Arrivano i giapponesi e stavolta portano romanzi di Renata Pisu

Arrivano i giapponesi e stavolta portano romanzi Arrivano i giapponesi e stavolta portano romanzi E9 un'invasione pacifica, raffinata, questa volta esteticamente ineccepibile. Non più soltanto orologi, macchine fotografiche, transistor, automobili, alcuni film stupendi e orridi ma tecnicamente perfetti cartoni animati; quest'anno dal Giappone arrivano crisantemi, simboli eterni per quella cultura, della bellezza indissolubilmente legata alla spada, simbolo dell'azione. Chi non capisce il particolare tegame tra spada e crisantemo — e stato detto — non comprende la totalità giapponese. Ora che la spada dei samurai è stata riposta nel fodero, l'azione si esplica nell'efficienza dell'industria e i crisantemi continuano a fiorire. Si scopre, anzi, che da questo popolo di abilissimi imitatori che hanno sempre copiato tutto (la scrittura dai cinesi nel VI secolo, l'organizzazione dello Stato e dell'esercito dai prussiani nel XIX secolo, le penne a sfera dagli americani nel 1945) abbiamo appreso molto e continueremo a apprendere visto che c'è chi sostiene che il XXI secolo sarà giapponese. Klimt. Manet, Degas. Gauguin. Toulouse-Lautrec. per esempio, hanno imparato a dipingere dai giapponesi, come ci spiega Siegfried Wichmann nel libro .Oiapponismo. appena pubblicato dal gruppo editoriale Fabbri. Ma non basta: le nostre spille, i nostri gioielli liberty, la nostra grafica in bianco e nero dell'inizio del secolo: senza i giapponesi, chissà come ci vestiremmo o come arrederemmo le nostre case? In definitiva, come saremmo? Diversi. Dentro ognuno di noi dorme un giapponese. E Marguerite Yourcenar, di quali profumi giapponesi si sta inebriando, dopo averci inebriato di ellenismo con • Le memorie di Adriano.? Ha scoperto una dama giapponese del X secolo. Murasaki Shtkibu. l'autrice del romanzo .Qenji monoculari, la cui seconda parte ci viene riproposta con il titolo .La signora della barca. Il ponte dei sogni, nella collana Nuovo Portico di Bompiani. La Yourcenar scrive: .Ella è il Marcel Proust del medioevo giapponese. Nessuno ha fatto di meglio in nessuna letteratura.. Deve averla affascinata però anche Mishlma. lo scrittore suicidatosi nel 1970 con uno spettacolare harakiri, dato che gli ha dedicato un saggio .Mishima o la visione del vuoto. che uscirà tra breve sempre da Bompiani. Affrontare Mlshima non è facile, come è arduo staccare l'opera dal personaggio, innamorato del fascismo, il quale non per bisogno, ma per puro gusto dell'azione si è fatto attore di cinema teatro e tv, regista, modello per foto pubblicitarie, cantante, giornalista. Il primo romanzo della sua tetralogia, intitolato «Neve di primavera.. uscirà quanto prima nella collana Nuovo Portico. Ma sempre nella stessa collana sta per uscire .Elogio dell'ombra* di Tantzakl, un gioiello, un succinto trattato di estetica sull'arte di -costruirsi una casa-. Mishima. Tanizaki. e Marguerite Yourcenar; tutti chiudono il cerchio, si ricollegano alla gran dama Murasaki. Scrive infatti Mishima: .Per noi giapponesi moderni la cultura é il grembo mater¬ no del Gl'ini monogatari. l'inizio di una nuova creazione». Tanizaki, negli anni della guerra, si dedicò alla trascrizione in lingua moderna del capolavoro della gran dama, del Proust medievale giapponese, la quale ha lasciato inconfondibili tracce nel suo stile. La signora, stando ad Alfredo Giuliani, autore di una bella prefazione al romanzo, aveva già capito e sostenuto, come avrebbe fatto da noi, in Occidente, tanti secoli dopo. Forster che -la narrativa è più vera della storia*, descrivendo la vita realisticamente, cioè rappresentando la perfezione di ciò che è fatalisticamente imperfetto Un altro crisantemo giapponese sta per sbocciare da Rusconi: il romanzo • lì silenzio, di Shusaku Endo. scrittore contemporaneo, giapponese e cattolico. Che sorprese ci riserverà? Graham Greene ha detto che questo è - uno dei più bei romanzi del nostro tempo*. Finora il connubio cattoHcesimo-giapponismo niente di buono ha prodotto, ma Endo. chissà? Anche lui. come Mishima, ritiene che la cultura -non è una cosa da essere guardala ma una cosa che guarda una persona vivente la quale ci restituisce lo sguardo*. Il computer non ci restituisce nessuno sguardo, la microelettronica è perfezione che non può assolutamente essere imperfetta. Il Giappone continua a darci crisantemi e spade. Ma non sarà che la spada traccia il solco e il crisantemo lo difende? Renata Pisu

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