo migliore». Anche la felice conclusione del voto di fiducia alla Camera non è tale da far rallegrare Spadolini. I capigruppo dei partiti della maggioranza, soprattutto della de e del psi. si sono dovuti impegnare a fondo per convincere a votare la fiducia quanti si erano impegnati con una firma a difendere la mozione radicale. Tra questi c'era anche Andreotti. (è presidente della commissione Esteri) il quale ha tentato invano di convincere i radicali a ridurre le loro richieste Al momento della votazione, alla fine, tutti hanno obbedito agli ordini di partito. Ma ci sono state anche alcune eccezioni. Il socialista Riccardo Lombardi non ha partecipato alla votazione, e lo stesso ha fatto il suo compagno di partito Mancini, in polemica con la richiesta di fiducia usata «come garanzia contro supposte slealtà». Il de Fiori aveva chiesto al suo gruppo di poter votare contro la fiducia per un problema di coscienza, in quanto aveva sottoscritto la mozione radicale. Alberto Rapisarda L'aiuto pubblico ai Paesi in via di sviluppo nel 1980, in percentuale (riferita al reddito nazionale lordo) e in cifre assolute. Olanda Svezia Francia Germania Feder. Canada Gran Bretagna Giappone Usa Italia 0,99% 0,76% 0,62% 0,43% 0,42% 0,34% 0,32% 0,27% 0,17% 1900 miliardi 1000 miliardi 4800 miliardi 4200 miliardi 1200 miliardi 2000 miliardi 3900 miliardi 8400 miliardi 840 miliardi di lire di lire di lire di lire di lire di lire di lire di lire di lire

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