Sindacato Alfa disposto a bloccare il «turn-over»

Sindacato Alfa disposto a bloccare il «turn-over» Riunione ad Arese prima del vertice di venerdì a Roma Sindacato Alfa disposto a bloccare il «turn-over» MILANO — In preparazione dell'incontro in programma per venerdì a Roma tra direzione aziendale e sindacato (nella sede deU'Intersind) si è svolta ieri allo stabilimento di Arese una riunione dei delegati del consiglio di fabbrica. Una riunione tranquilla, molto consapevole dei problemi che stanno di fronte ai 22 mila dipendenti dello stabilimento Nord dell'Alfa, quello di Arese. La relazione introduttiva è stata tenuta da Tonino Regazzi, del coordinamento nazionale della Firn; le conclusioni, a sera, le ha tratte Mario Sepi della segreteria nazionale, in mezzo un dibattito senza impennate polemiche con una sostanziale adesione alle posizioni espresse dal sindacato durante e dopo la trattativa con la direzione dell'Alfa Romeo, I temi principali sui tappeto sono stati tre. In primo luogo il sindacato, come del resto l'azienda, si impegna alla piena applicazione dell'accordo di marzo sui gruppi di produzione e ai conseguenti aumenti di produttività per raggiungere le cadenze previste di 620 vetture-giorno ad Arese e di 680 a Pomigliano. •In obiettivo fondamentale per il sindacato», ha detto Chiappini, del consiglio di fabbrica. Il secondo tema di cui si è discusso è la cassa integrazione speciale per il 1982 di cui l'Alfa Romeo ha avanzato richiesta alle organizzazioni sindacali. Al consiglio di fabbrica di ieri è stato chiarito che è necessario affrontare subito oltre al tema degli addetti alla produzione, anche quello degli operai indiretti e quello degli impiegati. •L'organizzazione del lavoro — spiegano al cdf — non passa solo attraverso le linee, ma anche negli uffici e tra i lavoratori che non entrano direttamente nel processo produttivo. Se ci sono eccedenze di questi — aggiungono i sindacati — devono essere spostati nei gruppi a sostituzione di quelli che hanno lasciato la fabbrica per dimissioni spontanee». Il sindacato, in linea di massima, se questa impostazione viene accettata è disposto a bloccare il turn over il che, in sette-otto mesi, dovrebbe far diminuire i dipendenti di 500-600 unità. Se poi c'è ancora eccedenza, si dice, si privilegino i prepensionamenti. E' chiaro che, se l'Alfa Romeo punta ad un suo rilancio sul mercato due settori che non devono essere toccati dalla cassa sono quelli dela progettazione e dello studio e anche su questo la direzione pare d'accordo. Il terzo tema sul tappeto è quello di come attuare questa imponente mole di cassa integrazione che non riguarda 14 mila addetti, ma 14 mila giornate di lavoro da perdere nell'arco del 1982. Il progetto della direzione sarebbe di porre in cassa a zero ore 6500 addetti per dodici mesi, ma su questo c'è una dura opposizione. Il sistema proposto è quello della rotazione più aupia possibile: una settimana a casa e due al lavoro anche per 20-25 mila addetti. Questo perchè spiegano, tenere lontano dalla fabbrica un operaio per un anno vuol dire disabituarlo all'ambiente, al lavoro stesso, vuol dire creargli grossi problemi. m. f.

Persone citate: Chiappini, Mario Sepi, Tonino Regazzi

Luoghi citati: Arese, Roma