Delors favorevole ad una pausa nell'annuncio di altre riforme di Paolo Patruno

Delors favorevole ad una pausa nell'annuncio di altre riforme Attesa in Francia per il discorso di Mitterrand Delors favorevole ad una pausa nell'annuncio di altre riforme Ma il primo ministro contrasta questa tesi e sostiene che si faranno «in maniera permanente, anche se senza precipitazione » PARIGI — La rotta che seguirà nei prossimi mesi il governo socialista, in una congiuntura internazionale decisamente grigia e in un contesto nazionale contrassegnato dall'opposizione degli imprenditori e dalle spinte sindacali, sarà tracciata pubblicamente nei prossimi giorni dal presidente Mitterrand in un atteso intervento alla televisione. Il motivo di questa attesa è presto spiegato: dopo sei mesi, Mitterrand vuol tracciare un bilancio delle riforme già intraprese (nazionalizzazioni, decentramento, revisione fiscale) per dimostrare la buona volontà del nuovo governo, che si proclama non responsabile del peggioramento della disoccupazione (oltre due milioni di senili lavoro) e della persistente inflazione (14-15% di tasso annuo). E una volta spenta l'impazienza delle forze che l'hanno eletto in maggio, Mitterrand potrà anche, calmando la diffusa tensione, far capire che essendo realizzate o almeno abbozzate le grandi riforme, il 1982 potrebbe essere un anno di pausa e di consolidamento. Questa assicurazione sarebbe diretta soprattutto alla classe imprenditoriale che teme al contrario una «radicalizzazione» del potere socialista (a causa delle spinte massimaliste provenienti dal partito comunista, da larga parte dei sindacati, da un settore dello stesso partito socialista) e che nell'attesa attua uno «sciopero bianco» degli investimenti e delle assunzioni. Un colpo di freno, dunque, dopo sei mesi di acceleratore? La risposta in realtà non è ancora sicura, anche se il «Financial Times» crede alla «via mediana» del socialismo mitterrandiano. Proprio in questi ultimi giorni, infatti, dalle file del governo si levano voci contrastanti. Domenica sera, ad esempio, il ministro dell'Economia e delle Finanze Jacques Delors in un dibattito alla radio si è dichiarato favorevole a «una pausa nell'annuncio delle riforme», per realizzare pienamente quelie già intrapre¬ se, senza correre dietro ad altri progetti (riforma fiscale e del sistema previdenziale) che appesantirebbero ulteriormente la situazione. Per Delors, invece, il governo dovrebbe ricercare la «pacificazione» del clima politico. E a costo di scontentare compagni di partito e colleghi di governo, Delors si è detto convinto che •la responsabilità del governo socialista è di creare un clima più stimolante per le aziende», aggiugendo di non credere affatto che i «patrons» stiano attuando «un sabotaggio politico». Le sue dichiarazioni sono state ben accolte dalla Confindustria francese. I toni «social-democratici» di Delors, i suoi tentativi per rassicurare gli industriali, potrebbero preannunciare dunque una svolta del governo per il 1982, lasciando intravedere una scelta economica e sociale meno dottrinaria e più attenta alla gestione realistica di un'economia in crisi non soltanto a causa dello «sciopero» padronale, ma anche dell'avversa congiuntura internazionale. Ma a contrastare questa tesi è giunta puntuale una «rettifica» del primo ministro Mauroy, che in un discorso tenuto ieri a Grenoble (dopo una dimostrazione di protesta degli imprenditori), ha espresso invece la convinzione che le riforme e il cambiamento annunciati da Mitterrand e voluti dai francesi si faranno •senza precipitazione, ma in maniera permanente e continua perché sono la condizione essenziale della trasformazione della società francese e quindi del successo della politica governativa». Dietro i «girondini» (Delors, il ministro dell'Industria Dreyfus, della Pianificazione Rocard) continuano a far capolino i «montagnards», i massimalisti. Bisogna quindi attendere il discorso di Mitterrand per registrare in quale direzione si muoverà la Francia nell'82, in un anno considerato comunque cruciale. Paolo Patruno

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