Ho un caro amico è un leopardo che si chiama Penny di Ernesto Gagliano

Ho un caro amico è un leopardo che si chiama Penny Dopo «Nata libera» un libro postumo di Joy Adamson Ho un caro amico è un leopardo che si chiama Penny . Q ENTII battermi sul\\ 'a spalla, mi voltolerà Penny^. Penny e un leopardo femmina e chi annoia questo cordiale incontro e Joy Adamson. naturalista, amica degli animali, soprattutto selvaggi, e paladina della loro libertà. La storia di Penny * affidata ad un libro che Bompiani sta ora per pubblicare (•Regina di Shaba-. pagine 189. lire 12000). ma l'autrice non c'è più. Sono le sue ultime pagine, inviate all'editore dieci giorni prima della morte. Nel gennaio del 1980 in Kenya è uscita dal campo nella riserva di Shaba per la consueta passeggiata del mattino e non e piti tornata. Uccisa da un leone, si era detto In un primo tempo: e sul giornali erano apparsi vistosi titoli quasi a dimostrare la logica conclusione di una confidenza mal riposta. Un mito che vuole la sua vittima. Più tardi pero si e scoperto che gli assassini erano cacciatori di frodo, giunti dalla Somalia: il che spiega il delitto. Joy Adamson aveva 69 anni, era di origine austriaca e da 42 anni viveva In Kenya dove aveva sposalo un capo guardacaccia. George. Le sue radici ormai erano 11. le sue ceneri sono state sparse nella boscaglia. Amava quella terra, ne dipingeva fiorì e dell andando in giro con la sua tavolozza, si dedicava alla -riabilitazione* degli ani¬ mali nati in cattività, aiutandoli a tornare allo stato primitivo. L'esperimento più nolo e quello di .Elsa*, la leonessa protagonista di • Nata Ubera» che. grazie alle cure ricevute, riacquista le naturali caratteristiche di belva. Il racconto della vicenda e diventalo un bestseller, ne hanno ricavato un film e uno sceneggiato televisivo. Anche il nuovo libro e la storia di una singolare amicizia di una rieducazione alla libertà e ci accompagna fino agli ultimi giorni di Joy Adamson. Racconta tentativi e successi nell'allevare un cucciolo di leopardo per poi restituirlo alla vita selvaggia nella riserva di Shaba (280 chilometri a Nord di Nairobi). Stupiscono la confidenza e l'affetto che legano questi due esseri viventi: il felino e la donna. Penny dapprima cresce In una grande gabbia e interrompe la prigionia una volta al giorno per fare una passeggiata al guinzaglio. Poi. lentamente, riscopre la libertà. •/ leopardi — scrive la Adamson — erano noti per essere imprevedibili e molto pericolosi. Una leggenda che io speravo di sfatare- Lei si avvicina al felino, lo pulisce, gioca con lui. Talvolta subisce anche la sua esuberanza e certe unghiate troppo affettuose la mandano all'ospedale. Quando Penny viene liberata, torna a passare le notti al campo L'indipendenza e una riconquista difficile, bisogna procedere per gradi. Ini ine se ne va. ma reca un collare radio die segnala I suol spostamenti. E non e un'ingrata: anzi quando Incontra la sua •benefattrice» la festeggia scodinzolando o tendendole graziosi agguati. Le pagine hanno (andamento di un diarto minuzio- so. a volte ripetitivo. Il cibo, le abitudini del leopardo, le sue reazioni al richiamo della savana e air-Impronta percettiva*, misterioso legame con colei che lo ha allevato. Ci sono fughe, ritorni, prede conquistate. E intorno frolle di babbuini, qualche elefante, pigre famiglie di leoni: uno scenario che l'autrice sa capire e descrivere con la naturalezza di chi ne fa parte, senza pregiudizi. E' questo calore che anima lo stile dimesso del resoconto. E° l'idea di essere Immersa in una vita più vera genuina che ogni giorno offre qualche scoperta • Era delizioso — riflette la naturalista durante una delle sue escursioni — notare quanto placidamente gli animali, tranne gli elefanti, accettassero la nostra pre¬ senza nella boscaglia'. Oppure, mentre di buon mattino osserva le orme sul terreno: - Art piace sempre leggere le "notizie del giorno" fresche di stampa sulla sabbia, in modo da sapere prima chi avremmo incontrato e chi avremmo dovuto evitare. Non manca qualche brivido: un incendio al campo, un attacco di babbuini, un cobra (di quelli che accecano spulando veleno) scovalo sotto la tenda. Ma lei non crede che ci siano animali •cattivi*. • Ogni giorno, allo stesso punto. Incontravamo un cucciolo di sciacallo molto socievole. Era color biscotto e manifestava molta curiosità, sollevandosi fino al paraurti e guardandoci con l'espressione fiduciosa e innocente di tutti i cuccioli che non hanno ancora incontrato pericoli*. Poi si preoccupa: - 'jotv.sarii suamadre?'. Intanto Penny ha incontrato un maschio e partorito due piccoli. Joy va a trovarla inerpicandosi su pendii rocciosi, insieme con i suoi due assistenti, come d si reca a far visita a un parente dopo ti lieto evento. Il leopardo le si fa Incontro, accetta un coniglio in dono: mostra i cuccioli senza la feroce gelosia materna. Lei non li tocca per non contagiarli con la sua • Impronta percettiva-. La scena e idilliaca. «La mia aiolà adesso era completa perché ero cosciente che. nonostante Il pericolo dei leoni, dei babbuini e dei turisti. Penny era riuscita ad allevare i suoi due cuccioli per SI giorni. Non sarebbe più stata sola•. In questo affresco, dipinto con l'amore di chi scopre un eden, c'è un solo personaggio die stona: il turista. Filma tulio da vicino. Incalza con la sua auto gli Inquilini naturali della boscaglia gella pietre agli elefanti per Indiarli all'azione, molesta talmente gli animali che molti hanno smesso di procreare. Forse é lui 11 vero •selvaggio*, è lui che bisogna addomesticare. Ernesto Gagliano otti al campo a e una ricon bisogna proadi. Ini ine se un collare rala I suol spoon e un'ingrado Incontra la ice» la festegndo o tendengguati. hanno (andaiarto minuzio- Il leopardo Penny Accanto al titolo Joy Adamson

Persone citate: Adamson, Shaba

Luoghi citati: Kenya, Nairobi, Shaba, Somalia