Il nodo maggiore è

Il nodo maggiore è Il nodo maggiore è DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — La -piattaforma» per il rinnovo del contratto di un milione e mezzo di metalmeccanici -slitta» di almeno un mese perché il direttivo nazionale della categoria (composto da un centinaio di sindacalisti della Cgil, Cisl e Uil) non è riuscito a trovare l'accordo al termine delle due giornate di dibattito conclusosi ieri sera. Si è deciso di riconvocare il direttivo il 5-6 gennaio del 1982. Il documento che la Firn renderà noto oggi sarà poco più di una traccia per la discussione che in queste settimane sarà fatta nei consigli di fabbrica e nelle strutture periferiche del sindacato. «La strada da compiere — ha dichiarato il segretario generale dei metalmeccanici della Uil, Silvano Veronese — è ancora lunga, anche se abbiamo ridotto l'area dei dissensi e sono stati fatti alcuni sforzi di buona volontà. Probabilmente il fatto che il direttivo si sia svolto cosi a ridosso dei rispettivi congressi, nei quali si è parlato molto del costo del lavoro, ha influito negativamente nel senso che è rimasta una certa rigidità delle singole posizioni». Com'è già accaduto nel 1979 per il precedente contratto, il contrasto maggiore riguarda la riduzione dell'orario di lavoro che questa volta coinvolge però anche l'inquadramento unico. Infatti, pur di ottenere consistenti riduzioni degli orari, la Cisl sarebbe disposta a trascurare in parte la riforma dell'inquadramento unico, cioè la rivalutazione della professionalità. Appare sempre più evidente il significato dello, cancellazione della parola -quadri» dal documento sulle politiche contrattuali approvato in ottobre dal congresso confederale della Cisl. Sull'orario Cgil, Cisl e Uil riconoscono che l'obiettivo delle 35 ore settimanali deve essere assunto dalle confederazioni come impegno politico che deve coinvolgere anche il governo. Però si aggiunge che le categorie potranno «articolare il disegno generale di riduzione dell'orario». In altre parole il problema resta aperto a meno di una decisione precisa delle confederazioni che i metalmeccanici si propongono di consultare prima della riunione di gennaio. La Cisl spinge per le 35 ore da raggiungere anche dopo i tre anni di validità del contratto, cioè dopo il 1984. La Uil ritiene realistico rivendicare le 38 ore settimanali verso la fine del contratto. La Cgil parla di 38 ore dopo la fine del 1984. Tra i metalmeccanici della Cgil sono però emerse spinte dei -comunisti duri» che infatti si sono astenuti sul documento generale che servirà di traccia per l'ulteriore discussione. Anche Tiboni della Cisl di Milano si è astenuto. Sull'inquadramento unico la Uil ha insistito per una revisione «profonda, articolata e sostanziale». La Cisl, come abbiamo detto, è indifferente. La Cgil dimostra una certa disponibilità a ritocchi. Per la prima volta le strutture sindacali dei metalmeccanici del Nord hanno posizioni differenziate sulle riduzioni degli orari e sugli altri temi. Pesa la crisi che ha investitio molte aziende. «A gennaio — ha affermato un sindacalista — ci sarà tanta gente in Cassa integrazione che non si saprà nemmeno con chi fare la consultazione». Per quanto riguarda lo sciopero generale di categoria è stato approvato ma non per il mese di dicembre. La data e la durata (otto ore di astensione dal lavoro se si faranno manifestazioni) saranno stabilite nel direttivo del 5-6 gennaio. Sergio Devecchi

Persone citate: Sergio Devecchi, Silvano Veronese, Tiboni

Luoghi citati: Milano, Roma