Gassman: «Questa è la mia Bottega una scuola d'attori e d'intelligenza»

Gassman: «Questa è la mia Bottega una scuola d'attori e d'intelligenza» Un articolo detrattore sul suo programma di lavoro a Firenze Gassman: «Questa è la mia Bottega una scuola d'attori e d'intelligenza» FIRENZE — Sono cominciati ieri i corsi della «Bottega teatrale». Abbiamo chiesto a Vittorio Gassman, che la dirige, di illustrare le caratteristiche e i programmi della scuola. Nei prossimi giorni pubblicheremo un intervento di Giorgio Albert uzzi che, nella «Bottega», svolge quest'anno un importante programma pedagogico. Che cosa posso dire oggi della Bottega Teatrale di Fireme? La Bottega è appunto una bottega, un luogo dove «si fa» il lavoro più che parlarne, una struttura didattica che cerca e sta trovando il suo consolidamento sema rinunziare alla sua naturale dinamica e alla sua intrinseca dialettica: o in altri termini, che spera di diventare un organismo utile alla vita teatrale italiana sema impastoiarsi nelle panie di un'eccessiva istituzionalizzazione e burocratizzazione. Posso — e lo faccio con piacere — fornire i dati essenziali del lavoro fin qui svolto e del programma di questa nuova òtagione. Posso affermare che la Bottega resta fedele al criterio informatore da me annunciato all'inizio della sua attività: il criterio di un apprendistato intenso, fisico, artigianale, che senza trascurare la ricerca intellettuale e culturale innesti con coraggio la marcia di un eclettismo empirico, a mio avviso congeniale alla natura del mestiere teatrale. I due insegnanti stabili dei due bimestri in cui si articolerà la stagione '81-82 saranno appunto quelli a cui sono affidate le due linee più pragmatiche di esercitazione: Gia- nandrea Gazzola per il suono, la voce, la musica; e Antonietta Daviso per il gesto, la mimica, il movimento. Il secondo dei due bimestri di attività sarà condotto, con Giovanni Pampiglione e altri collaboratori, da Giorgio Albertazzi, che ha risposto con grande slancio al nostro invito, offrendo l'apporto prezioso della sua esperienza e la lunga inquietudine della sua ricerca: svolgerà un corso incentrato sul tema di Amleto, tutti gli Amieti, con ampio spazio per l'improvvisazione e la ricreazione autonoma del personaggio. Io chiuderò il primo bimestre, svolgendo un corso nelle due settimane di permanenza del mio Otello a Firenze: tratterò ancora il verso (classico e , ri n i n o a i o e a e a o ei a e ni ro e e o moderno) che l'anno scorso mi si è riconfermato come un utilissimo, direi indispensabile, strumento di studio e di confronto. Ma vorrei anche lavorare con i ragazzi su un certo numero di brani in prosa, di aperta colloquialità, toccando anche i delicati congegni della struttura espressiva del -comico*. Ho dedicato un buon mese al lavoro organizzativo per assicurare alla Bottega, fino al 31 gennaio, una serie di importanti interventi, la cui durata varierà fra i tre e i dieci giorni. Vi elenco i nomi già certi, annotando che non si tratta solo di attori e registi illustri; ma di persone autenticamente interessate ai problemi del teatro e generosamente intenzionate a lavorare in concreto coi nostri allievi: Ettore Scola, Monica Vitti, Luciano Salce, Anthony Quinn, Franco Rosi. Federico Fellini, Mariangela Melato. Adolfo Celi, Carmelo Bene, Marcello Mastroianni. Inoltre Alvaro Piccardì, che già l'altro anno svolse un lungo e utile corso di insegnamento. Per date più avanzate, abbiamo già adesioni di massima di altri artisti italiani e stranieri (Orson Welles, Martin Scorsese, John Cassavetes fra gli altri). Un altro impegno programmatico posso dire che la Bot tega ha mantenuto: parlo della cura posta nell'agevolare il più possibile l'inserimento professionale degli allievi, accompagnare i più meritevoli nel delicato trapasso dall'apprendimento al mestiere (che è — beninteso — esso stesso un apprendimento in secondo grudo). Fornisco un altro dato di cui la Bottega è fiera: ben sedici degli allievi dello scorso anno hanno trovato spazio (spesso anche rilevante) nelle principali compagnie teatrali italiane; mentre quattro o cinque continueranno il lavoro nell'anno in corso accanto ai ventidue elementi nuovi selezionati pochi giorni fa dalla commissione. L'intenzione espressa dall'assessore Fulvio Abboni quale rappresentante della giunta comunale fiorentina è di continuare a garantire l'appoggio morale e finanziario della città alla Bottega Teatrale, proponendosi un ideale traguardo alla conclusione del primo triennio di lavoro, cioè nell'estate dell'83. Si è accennato alla possibilità di riapertura dei giardini di Boboli come spazio teatrale, in concomitanza col cinquantenario del Maggio musicale. Si è ipotizzata la cernita del meglio che in questi tic anni la Bottega avrà fatto, scoperto, elaborato: nuovi attori anzitutto, ma anche idee, modelli di ricerca, contributi di stile. Tutto ciò andrebbe travasato ad alimentare uno o due grandi spettacoli, in cui gli allievi si mescolerebbero ad attori già maturi ed affermati, secondo la più sana norma dell'avvicendamento generazionale o professionale. Questa inoltre potrebbe essere l'occasione di un incontro sulla scena fra me e Albertazzi, incontro di cui l'attuale comune lavoro didattico all'interno della Bottega sembra essere la più naturale e proficua anticipazione. Vittorio Gassman Gassman: «Farò lezione sul verso classico e moderno»

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