Morta con il suo segreto Palmina la ragazza distrutta dalle fiamme di Francesco Santini

Morta con il suo segreto Palmina la ragazza distrutta dalle fiamme Aveva accusato quattro giovani che sono stati riconosciuti estranei Morta con il suo segreto Palmina la ragazza distrutta dalle fiamme DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BARI — Era l'una e quarantacinque della notte quando due lacrime le hanno inumidito gli occhi e il cuore, per la terza volta, s'è fermato. Il dottor De Donno ha tentato il massaggio cardiaco, ma su quel torace devastato gli era difficile premere. -Temevo di farle male*. Palmina era morta. Le mani del medico hanno continuato a pigiare fino a quando l'infermiera Angela gli ha detto: -basta dottore, basta la lasci stare*. L'uomo sudava e l'infermiera anziana ha dovuto trattenerlo. Il medico di guardia Di Donno non dimenticherà mai quelle due lacrime e ieri se ne è andato a casa prima della fine del turno. Palmina se ne va col suo segreto di quattordicenne morta per le fiamme in un contesto di violenza inaccettabile. Per venti giorni ha agonizzato nel centro di rianimazione del policlinico di Bari e i medici che l'hanno assistita ora di¬ cono: -è impossibile che abbia mentito, troppe volte ha accusato Enrico e Giovanni*. Anche il magistrato Magrone che ha raccolto le sue accuse è convinto che Palmina, nel suo dolore, abbia detto la verità, ma adesso che guida l'inchiesta tace. Si lascia sfuggire un'unica frase: -Come uomo — dice — dinnanzi ad una accusa del genere mi sento il sangue ribollire*. Al magistrato che le chiedeva chi l'avesse bruciata, Paimina aveva risposto con sicurezza: -Enrico e Giovanni: mi volevano costrìngere — aveva detto — ad abbracciare gli uomini*. Palmina era irriconoscibile. Il fuoco le aveva devastato il settanta per cento del corpo. Il viso dai lineamenti delicati era stravolto: priva di capelli, le gote mangiate, le labbra gonfie. Soltanto gli occhi, per miracolo, erano intatti. E anche durante il colloquio col giudice gli occhi s'erano inumiditi: -due lacrime che non capivo da dove uscis¬ sero*, ha dichiarato il maresciallo Conte che assisteva, anche lui come il giudice Magrone in camice bianco, alla verbalizzazione con l'accusa terribile. A rovesciare una storia di violenza italiana, era arrivato l'altro giorno il giudice De Facendis di Brindisi con l'ordine di scarcerare Enrico Bernardi, Oronzo Alagnino. Vito Rosato. Giovanni Ferro. -Non ci sono mostri in questa faccenda — ha detto il magistrato — ho la certezza morale oltre che giuridica che i quattro arrestati non hanno commesso questo delitto odioso. Sono anche io sconvolto dai risultati dell'indagine che ha sancito l'innocenza degli indiziati. Sono sconvolto, ma nel bene e nel male la legge va applicata al di là delle emozioni*. Il magistrato De Facendis ha accertato che la sera dell'11 novembre Giovanni Costantini, il ragazzo con il quale, per una notte, Palmina era fuggita, nell'illusione dei suoi quattordici anni, era in servizio di leva a Mestre. Per Bernardi, l'uomo della sorella Franca, e per i tre che i carabinieri avevano fermato assieme a lui all'indomani del delitto, ogni accusa è caduta. I loro alibi sono controllati: hanno passato la serata in due bar e ogni testimonianza conferma il loro racconto. Adesso dopo la morte di Palmina l'inchiesta passa alla procura della Repubblica di Bari e forse il magistrato, cui sarà assegnata, riprenderà tutte da capo. La prima a parlare di suicidio è stata Franca Martinelli, la sorella maggiore di Palmina, che aveva scelto la strada della prostituzione pur di sottrarsi -all'inferno di casa*. Adesso, al centro dell'indagine c'è il padre. Mario, 43 anni, un uomo distrutto dall'alcool. Sua figlia, Franca, lo accusa Francesco Santini (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Bernardi, De Donno, Enrico Bernardi, Franca Martinelli, Giovanni Costantini, Giovanni Ferro, Magrone, Oronzo Alagnino, Vito Rosato

Luoghi citati: Bari, Brindisi