Il marco forte e l'autodisciplina fanno calare i prezzi in Germania di Tito Sansa

Il marco forte e l'autodisciplina fanno calare i prezzi in Germania La «locomotiva» torna a tirare, attivo record negli scambi con l'estero Il marco forte e l'autodisciplina fanno calare i prezzi in Germania BONN — Diversi prezzi stanno diminuendo in queste settimane in Germania. Cala quello della benzina (che è libero), il quale da un massimo di marchi, 1,51 in settembre è sceso a marchi 1,36 e sta calando ancora. Sono in ribasso quelli dei prodotti importati, mentre i grandi magazzini (con una decisione -aciclica' sotto le festività di Natale) hanno anticipato di quasi due mesi l'ondata di offerte e svendite di tessuti, pellicce e calzature invernali. Causa prima della diminuzione dei prezzi è la rivalutazione del marco, decisa ai primi di ottobre. Essa permette alle grandi società petrolifere di spendere meno marchi per acquistare il greggio, dopo che il dollaro, da marchi 2,57 è sceso in questi giorni a marchi 220 circa. Una seconda causa è la forte diminuzione dei consumi da parte degli automobilisti tedeschi (meno 13 per cento in un anno) che hanno costretto alla chiusura di alcune raffinerie e scatenato una spietata concorrenza per la sopravvivenza. Se l'inverno sarà inclemente, prevede la società «Arai-, il consumo di carburante verrà ancora ridotto e i prezzi andranno di pari passo. Per le svendite dei grandi magazzini gli esperti ne attribuiscono la responsabilità alla «cautela* dei consumatori che (contrariamente agli anni passati) antepongono il fattore prezzo al fattore qualità. Inoltre, è bastato che nella terza decade di novembre la temperatura salisse per un paio di giorni oltre i 15 gradi per spaventare i commercianti, inducendoli a drastici ribassi. Se il - trend- ribassista continuerà, è probabile che il tasso di inflazione, che in talune regioni ha superato il 7 per cento, a fine dicembre ridiscenderà a quota 6 per cento. Nella libera economia di mercato tedesca è l'autodisciplina (che si può anche chiamare «paura*) dei privati cittadini a fare da calmiere. E anche a far pendere verso un prudente ottimismo lo stato d'animo degli esperti. Sono passati appena dieci giorni da quando i -saggi* incaricati dal governo di redigere una previsione congiunturale preparavano l'opinione pubblica a un periodo di vacche magre (un milione 650 mila disoccupati, aumenti salariali del 3 per cento, con una inflazione intorno al 5 per cento, espansione dello 0,5 per cento) che il ministro dell'Economia Otto Lambsdorff sovverte la profezia «un po' troppo pessimisti- ca» e annuncia che l'espansione sarà vicina all'1,5 per cento invitando gli impreditori a investire sema aspettare che arrivino i giorni del denaro meno caro. Naturalmente il ministro, che è liberale, consiglia ai datori di lavoro -disciplina* nella fase del rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, cioè a non accogliere le richiste di aumenti salariali come quelle del 7,5 per cento presentate dai metalmeccanici. Più ottimisti ancora sono gli esperti del ministero, che prevedono un'espansione del2 per cento, sempre a condizione che i salari non vengano adeguati al tasso di inflazione. Un primo segnale di ripresa potrebbe venire già domani da Francoforte, dove (presente il ministro dell'Economia Lambsdorff) si riunirà il Consiglio centrale della Banca Federale. E' probabile che in conseguenza della diminuzione dei tassi americani (e la fine della fuga di capitali verso gli Stati Uniti) la -Bundesbank* decida la riduzione di almeno un punto del tasso di sconto e del tasso di anticipazione sui titoli. La Banca Federale è facilitata nel suo compito — si fa osservare — dalla riduzione del passivo della bilanca dei pagamenti grazie al fortissimo attivo di 5,3 miliardi di marchi (circa 2800 miliardi di lire italiane) registrato in ottobre dalla bilancia commerciale. E' la più alta somma mai registrata nella storia e induce alla fiducia- Tito Sansa

Luoghi citati: Francoforte, Germania, Stati Uniti