Tokyo: dietro il rimpasto le «due ombre» di Suzuki

Tokyo: dietro il rimpasto le «due ombre» di Suzuki Nuovi equilibri con le correnti di Tanaka e Fukuda Tokyo: dietro il rimpasto le «due ombre» di Suzuki NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARt TOKYO — Correggere il deficit della bilancia dei pagamenti tra Giappone e Comunità europea, tra Giappone e Stati Uniti. Questo l'obbiettivo primario del nuovo governo. Lo ha detto il premier giapponese Zenko Suzuki nella prima conferenza stampa dopo il rimpasto di lunedi (sono stati cambiati 15 ministri su 20). Quanto Suzuki non ha detto è che con questo rimpasto egli spera di crearsi una base più stabile all'interno del partito liberal-democratico (partito di maggioranza assoluta), che gli garantisca la rielezione a primo ministro il prossimo autunno. Gli ispiratori reali del grosso rimpasto sono i due «uomini forti» del partito: Kakuei Tanaka e Takeo Fukuda, entrambi ex primi ministri. Suzuki, che rappresenta la terza maggior corrente, sa di non poter governare senza il loro appoggio. E ha fatto di tutto per assicurarselo. Soprattutto quello di Kakuei Tanaka, il quale a sette anni dallo scandalo Lockheed resta l'artefice dietro le quinte della politica giapponese. Nemmeno la recente condanna di Kenji Osano, suo partner nell'affare Lockheed, per gli stessi reati di cui è accusato Tanaka — che sarà giudicato l'anno prossimo — sembra avere incrinato la sua influenza. I due maggiori quotidiani giapponesi. Mannelli e Asahi, otto milioni di copie ciascuno, definiscono la nomina a segretario generale del partito liberal-democratico di Susumi Nikaido. amico intimo di Tanaka e accusato di aver ricevuto 5 milioni di yen dalla Lockheed, «una mancanza assoluta di moralità». Il posto, che come importanza politica è inferiore solo a quello di Suzuki, rappresenta non solo un trampolino di lancio per la nomina a primo ministro, ma è anche la chiave per il controllo del partito. Le nomine dei ministri sono invece il frutto di un sottile equilibrio politico di cui Suzuki sembra essere maestro. Il primo ministro, la cui nomina giunse inaspettata alla morte di Ohira nel giugno dello scorso anno, ha voluto accontentare tutti e sembra esserci riuscito. Dei venti ministri del gabinetto, quattro appartengono alla corrente di Tanaka. quattro a quella di Fukuda. 3 per ciascuna delle correnti dello stesso Suzuki, tre sono indipendenti. Ma il rimpasto non è solo un raffinato esercizio di politica interna. Non c'è dubbio che il Giappone senta il bisogno di presentarsi al mondo con una nuova facciata. Il deficit della bilancia dei pagamenti — 15 miliardi di dollari con gli Stati Uniti più 10 miliardi di dollari con l'Europa, cifre destinate ad aumentare ulteriormente con la fine del corrente anno fiscale, il 31 marzo prossimo — pesa sulla politica estera giapponese. Tokyo teme l'insorgere di misure protezionistiche nei mercati occidentali, che danneggerebbero le sue esportazioni. Yoshlhiro Inayama. presidente della Keidanren (la Confindustria), uno degli uomini più potenti del Giappone, che ha recentemente guidato una missione economica di suoi connazionali in Europa, ha dichiarato ieri che la correzione del deficit è un problema su cui si misurerà il nuovo governo. E il primo ministro ha detto che è già allo studio la possibilità che le tariffe Gatt (accordo generale sulle tariffe e sul commercio) sulle importazioni in Giappone, accordo negoziato per il 1984, entrino invece in vigore alla fine del prossimo anno. Guido Busetto

Luoghi citati: Europa, Giappone, Stati Uniti, Tokyo